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Revisionato ✅

<<Quindi fate una piccola versione a vostra scelta, prendetela dal libro dell'anno precedente, in modo da farvi tornare in mente alcune cose e studiate le pagine inerenti a quello che abbiamo detto oggi e... Oh! Ecco la campanella ci vediamo domani ragazzi>> concluse la professoressa Moore convinta che qualcuno la stesse ascoltando. Infilò i libri nella sua borsa marrone e uscì dall'aula ancora prima degli studenti, aveva una gran fretta.
<<Che palle è il primo giorno di scuola e questa già spiega>> si lamentò Sophie stendendo le braccia lungo il corpo e sbattendo la testa sul tavolo. Ovviamente per tutta le lezione aveva dormito a occhi aperti, aveva spento completamente il cervello e in quei pochi attimi in cui era acceso stava pensando a cosa mangiare a pranzo. La professoressa senza volerlo le aveva fatto venire un certo languorino. Nicole, che era seduta davanti a lei, si girò dietro.
<<Non è stato così male, ha spiegato solo un paio di pagine>> disse scherzosamente. Per fortuna aveva preso appunti, li avrebbe dati a Sophie per semplificarle il lavoro, così quando a casa avrebbe aperto il libro non si sarebbe trovata del tutto su Marte.
<<Si>> replicò seccata <<Lo è stato>>
<<Va bene allora che ne dici se andiamo a farci un giro per la scuola? Ho sentito che quest'estate hanno fatto delle modifiche>> disse Nicole, poi guardò l'orologio. <<Abbiamo ancora diversi minuti prima di matematica>> la sua era una domanda ma non aspettò una risposta, prese Sophie per mano e la trascinò fuori dall'aula ormai vuota.
Nel corridoio incrociò lo sguardo di Olivia, del suo gruppetto di amiche e di tutti i ragazzi che le pendevano dalle labbra, che erano ben pochi. Bisbigliarono e la guardarono da capo a piedi. Nicole non si fece abbattere dalla vocina nella sua mente che le suggerì che stavano sparlando di lei, perciò proseguì per la sua strada a testa alta.
Passò davanti agli armadietti, la maggior parte erano colorati e pieni di adesivi e alcuni avevano anche delle scritte. La sua attenzione fu colta da due armadietti, uno affianco all'altro, si completavano il disegno a vicenda: metà dell'enorme pesce verde era sul primo armadietto e l'altra metà sull'altro. Uno di quei giorni lo avrebbe fatto anche lei, sarebbe stato un buon modo per impegnare qualche ora del suo tempo quando non aveva nulla da fare, dopo essere tornata a casa da scuola avrebbe pensato a come decorare il suo armadietto. Avrebbe voluto che fosse colorato ma non troppo e ogni volta che andava ad aprirlo voleva poter dire:<<Oh si, ho fatto proprio un ottimo lavoro>>. Essere sempre fiera del suo lavoro e di ogni cosa faceva era una delle cose del suo carattere di cui andava più fiera perché non lasciava mai nulla al caso e ricontrollava centinaia di volte che fosse tutto perfetto. Nella vita aveva imparato che non c'era cosa più soddisfacente dell'essere fieri del proprio lavoro. Inoltre, all'interno del suo armadietto voleva inserire qualche foto ricordo che per lei significava molto, come ad esempio quella sua e di Sophie delle medie subito dopo aver dato l'esame finale. Si. Per iniziare l'anno scolastico al meglio, decorare l'armadietto era il modo giusto.
Lì a New York, la EF Academy era una delle più grandi scuole private e la vernice nuova dava alla scuola un odore di fresco. Nicole alzò gli occhi al soffitto e fece cenno anche a Sophie di farlo per farle capire che le modifiche di cui parlava prima erano proprio sulla loro testa, videro nuovi affreschi: due rose spinose colorate solo di bianco e nero si intrecciavano e alla fine del loro busto i petali erano rigogliosi. Quella era l'unica parte della scuola dove il soffitto non era totalmente bianco e Nicole per un attimo ha la brutta sensazione di trovarsi in un ospedale. Quando era piccola sua madre l'aveva portata a fare un vaccino in un ospedale e lì le pareti erano tutte terribilmente bianche, eccetto quella dove c'era il dottore, il quale aveva detto a Nicole di sedersi e guardare il soffitto così non avrebbe sentito il dolore della puntura. La bambina obbediente aveva eseguito gli ordini e era rimasta completamente incantata da tutti i colori del soffitto, pieno anche di adesivi enormi di ogni genere. Dopo qualche secondo il dottore orgogliosamente gli aveva detto di aver fatto e Nicole si era resa conto che quella stanza era fatta apposta per far distrarre i bambini e per non fargli sentire dolore durante il vaccino, gli occhi dei bambini sono inpressionabili con poco. Così quelle rose del soffitto della sua scuola le fecero tornare in mente quella stanza di ospedale. Però, contrariamente all'ospedale, le altre pareti della scuola non erano bianche, solo i soffitti lo erano, in ogni aula le pareti avevano un colore diverso, ad esempio nell'aula di chimica erano verdi, in quella di matematica blu e così via.
