6. Delusioni

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Katie. Eccola, devo andare assolutamente da lei. "KATIE!" Urlo. Si gira immediatamente e vedendomi non sorride più di tanto, come invece faceva solitamente. Come darle torto. "Ehi ciao Nic. Ora non posso devo correre a casa" Oh. "Ma devo parlarti Katie!" "Non posso Nic, me ne devo andare" "Okay come vuoi". Bene, meglio di così non poteva andare.

E come sempre perdo il bus per tornare a casa. Quello stronzo dell'autista mi ha anche vista mentre sbraitavo e mi sbracciavo come una disagiata mentale per farlo fermare, e lui cosa ha fatto? Per tutta risposta mi ha fatto un sorrisino compiaciuto come a dire "Ciao sfigata io me ne vado e ti lascio a piedi!"

Tipico.

Questo vuol dire che devo camminare per venti minuti buoni prima di arrivare a casa. Decido di iniziare a camminare e dopo aver sudato come un asino apro la porta di casa trovandola vuota. Mia madre era ancora a lavoro, sarebbe tornata verso le 6. Salgo in camera mia e dopo aver letteralmente lanciato lo zaino in un angolo della stanza, mi butto a peso morto sul letto. Casa mia era abbastanza accogliente, a due piani, con un bagno annesso a camera mia, uno alla camera di mia mamma, che un tempo condivideva con mio padre, e un altro bagno al piano terra. Ci sono cinque stanze al piano superiore, la mia, quella di mamma, un'altra per eventuali ospiti, uno studio che fa anche da libreria, data l'innumerevole quantità di libri che abbiamo a casa, e uno sgabuzzino dove mi nascondevo sempre da piccola, quando ero triste o arrabbiata.. a dire la verità lo faccio ancora, è come una specie di rifugio per me. Giù invece c'è la cucina, il salotto con un caminetto di mattoncini che mi ha vista crescere, letteralmente. Tutti gli anni era la stessa storia, in inverno mi ci piazzavo davanti per osservare incantata la dolce danza che facevano le fiamme, e spesso, lo facevo accanto a mio padre, passavamo ore davanti a quel camino. No, basta pensare a lui. Avevo un pomeriggio libero, dato che mi ero già avvantaggiata con i compiti.

Bene, festa grande! Adesso uscirò con tutti i miei milioni di amici e ci divertiremo un mondo!

Okay forse è meglio smettere con quest'ironia spicciola. Potrei chiamare Katie, visto il modo in cui l'ho trattata stamani forse si merita delle scuse da parte mia. Prendo il cellulare che avevo poco delicatamente lanciato sul cuscino e compongo il suo numero.

"Pronto?" Mi risponde dopo un'infinità di tempo. "Ehi Katie, com'è?" Sono un pò nervosa, per questo inizio a mangiarmi le pellicine intorno all'unghia. "Io.. ehm.. bene si ma ora non posso parlare, ci risentiamo ciao Nic"

"Asp.." sento il tu tu tu della linea ormai caduta. Oh, benissimo. Scendo giù e prendo un trancio di pizza avanzato da ieri sera mentre mi metto velocemente il giubbotto. Devo ancora riprendermi dalla vista della sbobba della mensa. Beh, se lei non può parlare allora vado io da lei per parlarle. Devo assolutamente chiederle scusa, sono stata veramente stronza stamattina. Imbocco la prima strada a destra, che mi conduce a casa sua; abitiamo abbastanza vicine, a più o meno 10 minuti a piedi. Appena vedo la porta di casa sua suono il campanello e mi strofino le mani, il freddo inizia a farsi sentire di più a quest'ora, e il sole inizia a tramontare. Sento il rumore dei passi da dentro che si avvicinano alla porta ma stranamente sento anche una risata che non appartiene a lei. Apre la porta e la vedo con un'altra ragazza che però è voltata, non riesco a riconoscere chi sia. Le vedo ridere e scherzare come se si conoscessero da una vita.  Rimango veramente delusa da questa situazone. Lei sgrana gli occhi appena mi vede. Forse si è accorta della mia delusione. Aveva da fare, come no. Sento gli occhi pizzicare

"Meno male che avevi da fare! Chi ero io? La tua? Migliore amica? Quanto ancora vuoi mandare avanti questa farsa? Non hai tempo per la tua migliore amica perché sei impegnata a.." Lo so sono un pò impulsiva, ma queste piccole cose mi danno fastidio. Ma mi rendo conto di aver fatto bene ad averle detto tutte quelle cose;

Non posso crederci. Rimango ancora più di sasso appena vedo chi è che si è appena voltata.

