Capitolo 8

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< Lexa > mi chiama una volta che mi ha raggiunta fermandosi qualche secondo per prendere fiato dopo la corsa < Lexa ti chiedo scusa >
Rimango momentaneamente in silenzio perché voglio che sia lei a parlare adesso.
< non volevo reagire così...è che mi hai colta alla sprovvista > dice diventando tutta rossa, è così tenera, si imbarazza anche solamente a parlare di un bacio, non mi stupisco che prima abbia avuto quella reazione.
Adesso mi guarda aspettando che risponda, ci guardiamo negli occhi un istante e poi cedo < non importa, non avrei dovuto, scusami tu >
Vedo che apre la bocca per cercare di dire qualcosa ma non riuscendoci la richiude, così pensando che la conversazione sia finita anche se non ne ho certamente voglia mi allontano da lei per lasciarle il suo spazio.
< Lexa aspetta > grida ancora, mi fermo senza girarmi e resto in ascolto.
<Per...per...> sento l'indecisione nella sua voce, trema e balbetta leggermente < per...l'alleanza, non voglio che sia tutto finito, ti prego > mi implora e anche se lei me lo sta chiedendo come se fossi io a farle un favore non ha idea di quanto queste parole mi facciano piacere e mi scaldino il cuore.
Stare con lei e proteggerla è tutto quello che desidero, è così strano anche per me da spiegare perché non mi era mai capitato con nessuno di sentire queste sensazioni.
< Non vuoi rompere l'alleanza? >
< no, non l'ho mai voluto fare >
Le sorrido e subito lei ricambia, quegli occhi blu, brillanti, lucenti, capaci di rendere prezioso ogni gioiello, e quel sorriso così...sembrava...sembrava di vedere il sole quando lei rideva, devi credermi.
Quando qualcuno si sente addosso quello sguardo è inevitabile che ti esploda qualcosa dentro squarciando ogni tua certezza.
Adesso ha smesso di ridere e la sua bocca si è richiusa, il suo sguardo si è abbassato e continua a fissare il pavimento con un'aria piuttosto triste.
< Tutto bene Clarke?>
< si...si tutto...bene> risponde con la voce un po' più acuta del solito.
< chiaramente non è così, se non vuoi parlarmene non c'è problema ma sappi che per qualunque cosa io ci sono> mi rendo subito conto di quello che ho detto e vorrei tanto essere stata zitta, non voglio assillarla o essere invadente eppure lei sembra non farci caso, anzi mi stupisce anche la sua risposta.
< Grazie, è solo che...> prende un grosso respiro e finalmente incrocia i miei occhi < non voglio restare sola in questi ultimi giorni >
Il mio cuore salta un battito, la gola mi sembra improvvisamente secca, la mia lingua è attaccata al palato e cerco invano di deglutire, non dovrei chiederglielo per diversi motivi, tra i quali lei potrebbe dirmi di no, potrei aver frainteso e questo mi distruggerebbe e inoltre non ho idea di cosa succederebbe se ci scoprissero ma è più forte di me e anche se raramente infrango le regole e mi spingo oltre gli schemi questa volta sento il coraggio per farlo.
< ti va di venire con me? Conosco un posto bellissimo >
Sgrana appena gli occhi sorpresa da ciò che le ho appena domandato < cosa sarebbe?>
< ti fidi di me?> le chiedo e lei annuisce timidamente, le prendo la mano e la sento sussultare, evitiamo l'ascensore e ci dirigiamo lungo le scale correndo, fortunatamente gli appartamenti del distretto 2 sono tra i primi così sono solo pochi piani, appena arriviamo mi guardo bene intorno per vedere se c'è qualche pacificatore o guardia che ci possa bloccare.
< Lexa io non so se posso > mi confessa quando la sto facendo entrare.
< oh sicuramente non puoi >
< allora...io non credo di...>
< fidati di me...non ti farò niente promesso>
< non è quello, solo che...>
La interrompo di nuovo mettendomi un dito davanti alla bocca e facendo un cenno con la testa verso la porta per farle capire che non dobbiamo parlare, appena entrate noto con gioia che non c'è nessuno così ancora correndo la porto in camera mia e finalmente le lascio la mano.
< Lexa...> inizia lei timidamente ma io le indico la scala
< dobbiamo salire, e siamo arrivati, ne vale la pena >
Un gradino dopo l'altro ci troviamo sul tetto, una lieve brezza ci scompiglia i capelli e noto con piacere che questa sera i rumori urbani sono meno percepibili regalandoci il silenzio della notte.
Mi siedo sul cemento e lei mi imita, tiro fuori un fiammifero e accendo una candela.
< Mi hai portato fin qui per vedere una candela ?>
< Claarke > la ammonisco.
< scusa scusa...allora cos'era, per creare atmosfera? >
Mi volto verso di lei non capendo le sue parole < no, mi piace solo il fuoco > ammetto < la parte bella non è qui giù, ma lassù > dico indicando il celo e appena segue il mio dito con il suo sguardo io ammiro lo spettacolo...e anche le stelle.
< Wow, è incredibile > esclama con il collo ancora rivolto verso l'alto, sentire il suo corpo così vicino al mio mi fa venire i brividi, avverto il suo calore che mi scalda nonostante la fresca temperatura e il mio cuore è troppo leggero in questo momento.
< amo le stelle >
E io amo te Clarke.
Penso che chiunque guardi la mia situazione in questo momento mi darebbe della folle, forse persino la me di tre giorni fa lo avrebbe fatto ma non so spiegare le emozioni che provo a parole.
La fiducia incondizionata, la sensazione di conoscere questa ragazza, il modo in cui mi sembrano familiari i suoi gesti e le sue parole, probabilmente l'ho incontrata in un'altra vita o probabilmente la consapevolezza di essere stata estratta per gli Hunger Games mi ha fatto impazzire e queste sono le conseguenze.
Non so nulla con certezza, non credo neanche di sapere più chi sono io.
Prima avrei detto una ragazza sfortunata che ha vissuto una vita triste, piena di sofferenza e privata dell'unica forma di amore che avesse mai avuto da una violenza irascibile, avrei detto una ragazza senza scopo e senza speranza, senza alcuna ispirazione, una che dalla vita non ha mai saputo ritagliare affetto e tenerezza, che non lo ha mai saputo accogliere e riconoscere.
Qualcuno con troppi traumi per la sua età, con più demoni che amici, con enormi problemi di fiducia e attaccamento, ma ora, ciò che sto provando in questi ultimi giorni non si coniuga con la persona che sono stata per 17 anni, questa forza esplosiva che mi ha scaturito questa ragazza non può essere ignorata, neppure se è successo nel momento meno opportuno di tutti.
Guardo il cielo e sospiro un po' nel cuore, chissà quanti universi ci sono tra le stelle, quanti buchi neri hanno assorbito qualcosa che ora non esiste più, quante galassie e quante vite.
L'unica cosa che spero, l'unica che potrebbe darmi conforto, è sperare che in almeno una di queste io possa stare con te Clarke, che io possa essere finalmente felice.
Tutto il resto sono solo luci su un cielo nero.














16 ottobre 2020

THE HUNGER GAMES- ClexaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora