25. Bambina

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Me la prendo comoda, cammino lentamente per dei viottoli pieni di negozietti e bambini che corrono mangiando, con i genitori che alle spalle gli urlano di agganciarsi il giubbotto fino al collo e di non sudare troppo. Sorrido alla vista di un piccoletto che prende per la mano una bambina con degli occhi azzurri grandissimi, camminano come se già avessero capito che l'amore alla fin fine, andrebbe vissuto proprio come fanno due bambini, con un legame estremamente leggero e semplice.
Squilla il cellulare.
"Da: Abigail"
Rispondo subito
"Nicole!"
"Abigail!"
"Tesoro! Come stai?"
"Io credo bene, più o meno" nemmeno lo so io come sto, figuriamoci.
"Nic, c'è qualcosa che non va?"
"Nono, figurati Ab"
"Bene, allora per te non è un problema se vengo a trovar-"
"No! No, è che ora non posso, sono fuori a prendere un pò d'aria, magari ci vediamo un'altra volta, okay?" Mi affretto a risponderle.
"Nicole.. Lo sai che puoi sempre contare su di me quando c'è qualcosa che non va. Ci sentiamo quando vorrai tu, ti voglio bene" mi dice con voce sconsolata
"Anch'io Ab, e grazie"
Chiude la chiamata, e mi rendo conto che sono davanti a casa di Harry; devo suonare, ho scordato la copia delle chiavi sul comodino in camera. Aspetto pochissimo e subito la porta si spalanca.
"Entra" dice guardandomi negli occhi.
"Tranquillo, sarei entrata anche senza che tu me l'avessi detto" Rispondo noncurante. Mi fulmina letteralmente con lo sguardo, ma non gli do troppa importanza.
"Dov'eri?" Mi chiede mentre si toglie la maglia. Ma con comodo caro.
"Guarda che fuori è freddo, siamo agli inizi di Novembre" gli dico cercando di deviare l'argomento.
"Permetti che io faccia quel che cazzo voglio nelle mura di casa mia? E comunque non cambiare discorso, dimmi dov'eri"
"Ma scusa, permetti che io faccia quel che cazzo voglio, fuori dalle mura di casa tua?" Gli rispondo giusto per usare le sue parole.
Si avvicina con calma verso di me, mentre io mi siedo sul divano, inizio ad essere nervosa.
"Bambina, non cercare di fare la superiore, sappiamo entrambi che fra i due tu sei la fragile"
Dice con un sorriso beffardo che mi fa salire la voglia di tirargli un pugno in faccia. Nella mia immaginazione, ovviamente.
"Bene, vuoi saperlo? Sono stata con George" rimarco moltissimo il suo nome.
Ma al contrario di quello che mi aspettavo, la sua reazione è una semplice sbuffata, niente di più.
Nicole, per Dio, ficcatelo in quella testolina schifosa, a lui non interessa niente di te, tanto meno di George.
"Avanti, vieni con me"
Faccio per togliermi il giubbotto di pelle, ma vengo fermata subito.
"Quello ti servirà" dice con calma, mentre vedo che anche lui va verso l'attaccapanni a prendere il suo.
"Forza"
Mi prende per mano, e mi porta nel parcheggio posteriore, dove vedo la sua Harley 883, la moto più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
"O santa merda, quella è una 883! Non posso crederci!" Mi fiondo come una bambina a osservare la moto in ogni piccolo dettaglio.
"È meravigliosa! Quanti cavalli? E la cilindrata? Da quanto tempo ce l'hai? E cosa aspettavi a dirmelo!"
"Ehi ehi, piano bambina" sorride divertito
Sono completamente estasiata dalla moto, ma comunque sento quello che mi ha detto.
"Non voglio che mi chiami bambina, smettila"
"Come vuoi" alza le spalle
"Grazie"
"Prego bambina"
Mi volto verso di lui e gli tiro un pugno sul braccio. Okay, la mia intenzione era quella di fargli male, ma avanti, nemmeno se mi impegnassi al mio massimo ce la farei.
Mi guarda negli occhi, di nuovo, e mi sento avvampare, pensando a quanto mi senta piccola nei suoi confronti, anche fisicamente.
Senza che me lo aspetti mi carica sulla sua spalla come un sacco di patate.
Diciamocelo, non che mi dispiaccia, ma non posso concedermi il lusso di farglielo notare.
"Cretino mettimi a terra!" Gli tiro un pugno sulla schiena.
"Lasciami, avanti!"
Non so in quale complicatissimo modo mi rigira fra le sue braccia e mi mette seduta sulla moto. Resto veramente senza parole per la velocità con cui l'ha fatto.
"Vado a prendere i caschi" dice sorridendo ampiamente.
Però il suo sorriso è bello. Cioè, nel senso che non è un sorriso complicato o indecifrabile, è così semplice e sicuro allo stesso tempo..
Lo vedo arrivare con due caschi neri opachi, davvero belli
"Tieni, spero che non ti vada grande"
"Grazie"
Lo provo e mi sta a meraviglia, allaccio il cinturino e metto i piedi sulle piccole pedane del motore.
Si mette anche lui il casco e con un movimento abile sale sul motore. Mi prende le mani e le posiziona sui suoi fianchi. Cristo, quanto sono imbarazzata, lo tocco con la punta delle dita, mi vergogno troppo.
"Guarda che a questi punti se devi arreggerti con un dito puoi anche non tenerti, ma rischi di cadere"