"MADISON?!"

"Ehi Barteens! Ma che piacere vederti qua! Uuu a quanto pare questo non è reciproco però.. ops!"

A quanto pare si è accorta dell'espressione sulla mia faccia. Mi volto verso Katie e con un buco al posto del petto la guardo negli occhi. "Ah è per questo che non potevi parlarmi giusto? Dovevi divertirti con la tua nuova amichetta. Pensavo che tutte le ore passate a parlar male di lei e a osservare i suoi comportamenti da troia avessi capito che tipa è Rebecca! Ma a quanto pare niente era vero. Fai schifo sai? Sei solo una grandissima falsa. La nostra amicizia sarebbe durata per sempre. Me lo avevi promesso." Le sputo queste parole tutto d'un fiato. Rebecca non aspetta altro "Ehi Barteens, ma hai mai pensato che magari fai schifo anche alla povera Katie, oltre che a metà della scuola? Prova a pensarci un attimo tesoro." Dice prendendo le difese di Katie. Mi guarda con un sopracciglio alzato mentre Katie sorride falsamente, sembra soddisfatta della sua nuova amica e di quello che ha appena detto. Non posso stare un minuto di più di fronte a quelle due. Mi giro e inizio a correre più velocemente possibile, attarverso la strada rischiando di farmi arrotare; sento i polmoni che bruciano, le mie gambe che iniziano a far male ogni volta che poggio un piede in terra. Non riesco a mettere due pensieri in ordine, penso solo a correre più veloce che posso, senza fermarmi.

Sola.

Sola, come sono sempre stata. E forse è destino che sia così, che io debba restare da sola, a combattere contro il mondo senza nessuno al mio fianco. Mia madre me l'ha sempre detto, mi ha sempre messo in guardia. "Impara a vivere contando solo su te stessa. Non riporre mai troppa fiducia in una persona sola, le persone non sono affidabili, vogliono sempre qualcosa, se si interessano a te. Non è mai solo puro interesse, c'è sempre un doppio scopo. Impara a fare affidamento solo su te stessa Nic."

Aveva ragione.  Lei aveva fottutamente ragione, e io come una stupida mi sono fatta abbindolare.
Un'altra volta.

Apro la porta di casa e di nuovo lancio via il giubbotto e corro per le scale. Mi butto sul letto e inevitabilmente sento gli occhi pizzicare, le lacrime iniziano a correre per le mie guance senza sosta.

Sola.

Sento bussare alla porta, ma non dico niente, continuo a piangere ininterrottamente. "Nic" non rispondo, non ho intenzione di farlo. "Nic cosa è successo?"

"Lasciami in pace! Vattene da camera mia!" Mia madre mi guarda, noto un briciolo di apprensione nel suo sguardo di madre. Di solito è sempre scontrosa con me, non permette di lasciar trasparire alcuna emozione.

La vedo uscire sconsolata e non posso biasimarla. Prendo le cuffiette e mi rinchiudo in un mondo, nel mio mondo, nel mondo dove non sarò mai sola. Nel mondo dove nessuno ha una doppia faccia, nel mondo dove chi non mi conosce racconta la mia vita meglio di chiunque altro. Inizio a pensare che forse dovrei parlare con mia madre, in fondo lei è l'unica che c'è sempre stata, pur se dietro alla sua corazza che forse, proprio come me, usa come scudo. Devo parlarle assolutamente. Da sola non posso farcela, io non sono forte come lei.

"Did I disappoint you
Or leave a bad taste in your mouth
You act like you never had love
And you want me to go without
Well it's too late tonight
To drag the past out into the light
We're one, but we're not the same
We get to carry each other carry each other"

***

Saaalve! Come state belle donne? Finalmente sabato uuu!♧

Ecco qui il capitolo! Non so se conoscete la canzone qua sopra, è One, degli U2. Ho pensato che fosse molto coerente al capitolo, il testo dice tutto!

Grazie a tutte quelle che leggono e che commentano la storia, spero di riuscire a aggiornare frequentemente!

Ciao a tutte, Fede :)

--- P.s: per chi volesse il mio we♥it è Niall's pizza 

Ciao ciaoo!!

Silence. (Harry Styles)Where stories live. Discover now