Proseguì finché non arrivò davanti una grande scalinata che portava agli altri piani. Era rimasta un po' delusa, pensava di trovare più cambiamenti, invece erano state dipinte solo quelle rose, il resto delle stanze era ancora a tinta unita, semplice.
Ma sapeva una cosa per certo, al secondo piano avevano costruito un'enorme biblioteca e lei voleva vederla ad ogni costo, anche se significava prendersi una sgridata dalla professoressa di matematica. Rimase qualche secondo immobile pietrificata al ricordo dell'ultima volta che era stata lì: era stato qualche mese prima, quando lei e suo cugino Liam avevano saputo della costruzione della biblioteca erano andati davanti alla scala per provare a salire e vedere come procedevano i lavori, ma la strada era sbarrata da lunghe transenne rosse.
Fece un bel respiro e salì la prima rampata, Sophie le andò dietro.
Si sentì una principessa a salire una scalinata così grande e larga, le mancava solo un abito con un lungo strascico e si sarebbe potuta immergere in qualche fiaba, magari Cenerentola. Per lei trovarsi in una biblioteca così grande e sapere che poteva andarci quando voleva, perché era nella sua scuola, era un sogno, perché amava leggere. Adorava sfogliare le pagine dei libri e sentirne l'odore. A ogni parola che leggeva le si apriva un mondo nuovo, era fatta così: sognante.
Alla fine della grande scalinata c'erano gli giganteschi scaffali, stracolmi di libri, e su ognuno di essi era poggiato un cartello con scritto il genere della zona. Il primo che si trovò davanti era la fantascienza, seguito dal giallo. Alla sua destra c'era la scrivania della bibliotecaria con su solo una penna e il registro dei libri dove annotava chi prendeva quale libro, la data in cui lo portava via e il giorno entro cui doveva restituirlo. Nicole si diresse dalla parte opposta fino ad arrivare allo scaffale dei romanzi rosa. Aveva sempre amato questo genere, questa sua passione era dovuta ai numerosi cartoni animati che guardava da piccola nei quali c'era sempre qualche storiella d'amore idealizzata proprio per i bambini di quella giovane età.
Andò da uno scaffale all'altro mettendo ogni tanto la mano su qualche copertina, come se con un tocco riuscisse a capire e leggere la storia in pochi secondi, era completamente immersa nella sua fantasia non guardava neanche dove andava e... pouf!
<<Scusa mi dispiace tanto ero assorta nei miei pensieri e... >> si accorse di aver fatto cadere tutti i libri al ragazzo con cui si era appena scontrata <<Aspetta ti aiuto>> si chinò per aiutarlo a raccoglierli e con la coda dell'occhio vide che Sophie non era più dietro di lei.
<<Non scusarti è anche colpa mia non guardavo dove andavo>> disse il ragazzo con voce calma e tranquilla.
Nicole mentre tirò a sé i libri per poterglieli ridare notò che fra quelli ce ne era uno in particolare, che aveva già letto e che la affascinava maggiormente.
<<Ottima scelta>> gli disse guardando la copertina <<l'ho letto due volte e posso assicurarti che non c'è storia più appassionante di questa>>
<<Ti credo sulla parola>> disse lui.
Nicole nel frattempo gli riconsegnò i libri che lo aveva aiutato a raccogliere.
<<E fai bene. Non credo ci sia storia che possa essere paragonata a questa, almeno che non calcoli i Promessi Sposi, ma in ogni caso tralasciando le opere di Alessandro Manzoni, credo che questo sia un libro che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita. Credo che questo libro possa far cambiare molte delle idee che si hanno prima di leggerlo, per me per lo meno è stato così, ogni pagina era una riflessione, tra l'altro la protagonista è uno dei personaggi più interessanti che io abbia mai visto>>
<<Accidenti! Perché ho l'impressione di aver appena incontrato un'inguaribile romantica?>>
<<Beh, perché magari è successo>> disse Nicole sorridendo, era fiera di esserlo.
