Capitolo 27-All'East of the Sun ballano Summer Wind?

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Liza aprì le ante dell'ascensore e loro schioccarono, poco oliate, e s'incepparono prima di lasciarle libero il passaggio.
Si trovò davanti a due appartamenti.
Lo stesso cognome scritto su entrambi.

Cercò di ricordare quale fosse quello di Xavier, poi notò una pianta davanti all'entrata e uno zerbino nero sbiadito, con su scritto, in un carattere bianco e corsivo:
Belle scarpe!

Sorrise, poi suonò al campanello.

«Non è ancora pronto, sei in anticipo

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«Non è ancora pronto, sei in anticipo. Mi dispiace.» Xavier le aveva aperto la porta ed era tornato subito in cucina, nascondendosi dietro al forno e sussurrando qualcosa di incomprensibile.

«Sono in anticipo solo di tre minuti.» Liza guardò l'orologio da polso.
Aspettò la risposta dell'altro, ma sembrava troppo occupato a controllare la pentola che teneva su uno dei fornelli, allora appoggiò il vaso che teneva sotto al braccio.
«Questa l'ho presa per aggiungerla alle altre. Ci starà bene» disse, indicando la piccola pianta dalle foglie d'un verde acceso.

Xavier scoppiò in una risata sorpresa, «grazie» esclamò, allegro, per poi tornare a controllare, con un velo di preoccupazione, la pentola che fumava sopra al fornello acceso.

«Bello lo zerbino, comunque.»

«Ah sì? Io non lo sopporto» mormorò distratto, «era già qui quando ho affittato l'appartamento. Non l'ho buttato... non so perché non l'abbia buttato. È orribile.»

Liza rise, poi depose il cappotto sull'appendiabiti.

Xavier le scoccò una rapida occhiata, «è tutto pronto. Devo solo controllare una cosa» la rassicurò, mentre alzava il coperchio della pentola davanti a lui, «perfetto» lo sentì sussurrare, mentre un'espressione orgogliosa e soddisfatta gli sfiorava il viso.

«Per favore, potresti mettere un disco?»
Le chiese, mentre sottraeva alla tavola apparecchiata i due piatti fondi.

«Quale?»

«Qualsiasi tu scelga va bene. Mi fido.»

Liza avanzò verso il giradischi, poi prese a sfogliare le copertine dei vari vinili contenute in una cesta di vimini leggermente sfilacciata.

Ella Fitzgerald.
Lesse, poi appoggiò il disco sul piatto e quello iniziò a girare lentamente.
Appena partirono le prime, scricchiolanti note del brano Xavier alzò il volto, «Blue Moon, vero?» chiese, illuminandosi, «hai scelto bene.»

Blue Moon.
You saw me standing alone.

Xavier portò i piatti in tavola e Liza osservò come, per mantenere l'equilibrio, tenesse lo sguardo fisso sui piatti di porcellana e il mento alzato in un gesto involontariamente altezzoso.

«Quindi,» annunciò, poi prese un libro dalla copertina rigida, che aveva lasciato sul tavolo in cucina, «ti presento un ottimo manzo alla borgognona, anche detto» si fermò, sfogliò qualche pagina di quello che si era rivelato un ricettario dagli angoli spellati, «Boeuf bourguignon» disse, alzando le sopracciglia e sbagliando totalmente la pronuncia, «ha rischiato di bruciare tre volte e sì: le finestre sono aperte per quello. Ma l'ho assaggiato ed è delizioso... davvero.» Lo disse con una franchezza limpida e genuina, mentre indicava i piatti colmi di carne fumante in un misto di orgoglio ed esitazione e allineava i piatti di pochi millimetri.

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