"Correrò questo rischio" Dio, il mio orgoglio
"Reggiti e basta"
Mi prende le mani e le mette proprio sui suoi fianchi, al contatto mi sento avvampare. Per fortuna ho il casco..
Gira la chiave e parte.
"Dove andiamo?"
"Eh?"
"Dove andiamo ho detto"
"Nicole non ti sento, puoi parlare un briciolo più forte?!"
Dice con un filo di irritazione. Il rumore del vento e il rombo del motore fanno in modo che la mia voce risulti ancora più esile.
"DOVE CAZZO ANDIAMO STYLES"
"Ah! Vedrai! Ora stai zitta"
Cosa! La prendo un pò sul personale..
Mentre andiamo a una velocità elevata, mi sembra di essere leggerissima. Il rumore del vento, i cartelli e le persone che ci passano accanto solo per un mezzo secondo, mi fanno amare quel momento. Forse anche il fatto che io sia così aggrappata a lui, come se fosse un punto fisso, stabile.
Ma non lo è nemmeno per se stesso, figuriamoci per un'altra persona..
"Dopo cinque minuti lo vedo fermarsi davanti a una sorta di parco collinare, pieno di alberi.
"Ma non ti sembra un pò tardi per andare al parco..?"
"Vieni, dammi il casco" mi tolgo il casco con un pò di difficoltà e lo sento ridacchiare.
"Cos'è, hai troppo cervello e non riesci a far passare la testa dal casco?" Mi prende in giro
"Ah ah molto simpatico!" Gli porgo il casco e mi sistemo i capelli.
Sistema tutto sotto il sedile, mentre io inizio ad avviarmi verso il viottolo che conduce al parco.
Lo sento camminare dietro di me, e mi prende per mano.
Mi sento una bambina, non appena fra di noi c'è un piccolo contatto fisico mi sento subito avvampare!
Camminiamo in silenzio, ma grazie a Dio non è un silenzio imbarazzante.
Mentre camminiamo mi spinge leggermente sulla sinistra
"Ma dove vai? Ci sono gli alberi là, non puoi passare"
"Tu dici signorina?"
Scavalchiamo una siepe troppo alta per le mie gambine corte, e percorriamo qualche metro.
"Guarda bambina"
Mi giro sulla destra e vedo un bellissimo lago, piccolo, ma circondato di fiori e strane piante che non credo di aver mai notato.
"Mio Dio.." dico estasiata
"Sembri una bambina sai? Non puoi biasimarmi se ti chiamo così" mi dice con dolcezza quasi.
"Perché tutta questa dolcezza?" Glielo faccio notare, mi piace metterlo in imbarazzo.
Ci mettiamo a sedere su una distesa di foglie arancioni e marroni sotto un albero enorme ed estremamente imponente.
"Perché mi piaci bambina"
Mi volto di scatto, le foglie cadono sopra di noi con una danza leggera e flebile, la stessa che le farfalle iniziano a comporre nel mio stomaco.
"Come scusa?"
"Hai sentito bene piccolina"
Credo che mi giri un pò la testa
"Ahahaha okay Harry, puoi finirla adesso con questa scenata ridicola. Perché non vai a dirlo alla tua amica Madison che ti piace eh?"
"Chi? Rebecca? Ma non farmi ridere Nicole. Quella è capace solo di strusciarmi addosso le sue tette rifatte" dice ridendo, mentre mi arricciola una ciocca di capelli. Mi zitto immediatamente.
"Harry, i miei capelli sono già mossi, puoi anche smetterla" Sento una risata da parte sua, mentre io non riesco a smettere di pensare a quello che ha detto, sono in totale imbarazzo.
Lo guardo negli occhi, l'avessi mai fatto
Si avvicina, stranamente insicuro, e posa le sue labbra alle mie, un'altra volta, ma non faccio nulla per ritrarmi.
Ma non dovrei avere paura di lui?
Lo bacio, come se ne avessi un bisogno improrogabile, metto le mani sul suo collo, mentre lui mi prende per i fianchi. Mi metto a cavalcioni su di lui e continuiamo a baciarci come non potessimo staccarci nemmeno per un secondo.
Altro che farfalle, nel mio stomaco c'è una mandria di bisonti in corsa.
"Eieiei piccolina, con calma"
Il solito sorrisetto. Sono imbarazzata fino alla morte, mi ha praticamente detto di darmi una regolata.
Mi stacco da lui velocemente e mi metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Avanti, andiamo a casa"
Mi prende per mano e ci alziamo insieme, ci incamminiamo verso la moto.
"Resta da me Nicole"
Non gli rispondo, piuttosto sorrido, sappiamo già entrambi quale sarà la risposta.
Saliamo in moto ed arriviamo a casa, sale subito in camera, ma si ferma al terzo scalino
"Ti aspetto su okay?"
"Certo, vado in camera a prendere un pigiama" dico mentre annuisce e si avvia su.
Cazzo, il mio pigiama! Quello con la mucca rosa e nera?
Merda, non c'avevo pensato, non mi sembra il caso!
Corro in camera di Niall, e come mi aspettavo non c'è nessuno. Prendo una maglia nera molto larga e dei pantaloncini grigi.
Prima di entrare in camera di Harry busso la porta.
"Vieni bambina"

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Ciao a tutte! Non mi dilungherò troppi, spero solo che vi piaccia il capitolo, e che votiate, aspetto dei commenti!
Al prossimo aggiornamento!
Fede

Silence. (Harry Styles)Where stories live. Discover now