Il Festino

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I giorni passavano e Harry la ignorava sempre di più.

Draco cercava di riparare l'armadio svanitore nella Stanza delle Necessita.

E le giornate diventavano più cupe.

In tutta la scuola aleggiava un senso di morte e i professori cercavano di rassicurare tutti nonostante gli sempre più frequenti attacchi.
Alcuni prof erano più ottimisti di altri, ma in fin dei conti tutti cercavano di rendere Hogwarts un posto felice.
Molti genitori ritirarono i propri figli dalla scuola, specialmente i Serpeverde, infatti la loro Casa aveva perso molti ragazzi e si era quasi dimezzata. Tutti avevano paura per la imminente guerra.

<<Secondo voi ci sarà veramente una guerra?>> chiese Pansy mentre la professoressa McGranitt spiegava la nuova lezione di Trasfigurazione.
<<Non credo sia il momento>> rispose fredda Kate.
<<Andiamo, vorrei sapere se ci sarà qualcosa>> insistette Blaise.
<<Non lo possiamo sapere e personalmente se ci sarà una guerra non ne farò parte>> quella che aveva appena detto era una bugia, ormai si era schierata da un lato, anche se sbagliato, e ora avrebbe dovuto combattere al loro fianco fino alla fine. Fine alla sconfitta.

Kate sapeva che non avrebbero vinto, o almeno lo sperava con tutta se stessa.

<<Si, ma..>> Pansy provò a continuare il discorso, ma Katherine si alzò di scatto, prese i suoi libri e si avviò verso l'uscita dell'aula.
<<Signorina Potter! Dove credi di andare?>> la professoressa le gridava contro di tornare in classe, ma lei cominciò a correre verso il suo dormitorio per farsi una bella doccia fredda.
Non ne poteva più; tutti parlavano di guerra, di Mangiamorte e di Lui.

Sentiva il Marchio bruciarle durante le lezioni senza potersi sollevare da quel dolore. Tom gli aveva detto che loro no avrebbero dovuto presentarsi alle riunioni, dovevano compiere la loro missione. Uccidere Silente.

Il peso di dover commettere un'omicidio si faceva sempre più grande e iniziarono ad entrare in gioco gli attacchi di panico. Non era più Katherine.
Non era più sicura di se, non era più la ragazza invidiata per il suo carattere, non era più il capo, non riusciva più a concentrarsi su niente ne tanto meno impegnarsi, non riusciva più a essere lei.

Metà di lei era abbattuta, inorridita, schifata e si sentiva in colpa per essere diventata una dei suoi seguaci e aver tradito la fiducia di suo fratello, ma l'altra era felice di aver salvato Severus, Draco e aver trovato qualcuno che la trattasse come una figlia, Narcissa.

Mentre andava verso il suo dormitorio sentì la voce del preside nel corridoio, parlava di come volesse che i suoi studenti fossero al sicuro e, cosa più importante, dovevano sentirsi al sicuro.

In quel momento ebbe un'attacco di panico e si recò nel bagno dei Prefetti di Corvonero. NOn ci veniva ma nessuno li.

Si accasciò sulla parete e lanciò la cartella dall'altra parte della stanza e iniziò a sentire le lacrime scorrerle sul viso.

Si sentiva un mostro. E lo era diventato.

Un urlo uscì dalla sua gola e echeggiò per tutta la stanza, per poi essere sostituito dal rumore dei suoi singhiozzi. Continuava a piangere e a piangere.
In quel periodo gli attacchi erano sempre più frequenti, ma questo era diverso, era più forte.

Il respiro le si bloccava in gola e la voglia di urlare era al massimo, ma dalla sua gola non usciva più nessun rumore.

Dopo minuti a cercare di rilassarsi ci riuscì e le venne in mente una cosa, il suo Molliccio, la paura di essere dimenticati. In quel momento le venne da ridere al pensiero della sua paura perchè, in quel preciso momento, vorrebbe con tutta se stessa essere dimenticata da tutti. Cancellata dal mondo.

Dimenticare tutto.

Ma il mondo non funzionava così e doveva andare avanti per lei e i suoi cari.

Fissò per minuti, se non ore, la vetrata difronte a lei a pensare al niente, ma poi si ricordò del festino del Lumaclub e decise di tornare fra i vivi. Ma solo in quel momento, alzandosi, notò cosa aveva fatto: gli specchi si erano frantumati e caduti a terra e vi era una piccola presenza di nebbiolina nera. Lo aveva fatto di nuovo.

Prese la sua cartella e uscì dal bagno per dirigersi, finalmente, nel suo dormitorio.

Il tragitto fu silenzioso e la brezza invernale la fece tremare, ricordandole di portarsi appresso qualcosa di più pesante i giorni seguenti.
Una volta arrivata nella Sala Comune rimase stupita di vedere così tante persone in silenzio; ognuno faceva le proprio cose tra cui i compiti, leggere, disegnare oppure semplicemente riposare. Salì le scale e quando aprì la porta della sua stanza vide Blaise che giocava con la sua gatta, Pansy riordinare l'armadio e Daphne scrivere una lettera da spedire mentre il suo gufo aspettava pazientemente accanto a lei.

<<Oh, eccoti qua?>> le corse in contro Pansy accogliendola in un caldo abbraccio famigliare, in quel momento avrebbe voluto passare tutta la giornata così <<Ci stavamo preoccupando! Te ne sei andata a metà mattinata e sei tornata dopo cena, Hai saltato entrambi i Pasti! Pensavamo di chiamare qualcuno se non ti avremmo vista entro poco>> la mora era davvero preoccupata per lei, lo si vedeva e questa cosa la commosse. Forse non era del tutto un mostro.
<<Si, ci stavamo preoccupando e poi abbiamo il Lumaclub>> Blaise cambiò subito argomento notando la tristezza che aleggiava fra di loro <<Hai già scelto il vestito?>> domandò il ragazzo mentre si avvicinava al suo armadio.
<<No, non ancora>> rispose Kate mentre si abbassava ad accarezzare la sua gatta che, come risposta, gli fece le fusa <<Chi è la mia micetta preferita?>> le sussurrò prendendole il musetto <<Tu!>>

<<Hai finito di parlare con il gatto?>> chiese Blaise ancora infilato nel suo armadio.
<<Pensa un po', è più interessante parlare con lei che con te>>
<<Ahhh, questa brucia Zabini>> esclamò Daphne mentre sigillava la lettera.
<<Oh, ma taci Greegrass>>
<<Si, bene. Ora piantatela>>

Il ragazzo guardò l'armadio di tutte e tre le ragazze per poi scegliere un vestito: era nero e arrivava fino a metà coscia davanti e metà polpaccio dietro, non era scollato anzi, era a collo alto e le maniche arrivavano fino ai polsi.

Perfetto.

<<Bene, ti faccio i capelli>> Pansy prese la bacchetta e iniziò a provare diverse acconciature per poi scegliere dei semplici capelli mossi <<Perfetta! Per il trucco te ne metto poco>> iniziò a metterle l'ombretto, il mascara e il rossetto. Non aveva bisogno del fondotinta.
Blaise la guardò e rimase meravigliato dalla sua bellezza.
<<Sei stupenda. Andiamo?>> le porse il braccio ed entrambi partirono per il festino.

la gemella all'oscuro di tutto | v. krum |Where stories live. Discover now