Capitolo 22

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Mi rigiro nel letto cercando di trovare una posizione più comoda. Elijah, indisturbato, dorme come un ghiro accanto a me e lo invidio così tanto in questo momento. Vorrei riuscire a chiudere occhio, ma non ci riesco. Sono stata la prima ad addormentarsi e, di questo passo, sarò la prima ad alzarsi dal letto. Scosto le coperte e, lentamente, mi alzo dal letto fino a raggiungere la poltrona. Mi ci siedo portandomi le ginocchia al petto, osservando la luce lunare illuminare l'interno di questo appartamento. Sono due anni che vivo qui e non ho mai comprato delle tende, dovrei rimediare.

Elijah si rigira, scostandosi le coperte di dosso e stringendo il cuscino sotto di sè. Sembra un bambino, in questo momento ed io sorrido guardando la sua espressione rilassata. Siamo così diversi che a volte mi chiedo cos'è che ci porta ad aver bisogno l'uno dell'altra.

Si rigira ancora nel letto e allunga la mano verso il mio posto vuoto. Probabilmente ha aperto gli occhi e si è accorto che non ci sono, ecco perché alza il busto e, con occhi assonnati, si guarda in torno fino a puntare lo sguardo su di me.

«Oralee, che succede?», si alza strofinandosi le palpebre.

«Non riesco a dormire, tranquillo torna a letto.»

«Non puoi restare lì sopra fino a domattina, vieni a letto.» Allunga una mano verso di me ed io sbuffo alzandomi.

Non posso obiettare, sarebbe comunque inutile perché, se lo facessi, mi porterebbe sul letto con la forza. Gattono verso il mio lato del letto ma vengo riportata indietro dalla sua mano che, con forza, mi trascina verso di sé. Poggio la testa sul suo petto e mi faccio stringere tra le sue braccia, mentre mi accarezza la schiena con la mano destra e, con l'altra, traccia dei cerchi immaginari sul mio braccio. Mi fa un leggero solletico, ma è piacevole e mi rilasso sotto il suo tocco.

«Da quanto sei sveglia?»

«Da due ore, credo», ammetto chiudendo gli occhi.

«Hai avuto incubi?» Chiede ancora ed io sento il suo petto vibrare a causa della sua voce roca.

«No»

«Hai bisogno di parlare?»

«Elijah va tutto bene. Riposati», sospiro incoraggiandolo a tornare a dormire. Lui arresta il movimento della mano continuando ad abbracciarmi. Poi, pochi minuti dopo, il suo respiro mi fa capire che si è riaddormentato.



11 dicembre;

Appena il sole sorge e la sveglia suona avvisando che sono le nove del mattino, Elijah apre gli occhi assonnato. Sono riuscita a dormire un'ora scarsa e lui non ci mette molto a farmelo notare.

«Stai bene?» Chiede appena mi scosto da lui per alzarmi dal letto. Annuisco e mi stiracchio la schiena sbadigliando.

«Hai il viso stanchissimo. Sei riuscita a dormire, alla fine?», nego guardandolo alzarsi e accendere il cellulare. Mi avvicino alla finestra e la apro facendo entrare un po' di aria mattutina. Oggi c'è il sole, anche se coperto da leggeri nuvole, ma almeno c'è ed è raro. Elijah mi afferra i fianchi da dietro e mi lascia un bacio tra i capelli facendomi sorridere.

«Guido io, oggi. Almeno cerchi di riposare e provi a dormire in macchina.»

Annuisco voltandomi verso di lui. Le sue mani restano sui miei fianchi mentre mi lascia cingere il suo collo con le braccia per abbracciarlo.

«Sicura di voler tornare a Dalmwin?», sussurra spostano le mani sulla mia schiena.

«Ho scelte alternative?», lui nega ed io sorrido alzando gli occhi al cielo.

Una volta fatta colazione ed esserci preparati, afferriamo le nostre borse ed usciamo dall'appartamento. Non so quanto resterò da lui, ma comunque sto portando con me lo stretto necessario. Tra due settimane sarà Natale e qualcosa mi dice che lo trascorrerò con i miei genitori, dopo due anni di assenza. Non mi dispiace l'idea, infondo, se penso che lo trascorrerò anche con Elijah. Ed è proprio quest'ultimo a distogliermi dai miei pensieri. Lo vedo parlare con Mrs Ono, anche se Elijah continua a cercare di concludere quella conversazione probabilmente non iniziata da lui.

«No, grazie», risponde sorridendo quasi forzatamente alla donna di fronte a noi.

Infilo le chiavi in borsa e mi avvicino a loro.

«Mrs Ono, buongiorno», saluto la donna che, appena mi vede, mi rivolge uno sguardo di sufficienza.

«Berry, starai via ancora per molto?»

«Non lo so, signora, ma comunque mi assicurerò di farle recapitare i soldi del prossimo affitto», le rispondo prendendo lo zaino da terra.

«Non voglio altri ritardi e non accetterò scuse questa volta. Poco m'importa se non riesci a rientrare in data, non sono problemi miei se non ti dai da fare per trovarti un lavoro.» Sputa acida ed io so esattamente cosa sta cercando di fare. Vuole mettermi in cattiva luce con Elijah, ed io non ho intenzione di starla ancora a sentire.

«Arrivederci», mi volto e scendo le scale allontanandomi da quella bisbetica. Una vipera sarebbe meno velenosa di lei, talmente è piena di cattiveria. Se potessi, gliene direi di tutti i colori ma non posso farlo o mi scaverei da sola la fossa.

«Oralee, non starla a sentire.» Mi dice Elijah camminando al mio fianco.

«Quanto la detesto, santo cielo.» Stringo i denti cercando di trovare tutta la forza per non tornare indietro e prenderla a parole.

«Lasciala stare, probabilmente buttare merda sugli altri è il suo unico divertimento.»

Elijah apre la portiera della sua macchina e lascia che poggi il mio zaino nel bagagliaio.

«Unico divertimento? Tu non hai idea della quantità di uomini che sono entrati in quell'appartamento.» Sbuffo facendolo ridere.

«Quello è un hobby allora», commenta ed io scoppio a ridere.

Quando entriamo in macchina non posso fare a meno di chiedergli cosa gli avesse chiesto Mrs Ono.

«Mi ha chiesto se sono di St David's e se ho intenzione di prendere un appartamento qui», sorride infilandosi la cintura. Lo imito scuotendo la testa immaginandomi la scena.

«Cerca di non cadere nella sua trappola», scherzo storcendo il naso solo ad immaginarmi lui con quella vecchia.

«Accidenti Oralee, che schifo dici», ride accendendo la macchina e partendo.

«È una bella donna», reprimo un sorriso provando a restare seria.

«Certo, però sarebbe un po' come andare a letto con mia madre.»

Mugolo disgustata da ciò che dice e lui scoppia di nuovo a ridere. 

Golden -Where stories live. Discover now