Il ragazzo ricambiò il sorriso e tendendo una mano in avanti disse:<<Piacere Axel>>
<<Nicole>> disse lei stringendola in segno di amicizia. I suoi occhi neri avevano qualcosa di familiare ma in quel momento Nicole non riuscì a capire cosa, era come se li avesse già visti, ma era certa di non aver mai incontrato quel ragazzo in vita sua. I capelli marroni erano lisci, talmente lisci che sembrava l'avesse leccato una mucca.
<<Muoviti Nicole, la campanella sta per suonare>> disse Sophie sbucando da dietro l'angolo, la ragazza scostò una ciocca dei suoi capelli biondi dietro l'orecchio e, dopo aver rivolto un saluto veloce ad Axel, la seguì
<<Chi era?>> chiese Sophie dandole una spallata amichevole. Stavano ripercorrendo la scala per scendere e andare in classe.
<<Nessuno>> rispose Nicole stuzzicando ancora di più la curiosità dell'amica. Si lanciarono una lunga occhiata e poi proseguì <<O perlomeno nessuno che mi piaccia, so dove vuoi arrivare, ma io ti ho già detto che mi fidanzerò solo quando avrò trovato qualcuno che mi faccia stare davvero bene, che mi capisca e mi faccio provare avventura. Voglio un amore che mi ricorderò per sempre, anche se durerà solo due giorni, ma in questo momento non voglio una storiella con uno qualunque>>
<<E quando pensi di trovarlo questo ragazzo-meraviglia? Quando sarai vecchia e decrepita?>> disse Sophie prendendola in giro e facendole smorfie.
<<In realtà io... >>
<<Hai finalmente trovato qualcuno che ti piace e non me l'hai detto? Raccontami. Come si chiama? Quanti anni ha? Voglio sapere tutto>> la voce di Sophie suonò sorpresa e stridula, ma soprattutto curiosa. Nicole con i ragazzi era molto selettiva, l'ultima volta che si era fidanzata era stato due anni prima, aveva detto che gli piaceva, non che ne era innamorata, infatti la storia non era durata neanche due mesi. Si chiamava Calros e veniva dal Portogallo, si trovava lì perché con una borsa di studio che aveva vinto gli era stato regalato un anno da trascorrere, con una famiglia che lo avrebbe ospitato in quel periodo di tempo, in un luogo qualsiasi degli Stati Uniti. Sophie tratteneva sempre una risata quando ripensava al suo strano nome, si erano conosciuti a una fiera della città. Sembrava perfetto all'inizio, invece preferiva uscire con i suoi amici piuttosto che con Nicole, non si curava per niente di lei, come se non avesse una fidanzata. Nicole c'era stata male molte volte, anche se il suo non era vero amore, le piaceva passare del tempo in sua compagnia, ma per lui non era lo stesso. Perciò un giorno aveva messo fine alla loro non-storia con un messaggio.
<<Parla piano>> la zittì Nicole
<<Non so niente di lui, ma penso che sia di questa scuola, l'ho visto questa mattina all'entrata prima che mi dicessi di guardare Dylan, era vestito tutto di nero e per un attimo ci siamo guardati, è come se fossi stata colpita da un fulmine, all'inizio ero rimasta immobile senza muovere un muscolo, ma poi volevo solo correre e raggiungerlo, prendergli la mano e continuare a guardarlo negli occhi, ammirare tutto di lui mentre le nostre labbra piano piano si avvicinavano e io assaporavo il suo profumo. È stato amore a prima vista, è tutto quello che ho sempre desiderato>> concluse. In realtà lei non si era mai chiesta in quel breve arco di tempo se era l'uomo della sua vita, le parole che aveva detto a Sophie le erano uscite dalla bocca da sole, era il cuore a parlare. Ma di una cosa era sicura, era innamorata. E era sicura anche che lui sentiva le stesse cose che provava lei.
<<Wow da come ne parli sembri proprio esserne attratta davvero, ma perché non ti sei data una mossa e non hai corso veramente per raggiungerlo?>>
<<Per dirgli cosa? "Ei scusami visto il nostro scambio di sguardi volevo darti il mio numero di telefono">> disse ironicamente
<<Io lo avrei fatto>>
<<Sarei sembrata una sciocca>>
<<Questo è il tuo pensiero, non il tuo>> le fece notare Sophie.
