Capitolo 25

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16 dicembre;

Le giornate a casa di Elijah passano velocemente. La sua presenza mi rasserena profondamente, non riesco a fare a meno di lui. Ci stiamo avvicinando pian piano, scoprendo qualcosa l'uno dell'altro ogni giorno che passa. Ogni sera mi suona le sue canzoni al pianoforte, lui in cambio mi chiede di essere fotografata. Io gli rispondo di sì, anche se in realtà non lo fa mai perché sa che mi sento in imbarazzo. Ora siamo sul pavimento del salone, circondati da decine di fotografie da lui scattate.

«Non posso credere che tu abbia avuto i capelli così lunghi.» Osservo la foto tra le mie mani.

«Stavo benissimo», ammette scherzando ed io lo guardo con un sopracciglio alzato.

«Ne sei proprio sicuro?»

In realtà è vero, anche con i capelli lunghi sta benissimo e quel taglio gli donava un aspetto più da "cattivo ragazzo". Nella foto è circondato da alcuni suoi amici, ma è leggermente sfocata quindi non riesco a vedere bene i loro volti. Ne afferra un'altra, più nitida e mi indica con il dito il suo gruppo di amici.

«Loro due seguono storia della musica con me, gli altri li ho conosciuti ad una festa. Sono quattro pazzi, non puoi neanche immaginare.» Sorride spostando lo sguardo dalla foto a me.

«Vi conoscete da molto?»

«Saranno sei anni, credo», riflette pizzicandosi le labbra. In questi giorni, tra le tante cose, ho scoperto che ha questo piccolo tic che fa quando sta riflettendo o è molto concentrato. Lo trovo davvero tenero, anche se lo rimprovero perché non fa altro che screpolare di più le labbra.

«Sei fortunato ad averli. Io non ho amici, a parte te.» Ammetto guardando le altre foto.

«Neanche Mrs Ono?» Scherza spingendomi con una spalla.

«Mrs Ono è amica tua.» Puntualizzo sorridendo e guardandolo alzare un sopracciglio. «Poi, ora che mi ci fai pensare, Yoel è mio amico.»

«Il tuo professore?» Corruga la fronte ed io annuisco.

«Mi ha invitato anche a cena», sorrido scuotendo la testa e raccogliendo insieme le foto davanti a me.

«Stai scherzando?» Domanda serio con il viso corrucciato. Sembra infastidito ed io nascondo un sorriso, soddisfatta della sua reazione.

«No, ti sembro il tipo che scherza su queste cose?»

«E tu cosa gli hai detto? Ci sei uscita?» Indaga spostando distrattamente le foto sul pavimento e incrociando le braccia al petto.

«Se ci fossi uscita non sarei qui, Elijah», alzo gli occhi al cielo guardandolo.

«Cosa c'entra? Hai detto che sono tuo amico, nulla ti impedisce di uscire con il tuo professore.»

«Cos'è? Sei geloso?» Lo prendo in giro avvicinandomi a lui.

«Per nulla», mente sistemandosi gli occhiali sul naso. Gli stanno davvero bene e sono quasi sicura che anche con una busta addosso sembrerebbe bellissimo.

Metto una mano sul suo braccio sinistro, ancora incrociato con quello destro, separandoli e attirandolo a me. Lui mi lascia fare, guardandomi sistemarmi sulle sue gambe e portando le sue mani sulla mia vita.

«Sì, invece», puntualizzo sfiorando il suo naso con la punta del mio. Sento il suo respiro sulle mie labbra, che poco dopo vengono poggiate alle sue.

Resta fermo, lasciandosi baciare, ed io muovo la lingua tra le sue labbra chiedendo di più. Porto le mani tra i suoi capelli, mentre le nostre lingue si muovono insieme e le sue mani scorrono lungo la mia schiena attirandomi a sé.
Mi morde il labbro inferiore, poi si stacca dal bacio continuando a lasciarmene una scia umida lungo il collo. Inclino la testa mordendomi il labbro quando lo sento soffermarsi poco sotto il mio orecchio. Mi morde, succhia, lecca e soffia sul quel punto facendomi rabbrividire. Sospiro pesantemente sotto il suo tocco, tirandogli di poco i riccioli dietro alla nuca. Mi lascia un altro bacio sul collo, poi ancora un altro a stampo sulle labbra ed io sento che potrei impazzire sotto il suo tocco.

Golden -Where stories live. Discover now