"No, la ringrazio. Sono qui per Joseph."

"Joseph? Aspetti, chiamo mio marito... VICTOR!" si è affacciata alla base delle scale e poi è tornata da mio padre "scusi, è sempre impegnato col lavoro... penso che stia partecipando a una conferenza."

"Se è impegnato possiamo parlare solo io e lei, non lo disturbi."

"Sta scherzando? È ora che mio marito capisca che la famiglia è al primo posto, anteporre il lavoro a sua moglie e a suo figlio: non esiste!"

Victor ha sceso le scale, sfilandosi gli occhiali e stropicciandosi le palpebre "Salve, pastore. È qui per le offerte della chiesa?"

"Noi non racimoliamo offerte porta a porta. Sono qui per vostro figlio."

"Francis?" Victor si è versato una tazza di tè.

"No, Joseph" l'espressione piatta di Lauriel e Victor non era molto incoraggiante "so che l'avete cacciato di casa."

"È scappato" l'ha corretto prontamente Lauriel.

"Sì, insomma... ora Joseph è da me. Ha chiesto aiuto a Lukas, sono molto amici."

Victor ha posato la tazzina di tè "Vuole dei soldi? Mio figlio ha un conto corrente, ci sono più di mille dollari. Se non gli bastano, domani mattina provvederò a caricarne di altri."

"I soldi non sono un problema, Joseph non grava sul bilancio famigliare, l'unica cosa di cui ha bisogno è un posto a tavola e un letto. Sono preoccupato dello stato di vostro figlio... un ragazzino di quella età lontano di casa..."

"Il nostro Jo può tornare in ogni momento" Lauriel ha sorriso benevola. Victor si tratteneva dall'aprire bocca, ma si notava fosse nervoso dal modo in cui sbatteva il cucchiaino sulla tazzina "ascolti, noi non siamo genitori sconsiderati, abbiamo sprecato tutte le nostre energie appresso a questo figliol prodigo. Lo abbiamo mandato anche dallo psicologo anni fa. Non quello della scuola, uno... serio."

"E come è andata?"

"Pessimamente! Abbiamo posto fine alle sedute quando il dottore ci ha consegnato un referto. Non era nulla di ufficiale, ma la diagnosi prospettava un disturbo di cui non ricordo bene il nome. Sciocchezze, mio figlio non ha nulla, gli mancano la voglia di studiare e il rispetto per gli adulti."

Papà non si faceva capace del dialogo che aveva intrattenuto con i genitori di Joseph. Lui è abituato a sottomettermi e a supervisionare ogni aspetto della mia vita. Naturalmente crede di sapere tutto, quando in realtà non sa nulla, ma almeno ci prova e si illude con le sue convinzioni. Se n'è andato senza ottenere nulla, solo la promessa iterata di Victor di rimpinguare il conto corrente di Joseph.

"Il problema di quel ragazzo" ha detto mio padre, alzandosi "è che nessuno si prende cura di lui. Non ho visto un briciolo di affetto in quelle due persone. Joseph è solo."

Sono tornato in camera, lui stava ancora dormendo. Gli ho accarezzato la guancia con due dita ed è scattato, spingendo le braccia in avanti e scagliandomi dall'altra parte della stanza.

"Come cazzo ti salta in mente di toccarmi mentre dormo?!" era spaventato e il petto gli galoppava.

"Ti ho accarezzato, stupido. Se sei paranoico non è colpa mia" ero caduto ai piedi della scrivania.

Joseph è saltato giù dal letto a castello e si è accovacciato alla mia altezza "Scusa, stavo facendo un incubo."

"Per fortuna che ti ha svegliato il tuo sogno migliore" gli ho fatto l'occhiolino e ci siamo messi a ridere.

Il mio telefono ha squillato. Mi sa che Joseph ha sbirciato lo schermo con me. Era Jake.

"Ci vediamo" sono uscito dalla stanza, Joseph mi ha seguito con lo sguardo. Liberatomi dai suoi occhi ho risposto alla chiamata di Jake.

La sua voce impetuosa mi ha spinto ad uscire di casa.

Ha iniziato ad inveire contro di me, mi ha detto che me l'avrebbe fatta pagare e che stava venendo a darmi la lezione che meritavo. Ero talmente curioso di scoprire il motivo della sua arrabbiatura che non ho pensato a preoccuparmi per me stesso. Ha staccato la telefonata e nel giro di pochi minuti si è presentato da me. Ha sbattuto lo sportello dell'auto e si è avvicinato minaccioso. Sapevo che dalla finestra della mia camera Joseph stava assistendo alla scena.

"Cosa significa il video che mi hai mandato?" mi ha dato uno schiaffo e, se non lo avessi fermato, sarebbe stato il primo di una lunga serie.

"Non so a cosa tu ti riferisca, ma questo non è il luogo adatto per suonarmele di santa ragione" mi sono seduto nella sua macchina "Se vuoi parlare, dovremmo andare altrove."

"Io non voglio parlare, voglio ammazzarti."

"L'omicidio è peccato e ti consiglierei di pesare bene le tue azioni, prima di finire all'Inferno."

"Lukas, è un modo di dire" è entrato in macchina.

"Lo so benissimo, ma rimane il fatto che il tuo comportamento passivo-aggressivo non ti condurrà da nessuna parte" ha sbattuto la mano sul cruscotto, mi ha urlato di stare zitto e poi è partito.

Ci siamo fermati al parco e mi ha mostrato il video in cui ci baciavamo.

"Punto numero uno, questa è la prova lampante che quando sei accecato dalla rabbia non ragioni. Mi spieghi come avrei fatto questo video se ero impegnato a baciarti?" ha provato a ribattere, ma l'ho fermato "Punto numero due, se viene pubblicato la mia vita è finita. Mio padre cercherà un esperto in esorcismi e Drew mi leverà la parola per una porzione di tempo indefinita che oscilla tra per sempre e per l'eternità"

"Allora mi spieghi chi è stato?"

"Non lo so, Jake. Sono solo stanco di tutto questo. Sono triste e confuso e tu vieni a picchiarmi per punirmi di chissà che cosa."

"Io non sono gay."

"E chi se ne frega, di grazia. Neppure io lo sono, ti ho baciato perché mi andava di farlo e mi va ancora, ma devi sempre rovinare tutto. È difficile essere gentili quando stai male, tu lo sai bene. Sto cercando di essere più forte di te, ma di questo passo mi stai rovinando."

Ero finalmente riuscito a mettere due parole di fila senza essere interrotto. La notte non dormo per paura di morire nel sonno, lo meriterei per quello che desidero. È difficile convivere con me stesso.-

-Queste cose dovresti dirle a lui.-

-L'ho fatto e mi ha ascoltato. Ha avvicinato la mano alla mia guancia e ho chiuso gli occhi, ma al posto di uno schiaffo mi ha lasciato una morbida carezza. Mi ha detto che mi capisce e che cerca di uccidere la sua natura da quando ne ha preso coscienza, mi ha chiesto scusa. Non c'era bisogno perché l'avevo già perdonato.

Inaspettatamente, mi ha preso il viso e mi ha baciato. Baciare un altro ragazzo è strano, almeno per me. Mi spoglio della pelle e rimane un groviglio di organi e muscoli sanguinanti. Jake cercava la mia bocca e i fianchi coperti dalla maglia, non ero il primo ragazzo che toccava. Il mio corpo pizzicava, il sangue era affiorato in alto e premeva contro la pelle, mi sono morso la bocca con tanta forza da ingoiarlo.-

Profilo Instagram:

@lukassyoung

StayWhere stories live. Discover now