In ogni caso Nicole non voleva rimuginare su quel che era fatto e che ormai non si poteva più cambiare. Non era corsa da lui e non aveva fatto nulla per far arrivare a lui qualche informazione su di lei, nonostante lo avesse pensato e ormai era troppo tardi. "Se è destino ci ritroveremo" si disse Nicole.
<<Comunque hai detto che potrebbe essere di questa scuola visto che l'hai visto all'entrata poco prima del suono della campanella, quindi potrebbe essere alla festa della prossima settimana>> disse Sophie allegramente. Nicole incuriosita alzò il sopracciglio e entrambe continuarono a scendere le scale.
<<Quale festa?>> chiese
<<Ma non lo sai? Domenica prossima ci sarà un party per l'inizio dell'anno, verrà tutta la scuola quindi sicuramente ci sarà anche lui>> le spiegò Sophie. Nicole nonostante non amasse la confusione e preferisse restare a casa nel suo comodo letto a scrivere nel suo diario annuì con la testa, desiderava ritrovare quel ragazzo più di ogni altra cosa. Non era completamente sicura che si trattasse di un ragazzo della sua scuola visto che lo aveva visto andare nel parcheggio, probabilmente verso la sua auto, prima che suonasse la campanella. Ora le cose erano due: o si era dimenticato qualcosa ed era andato a prenderla, oppure non era un ragazzo della scuola e a Nicole faceva piacere pensare che fosse la prima. Improvvisamente le venne in mente che poteva esserci una terza opzione, ovvero che lui fosse un professore, il che sarebbe stato alquanto strano e forse anche un po' imbarazzante quanto improbabile vista l'età che dimostrava. In ogni caso l'unico modo per togliersi questo pesante dubbio era andare alla festa e vedere se lui si sarebbe presentato. Iniziò subito a pensare cosa avrebbe potuto dirgli per iniziare una conversazione con lui. Se lo era fatta scappare una volta, ma non avrebbe ripetuto lo sbaglio. Pensò di versargli addosso qualche bevanda per poi scusarsi, ma considerando la sua ansia per tutto sicuramente non ci sarebbe mai riuscita a far filare tutto per il verso giusto. "Potrei inciampare goffamente e cadergli addosso, ma alcontempo mi mostrerei maldestra" riflettee "Sophie sicuramente saprà trovare un modo" si disse senza riuscire a farsi venire in mente nient'altro e scartando tutto quel che le passava per la testa.
Ci fu un minuto di silenzio tombale, all'improvviso si sentirono dei passi, rumori di tacchi a spillo, l'aria si fece inquietante. "Cazzo che atmosfera spaventosa, sembra di stare in qualche film Horror" pensò Nicole. Da dietro l'angolo alle loro spalle all'inizio del corridoio comparve la signorina Brown, la preside della scuola. Aveva una lunga gonna nera a tubino che le copriva il ginocchio e una maglia rosa, con disegnati dei fiori, che non le si adattava per niente per il ruolo che esercitava nell'istituto. I suoi strani occhiali lanciavano alle ragazze la sfida di non scoppiare a ridere, se lo avrebbero fatto probabilmente sarebbero state sgridare. I lineamenti del suo viso - per non parlare delle innumerevoli rughe - facevano sembrare che avesse almeno quindici anni in più, se li portava davvero male. Allo stesso tempo però i suoi capelli rosso naturale a caschetto e il suo modo di vestire la facevano sembrare più un'adolescente che una vecchia. Una busta in testa avrebbe risolto tutto.
<<Nel mio ufficio>> disse severamente la Brown. Sophie e Nicole si scambiarono solo degli sguardi senza fare un fiato per cercare di capire cosa potesse essere successo. In solo la metà del primo giorno di scuola cosa potevano aver fatto di tanto grave da essere convocate nell'ufficio della preside?
<<Signorine Nicole Deveraux e Sophie Allen>> la Brown si zittì per un attimo. Si era appena seduta sulla sedia e socchiuse gli occhi per vedere se aveva letto bene i loro nomi sul foglio che aveva fra le mani. Non sentendo alcuna correzione da parte delle ragazze continuò <<Cosa facevate nel corridoio dopo il suono della campanella?>> chiese con impazienza. Incrociò le mani sul tavolo dopo essersi tirata su gli occhiali per non farli scivolare dalla punta del naso e le scrutò attentamente.
Nicole che era sempre sveglia e pronta a tutto disse la prima cosa che le venne in mente, cercò di usare la massima cortesia.
