Capitolo 6

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10 novembre;

«Oralee, sei pronta?»

Infilo velocemente le scarpe e scendo le scale di casa mia. È passato un mese dal viaggio di nozze di Keith e Connor e, appena tornati, hanno deciso di invitare le rispettive famiglie a cena da loro. È passato un mese anche da quando ho iniziato di nuovo a lavorare nella caffetteria di famiglia, ma presto sarei tornata a St David's e avrei lasciato ancora una volta la serenità qui a Dalmwin.

Elijah continua a frequentare il Beachwood ma non ci siamo più parlati da quel giorno. Io troppo imbarazzata, lui troppo preso dallo studio.

Quando arrivo in salone i miei genitori sono già pronti e stanno indossando le giacche. Indosso la mia ed usciamo di casa. Entrati in macchina, mio padre accende la radio e inizia a conversare con mamma. Scherzano, ridono e dicono di non vedere l'ora di poter riabbracciare Keith. Hanno sempre avuto un altro tipo di rapporto con mia sorella. Non dico che non mi vogliano bene, è solo che hanno un modo diverso di dimostrare affetto nei miei confronti. Basti solo pensare che mio padre, quando mi ha vista di nuovo in casa dopo così tanto tempo, mi ha semplicemente salutata ponendomi le solite consuete domande su come stessi e per quanto restassi a casa. Non gliene faccio una colpa, è il mio carattere a tenerli lontani. Respingo tutti pensando che, tenendoli lontani, nulla di negativo potrà mai accadergli. La costante paura che possa succedere qualcosa di brutto a qualcuno che amo, mi spinge a mostrare indifferenza, anche se dentro ne risento troppo.

Quando arriviamo, scendo riluttante dalla macchina. Fosse stato per me, avrei evitato quella cena. Rivedere tutte quelle persone che, quasi sicuramente, avrebbero chiesto di me, della mia inesistente vita a St David's e della mia inesistente vita accademica, mi avrebbe fatto solo andare di matto.

Keith viene ad aprirci all'entrata e mia madre la abbraccia entusiasta. La saluto sorridendo ed entro in casa. L'arredamento è rustico, quasi country, proprio come lo stile di Keith. Tolgo la giacca e la porgo alla padrona di casa che la sistema sull'appendiabiti.

«I genitori di Connor sono già in salotto», ci informa mia sorella per poi andare in cucina a finire di preparare il tutto.

I miei genitori si dileguano e raggiungono i loro consuoceri mentre io resto indietro raggiungendo Keith. Mi fermo all'inizio della cucina, mentre la vedo sfornare quello che sembra dell'arrosto. Lei si accorge di me e mi guarda aspettando che dica qualcosa.

«Com'è andato il viaggio?»

«Bene, Connor ha avuto mal d'aereo però..» - ride mettendo del sale sulla carne - «..tu come stai?»

Sospiro poggiando la testa sullo stipite scuotendo le spalle. Keith sa come sto, forse più di ogni altro, ma non potrà mai capire come mi sento. Distoglie lo sguardo e mi chiede se posso portare il vino a tavola. Ha cambiato argomento e gliene sono grata. Affrontare quella conversazione, proprio stasera, non mi sarebbe stato d'aiuto. Poggio le bottiglie sul tavolo della sala da pranzo ed esco dalla stanza passando davanti al salotto. Senza rischiare di farmi vedere, do un'occhiata alla stanza: ci sono proprio tutti, Elijah compreso. Indossa una camicia azzurra sotto ad un completo grigio. Gli sta davvero bene, ma comunque non mi spiego perché quella famiglia sia sempre così formale.

Quando torno in cucina Keith mi dice che è ora di cenare così, dopo aver chiamato tutti, ci raduniamo in sala da pranzo. Saluto cordialmente la famiglia Lawson e i genitori di Connor prendono posto di fronte ai miei. Connor si siede a capotavola e Keith, alla sua destra, mi invita a sedermi accanto a lei. Di fronte a me ho Jocelyn, sorella di Connor e al suo fianco Elijah. Quest'ultimo arriva in sala quando siamo tutti già seduti, dicendo che era stato trattenuto da una chiamata urgente. Si accorge di me, mi guarda e mi saluta con un cenno del capo. Ricambio il saluto con uno sguardo per poi iniziare a mangiare come tutti gli altri.

Golden -Where stories live. Discover now