Lukas✔️

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Canzone d'autunno
Oggi sento nel cuore
un vago tremore di stelle,
ma il mio sentiero si perde
nell'anima della nebbia.
La luce mi spezza le ali
e il dolore della mia tristezza
bagna i ricordi
alla fonte dell'idea.
Tutte le rose sono bianche,
bianche come la mia pena,
e non sono le rose bianche,
è scesa la neve su di loro.
Prima ebbero l'arcobaleno.
Nevica anche sulla mia anima.
La neve dell'anima ha
fiocchi di baci e di scene
che sono affondate nell'ombra
o nella luce di chi le pensa.
La neve cade dalle rose,
ma quella dell'anima resta
e gli artigli del tempo
ne fanno un sudario.
Si scioglierà la neve
quando moriremo?
O ci sarà altra neve
e altre rose più perfette?
Scenderà la pace su di noi
come c'insegna Cristo?
O non sarà mai possibile
la soluzione del problema?
Ma se l'amore c'inganna?
(Federico García Lorca)

-Accomodati... sì, mettiti pure a tuo agio- Theodore aspetta che Lukas smetta di rigirare il sedere sulla sedia e di accavallare la gamba destra e quella sinistra come se stesse ballando il Can-Can –ora che ti sei fermato, possiamo cominciare la seduta.-

-Pensavo fosse cominciata quando ho messo piede nel suo ufficio. Sta registrando da allora.-

-Come va con Joseph?-

-Bene, suppongo?-

-Non dimostra segni di stress legati all'abuso che ha ricevuto?-

Lukas è stranito, Theodore si accinge a spiegare meglio -Le molestie da parte della mia collega.-

-Ah, suppongo non se lo ricordi più. Non ha la minima rilevanza per lui, solo una sufficienza in più in pagella.-

-Ne parlerò col preside e in seguito con la polizia. Te lo riferisco perché sei stato tu a scoprire quelle conversazioni e potresti essere chiamato a testimoniare.-

Lukas storce il naso e si picchia la mano sulla coscia. È seccato, magari nervoso. Non vuole parlare con nessuno che abbia una qualche autorità.

-Lui ora abita da te, è cambiato qualcosa nel vostro rapporto?-

-Non lo so, lo conosco meglio.-

-È un bene o un male?-

-Non lo so... mio padre è andato a parlare coi suoi genitori. Sabato mattina, alle sette, mi ha svegliato e mi ha chiesto di aiutarlo a preparare la chiesa per la funzione. Joseph non si è svegliato e io me la sono filata in punta di piedi. In chiesa avevo iniziato ad allestire l'altare, quando mio padre si è sistemato sulla sede. Mi ha chiesto di prendere posto al suo fianco sul presbiterio.

"Ieri pomeriggio ho fatto visita ai genitori del tuo amico" mi ha informato con le mani giunte "accoglierò chiunque ne abbia bisogno, ma non ho mai visto in faccia quelle persone, neanche ai colloqui con i professori. Non ci avevo fatto caso prima che Joseph abitasse da noi."

"Loro non si prendono molto cura di lui, preferiscono responsabilizzarlo. Joseph ha detto così."

"Puoi responsabilizzare un ragazzino di sedici anni razionandogli la paghetta, non cacciandolo di casa."

Papà ha raccontato che la madre di Joseph, Lauriel, gli ha aperto la porta. Sulle prime è una donna accogliente, gli ha sfilato il cappotto e lo ha fatto accomodare in salotto, offrendogli una tazza di tè.

"Pastore, a cosa devo questa visita?" Lauriel ha accarezzato le spalle di mio padre, lanciandosi in profusioni di solerzia "gradisce dei biscotti? Li ho cucinati con le mie mani!"

StayWhere stories live. Discover now