<<Ci scusi preside, sappiamo che noi ora dovremmo essere a lezione di matematica ma siamo state completamente attratte dalla bellezza della biblioteca nuova, eravamo estremamente curiose di vederla. Ci siamo immerse nella lettura e non abbiamo sentito la campanella, non ricapiterà più>>. In realtà non aveva letto nulla oltre i titoli dei libri, non ne aveva avuto il tempo. Attese con ansia la risposta della preside, si aspettava qualche ora di punizione pomeridiana e giurò a se stessa di stare più attenta la prossima volta.
<<Siete consapevoli che tutte le regole di questa scuola sono importante, compresa quella di non circolare per i corridoi dopo il suono della campanella, vero?>>
<<Certamente>> rispose Nicole
<<Bene, non ne avevo dubbi. Vedo dal vostro fascicolo che ormai questo è il terzo anno per voi qui>>
<<Esatto>>
<<Spero che in primo abbiate letto il foglio che è stato sicuramente distribuito a tutti con le regole di quest'istituto>>
<<Certamente>> rispose di nuovo prontamente Nicole, lei lo aveva fatto fatto, Sophie aveva buttato il foglio nel primo cestino che aveva trovato, ma nonostante questo nel corso degli anni avevano imparato quali erano tutte le regole che dovevano rispettare. Quella di quel momento era stata solo una distrazione.
<<D'accordo, per questa volta potete andare senza nessuna punizione, ma che non ricapiti più>> Nicole rimase del tutto sorpresa, di solito la Brown se convocava qualcuno nel suo ufficio non lo lasciava mai uscire senza aver imparato la lezione, eppure quest'oggi l'aveva fatto. "Forse non si sente bene e si vuole liberare di noi al più presto "pensò Nicole, ma non rimase molto a rifletterci, prese l'amica per la mano e dopo aver ringraziato e salutato la preside uscirono abbastanza in fretta prima che potesse cambiare idea.
<<Ho iniziato a sudare freddo quando l'ho vista, già che non vado bene a scuola... una sospensione mi avrebbe rovinata definitivamente, e sai anche tu che, per quanto sono dure le regole di questa scuola, come minimo ci avrebbe dato un paio di giorni>> disse Sophie sorridendo e scherzando come se avessero vinto una battaglia
<<Anche io. Per te sarebbe stata la rovina, per me l'inizio>>
Nicole appena aveva visto la preside non aveva assolutamente pensato alla campanella, sia lei che Sophie avevano smesso di preoccuparsi di guardare l'orologio nel momento in cui - scendendo le scale della biblioteca per tornare al piano terra a passo di lumaca - avevano iniziato a parlare del ragazzo che aveva rapito il cuore di Nicole. Evidentemente la campanella in biblioteca non si sentiva, sarebbe state informate per la prossima volta che ci sarebbero andate.
<<Chissà perché ci ha lasciato andare senza nessuna punizione>> disse Sophie.
<<Magari avrà ben pensato di essere buona visto che è il primo giorno di scuola>>
<<Non credo, hai visto che le arrivavano notifiche in continuazione sul cellulare? Forse aveva fretta di rispondere. Ovviamente era in silenzioso ma ad ogni messaggio schermo si illuminava>> disse Sophie pronunciando ogni parola come una presa in giro verso la preside
<<Perciò non rispondevi a nulla di quel che diceva e avevi lo sguardo assente, eri impegnata a guardare il suo cellulare>>
<<Cercavo di leggere da chi le arrivano le notifiche e cosa c'era scritto>> disse Sophie ironicamente. Nicole capì la sua ironia e fece una breve risata.
<<Ci vediamo dopo>> disse Sophie
<<Ma dove vai?>>
<<Ovunque tranne che a lezione di matematica. Passo a prenderti più tardi. Ciaooooo!>> la sua voce era già lontana. Se ne andò saltellando come una farfalla come se non fosse appena uscita dall'ufficio della preside. Nicole la guardò incredula, era davvero preoccupata per la condotta scolastica di Sophie, progettavano di prendere il diploma insieme e di festeggiare in qualche meravigliosa spiaggia già dal primo liceo, ma di questo passo si sarebbero separate al terzo anno. Andò in aula e, dopo essere entrata impacciatamente, osservò tutti i suoi compagni di classe per vedere se qualcuno corrispondesse all'immagine del favoloso ragazzo che le si era stampata in testa, ma nulla.

Ogni sguardo [In revisione]Where stories live. Discover now