Capitolo 7- Fa' che non sia troppo orribile

174 29 82
                                    


Xavier si guardò nello specchio all'entrata. Prima controllò che la chioma scarlatta fosse in ordine, sigillata e senza alcuna ciocca che si scomponesse sul viso latteo.
Poi si allontanò dallo specchio, per scrutare la giacca scura e sistemarne le pieghe.

Osservò la sua figura slanciata con disinteresse. Si era preparato con attenzione, stando attento ai dettagli e cercando di rendere la sua persona il più impeccabile possibile.
Ora, questo suo aspetto lo fece rabbrividire. Così simile a quello di Enigma che gli faceva domandare, a volte, se sarebbe peggiorato fino a diventare come lui.
Anche se il suo era solo un lieve perfezionismo, la situazione gli faceva pensare il contrario, preoccupandolo di una cosa invisibile e irrealizzabile.

La sua espressione rilassata e il suo portamento composto lottavano per mantenersi tali contro tutta l'angoscia che lo stava consumando da giorni, e che adesso lo incatenava davanti alla porta d'ingresso, a osservarsi senza avere il coraggio di uscire dal proprio monolocale.

Xavier inspirò, cercando di svuotare almeno in parte la mente sovraffollata di pensieri che lo avrebbero reso solo meno lucido.

Non servivano a niente, quelle preoccupazioni, continuava a ripetersi.

Allora perché non riesco a scacciarle come dovrei?

Il trillo acuto del campanello lo fece sobbalzare, strappandolo a quelle pressanti riflessioni.

«Sei pronto?» Appena aprì la porta, lo sguardo attento di Zelda iniziò subito a squadrarlo da capo a piedi.
Stava appoggiata allo stipite della porta, non entrò in casa.

«Lasciami prendere il cappotto, arrivo.»

Zelda chiuse la porta dell'ascensore, poi si lasciò sfuggire un sospiro forse fin troppo malinconico, che fece sorridere Xavier.

Ormai aveva rinunciato a sapere cosa vorticasse nella mente della sorella, anche se in quella situazione poteva intuirlo, ma la vista di Zelda, immersa in chissà quale intricato pensiero e distante da tutto il resto, lo aveva sempre ipnotizzato.

La notò osservarsi la chioma che le scendeva quasi fino a metà collo e che come suo solito aveva sistemato all'indietro.
L'unico particolare differente dalla moda femminile vintage che tutte ormai vestivano.
Xavier amava vederla con quell'acconciatura che, seppur originaria del periodo noir, era soprattutto utilizzata da uomini.

Lei diceva sempre che odiava farsi la permanente necessaria per creare le capigliature a onde che andavano di moda a Detroit, e che comunque non si sarebbe piaciuta.
Così aveva optato per quel diverso stile, che reputava più raffinato e adatto al suo viso.

«Non cambi mai, vero?» le chiese all'improvviso Xavier, sorridendo divertito.

Zelda lo guardò perplessa.
«Che cosa intendi dire?»

«I capelli,» rispose lui indicando i propri per farle intendere meglio, «ti sei affezionata a quella acconciatura.»

Lei lo osservò e sorrise appena, muovendo la testa in segno di diniego.
«Piuttosto che la permanente» disse soltanto, annodando la cintura del cappotto.

Sul volto di Xavier riaffiorò un nuovo sorriso, più dolce e intimo di quello precedente.
«Stasera, non dare peso agli altri. Nemmeno a Carter, d'accordo?» sentenziò, aspettando ansioso una risposta da parte di Zelda, seguendone ogni suo movimento.

Sono stato troppo diretto, si rimproverò.
Con Zelda bisognava adottare la stessa estrema delicatezza che si avrebbe avuto con uno scheletro di riccio marino.
Era necessario mantenersi sempre in punta di piedi, o il temporaneo legame che si era instaurato finiva per disfarsi all'istante.

EnigmaWhere stories live. Discover now