Loren.

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Automat; Edward Hopper

-Ogni storia ha bisogno di un cattivo

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-Ogni storia ha bisogno di un cattivo. Se ci pensa bene, non ha una funzione del tutto negativa. Il malvagio è il motore grazie al quale si avvia la macchina narrativa. Io mi annoiavo e ho deciso che volevo smettere.

Quando torno a casa e smetto di tessere intrighi, sono la persona più infelice del mondo. La monotonia mi lascia sbigottita. Mia madre esce dalla stanza da letto avvinghiata alla maglia dell'ennesima conquista occasionale. Un ragazzino, un uomo maturo, uno straniero... i suoi amori si consumano nel giro di un'ora. Effimeri e per questo estremamente passionali. Quando la lasciano sola lei va in cucina e rimane seduta al tavolo come un fantasma. Riempie il piatto di lacrime e me lo serve per cena, con un contorno di sensi di colpa e desideri inappagati. Mezza nuda, con la camicia da notte che le cade sulle spalle scheletriche, la sigaretta consumata con il filtro sporco di rossetto. Spesso indossa i miei trucchi. Ha il fascino di una città che brucia.

Io mi siedo al suo fianco perché mi manca. Lei appoggia la fronte sulla mia spalla e inizia a bofonchiare. Non capisco mai bene se sia ubriaca o delusa, forse entrambe le cose. Mi chiede scusa perché non si è presentata al colloquio per il lavoro che le ho trovato due giorni prima, mi afferra il viso, mi supplica di guardarla e mi chiede "Guardami, cosa ho che non va, perché non mi vuole?"

Non si accorge che è lei a cacciare tutti. Quando fa così le accarezzo i capelli e le sussurro che troveremo insieme una soluzione. Capita che l'accompagni in bagno a vomitare, poi la metto a letto ed esco per andare in palestra.

Sto fuori l'intera notte, va bene qualunque cosa, l'importante è recitare la mia sfacciata felicità.

Una sera ho incontrato Ed, ci siamo messi a parlare sul marciapiede.

"Come stai?" mi ha domandato.

"Alla grande, e tu?"

"Sono stato meglio"

Gli ho chiesto perché e mi ha raccontato di Zoe, quella ragazza che ha provato ad ammazzarsi difronte alla scolaresca.

Il mio parere non gliel'ho detto, non volevo risultare cinica. In realtà non ho mai pensato che facesse sul serio. Voleva attirare l'attenzione, chi ha realmente intenzione di suicidarsi non fa il trapezista su un cornicione. Ho avuto il buon gusto di tacere.

"Sai, non ci credo che stai alla grande. Sono un intenditore dei sentimenti umani, ho trascorso la vita in silenzio a guardare le persone. Se non me lo vuoi dire, non ha importanza."

Era la prima volta che qualcuno si interessava a me, tralasciando Joseph. Di me non si sa niente, se non che sono una grande stronza da cui girare a largo se vuoi mantenere intatta la tua reputazione.-

-Sembra quasi che tu ne vada fiera.-

-Non ne vado fiera, registro i fatti per come sono. Posso sembrare brutale, ma è lei che mi ripete di dover essere sincera. Per fortuna che non le do retta.

"Non è niente di importante, un po' di turbolenze in famiglia. Mia madre è una tipa particolare" gli ho risposto così. Mi ispirava fiducia.

Penso che Ed abbia la sindrome del supereroe, questo lo rende carino e patetico allo stesso tempo. Ma cosa c'è di male nel voler recitare per una sera la parte di una qualunque Zoe? Di una ragazza che ha bisogno di essere salvata, che crede che l'intervento di un qualunque Ed possa migliorarle la vita?

Quella sera sono stata con lui, in un bar, poi ci siamo scambiati i numeri di telefono.-

Profilo Instagram:
@lorennnmason

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