Capitolo Uno

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Se tutte le storie cominciano con "C'era una volta" o "La sveglia puntualmente suona alle

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Se tutte le storie cominciano con "C'era una volta" o "La sveglia puntualmente suona alle...", la mia inizia in modo diverso, con una bella caduta dal letto, che fortunatamente ogni volta non mi porta danni perchè al di sotto ho un enorme tappeto pelliccioso, che mi odia profondamente. Come biasimarlo... Mi alzo, poggiandomi al letto e sbadigliando raggiungo la finestra... Lo faccio ogni volta in realtà, perché sono interessata a vedere il tempo che si estende su Manhattan e oggi come previsto dal meteo, c'è sole a sufficienza da rendermi nervosa, questo perché amo la pioggia e il cielo cupo, in un certo senso mi fa sentire in pace con me stessa. Mi affaccio al balcone e guardo le macchine come camminano lentamente sulla strada per via del traffico e la gente che scappa avanti e indietro come tornado.
Se vuoi vivere a Manhattan, devi avere tantissima pazienza in fatto di tempi, perché passo più tempo nel traffico o nelle file al supermarket, che in ufficio. La notte qui non esiste, anzi, forse è anche peggio del giorno ma per mia fortuna abito al ventottesimo piano e posso godere della tranquillità, in parte.
Ritorno dentro e mi getto nella doccia, lavandomi velocemente con il mio bagnoschiuma alla mandorla. Uso sempre lo stesso da anni, non l'ho mai tradito.
Mi specchio e vedo la solita me. Una ragazza magra come grissino con tanti e lunghi capelli castani. Un ultimo ritocco con il mio amato rossetto neutro e sono pronta.

Sono piccola di statura, ma questo non mi crea alcun disagio, anche se a volte mi tocca guardare qualcuno dal basso ed è davvero imbarazzante, ma madre natura ha pensato a concentrarsi su altro, l'altezza e le tette sono state prese alla leggera

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Sono piccola di statura, ma questo non mi crea alcun disagio, anche se a volte mi tocca guardare qualcuno dal basso ed è davvero imbarazzante, ma madre natura ha pensato a concentrarsi su altro, l'altezza e le tette sono state prese alla leggera.Vado in cucina e inserisco l'enorme bicchiere sotto la macchinetta del caffè e mi sniffo del suo odore buonissimo che mi regala tanta energia positiva, poi lo bevo a piccoli sorsi cercando di non strozzarmi quando mi arriva un messaggio della mia migliore amica, Karen, dicendomi che oggi dovevamo essere d'anticipo all'azienda. Cazzo, mi sono dimenticata di questo dettaglio... Getto velocemente il restante del caffè nel lavandino e dopo essermi lavata i denti velocemente, fatto il risciacquo con il collutorio, prendo cartellina, chiavi, telefono e getto nella borsa.
Arrivo all'ascensore e aspetto che mi raggiunga, anche se con lentezza, fin'ora non mi ha mai abbandonata.
Si aprono le porte ed entro, premendo il pulsante del piano terra. Impiega solitamente un minuto e venti secondi per raggiungere il piano zero, ma questa volta sembra che siano passate ore. Finalmente si aprono le porte e corro verso la mia piccola macchina, frutto dei miei sacrifici.
Lancio tutto sul sedile di dietro e metto in moto, correndo alla velocità della luce, fin quando non mi si presenta la strada che odio più della mia vita incasinata, ci sono semafori ogni duecento metri.

Il Figlio Del Mio Capo {1 e 2} Volumi ᵒᶻᵍᶜᵃⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora