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Il rapimento di Psiche; William-Adolphe Bouguereau.

Il rapimento di Psiche; William-Adolphe Bouguereau

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-Io non riuscirò a salvarla. Viviamo su due pianeti diversi, io sulla Terra e lei su Venere. I suoi problemi sono come le stelle nella volta celeste: tantissime, accecanti, indistinguibili. Voleva buttarsi giù e l'unico pensiero che mi è balenato in mente è stato quello di accompagnarla. Tenerle la mano poco prima dello schianto.-

-Non è compito tuo salvarla. Lei ha bisogno di un processo di riabilitazione, deve imparare ad inserirsi nella società in modo positivo. Non puoi addossarti dei problemi che non ti riguardano, hai già i tuoi a cui pensare.-

-Se c'è una cosa che abbiamo in comune, è quella di sentirci estranei alla società. Non riusciamo ad inserirci in un contesto che ci rigetta come errori di un sistema codificato.

Sono andato a trovarla dopo il suo "gesto estremo", come l'hanno chiamato i nostri professori per spiegare la sua assenza in classe. Era a letto e aveva il computer sulle gambe, si divertiva con un gioco di Barbie online.

È incredibile come una quasi suicida possa assumere tratti così infantili. La sua camera è interamente rosa e, quando ho chiuso la porta, mi è caduto in testa il peluche di un panda. Mi ha gentilmente chiesto di portarglielo.

Era molto carina nella sua infelicità.

"Sei qui per fare assistenzialismo alla pazza suicida?" ha borbottato, continuando a guardare lo schermo da cui una principessa sfavillante ammiccava con il suo abito da sposa.

"In realtà sono due giorni che non ci vediamo e avevo voglia di uscire."

"I miei genitori non mi fanno uscire, hanno paura che provi a suicidarmi in qualche modo. Sanno che ho una fervida immaginazione."

"I tuoi genitori non devono necessariamente scoprirlo" ho aperto la finestra e l'ho trascinata per un polso. Non se l'è fatto ripetere. Abbiamo chiuso la sua stanza a chiave dall'interno e siamo scappati.

Vorrei che la mia vita non fosse un telo nero squarciato da questi rari lampi di felicità.

Non ho avuto il tempo di godermi l'uscita con lei, che la sera stessa sono tornato in palestra. Dovevo parlare col proprietario. Ho già gareggiato e vinto, ha visto del potenziale in me e pian piano la mia fama sta crescendo. Mi ha chiamato per dirmi che era ora di riposare un po' in vista di un incontro più serio, con un avversario quotato molto più in alto di quelli che avevo affrontato.-

-Tu sai che non dovresti parlarmi neppure di queste faccende, vero? Sono illegali, Edward. Inizi così, fama e soldi facili, ma poi le circostanze ti risucchiano, non puoi più liberartene.-

-Per ora sono al sicuro, e poi non mi interessano questi incidenti. Voglio avere un'esistenza piena di incidenti, così prima di morire mi diverto un po'.

Mi ha annunciato il nome di chi dovrò fronteggiare sul ring tra un mese: Andrew Evans. Era proprio dove volevo andare a parare, ma non pensavo che sarebbe stato così facile arrivare a lui. Ho intenzione di schiacciarlo difronte a tutti: verrà la fine, non ce la farà mai contro di me. La droga lo sta mangiando, nel suo corpo eroina e steroidi fanno cortocircuito. Se potessi aprirlo in due con un coltello uscirebbe solo merda.

Dato che sono un ammiratore degli inconvenienti, quella sera per me c'è stata un'altra sorpresa

Quando sono uscito dall'ufficio del proprietario ho visto Loren che si allenava sulla cyclette. Leggeva una rivista e masticava una gomma. Mi sono avvicinato e le ho sfilato una cuffietta dall'orecchio.

"Vieni in palestra a quest'ora?"

"Sì, la sera mi sento così piena di energie che mi sembra un peccato sprecarle andando in discoteca" è scesa dall'attrezzo e ha fatto un cenno all'uscita "Prendiamo un po' d'aria, la palestra a quest'ora è triste."

Una volta fuori ci siamo seduti sul marciapiede. Io e quella combina guai da quattro soldi, spalla a spalla, la luce al neon della palestra che ronzava fastidiosamente illuminandoci la testa, le macchine che passavano a tutta velocità sulla strada buia e desolata. Le ho visto la malinconia scivolarle nelle gocce di sudore incastrate tra le labbra.-

Profilo Instagram:
@edwarddjohnson

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