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Alle 16 e 30 arriva davanti casa di Jace, le nuvole minacciano pioggia ma fortunatamente non cade nessuna goccia finché non entra in casa.

Suona il campanello, Jace le apre la porta e Nicole si toglie il giubbotto e lo appende all'appendiabiti.

<<Accomodati>> dice e con le braccia le indica il salotto, non la guarda negli occhi, ora che si conoscono sembrano due estranei, quasi. <<Sospetto che tu non sappia cosa fare visto che non hai il cellulare e le tue amiche sono lontane da casa tua, troppo lontane per venire a piedi>> continua a dire Jace sedendosi sopra una poltrona con le gambe incrociate e mettendo le mani dietro la nuca.

Ha un’aria frustata e Nicole sa che è perché è andata a trovarlo. E’ ormai passato un anno dalla prima volta che si sono visti, sa che lui vuole stringerla forte come lo voleva l’anno precedente e stare nello stesso salotto senza poterlo fare fa male a entrambi. Inoltre lei l’ultima volta gli aveva detto che era meglio se non si fossero visti più e ora è andata a trovarlo.

Cerca di soffocare tutto questo facendo il disinvolto e tenendosi ben stretta quella sua faccia da cattivo ragazzo, forse è quello che lo fa restare in piedi. Nicole si siede sul divano.

<<Come sai del mio progetto? >> chiede
<<So tutto io, mio piccolo girasole>> Girasole. <<Quando potrai tornare alla tua vita normale, quindi da oggi alle 5 ti dimenticherai di tutto, anche del motivo per cui sei qui>> dice sicuro di sé. Ringrazia Rachel nella sua testa, una compagna di classe di Nicole che le aveva detto del progetto.

<<No, non sarà così. Come fai a dirlo se non sai neanche perché sono qui?>>

<<Intuizione maschile>> risponde Jace facendo un sorriso sinistro, prende il telecomando, accende la televisione e le fa vedere un film bellissimo.

Nicole sa che non è venuta lì per quello, ma non riesce a staccare gli occhi dallo schermo, è una storia d’amore troppo appassionante.

Dopo poco si scorda il nome, era in spagnolo, ogni tanto Jace se ne usce con qualche battuta, Nicole non capisce cosa stesse dicendo visto che lei non lo ha mai studiato, ma ride lo stesso, è l'espressione del suo viso a farla ridere, come alza le sopracciglia, come incurva la bocca per ridere, come la guarda... Per un momento si dimentica del perché fosse lì, si dimentica di Axel.

Del motivo per cui non possono stare insieme, il suo è un brutto pensiero infatti lo ritrae subito. Non vuole incolpare Axel.

Jace è sulla poltrona perciò il divano è tutto per lei. Si toglie le scarpe facendo leva con la punta di una scarpa sul tallone dell'altra, stessa cosa per la seconda solo che lo fa con le dita dei piedi. Porta un paio di calzini del suo colore preferito, rosso, gieli ha regalati Sophie al suo sedicesimo compleanno.

<<Scarta la carta, scarta la carta!>> gridavano tutti intorno a Nicole. Erano circa 30 persone e Nicole aveva cercato di ridurre al minimo gli inviti, non voleva mettere a soqquadro la casa e allo stesso tempo non aveva voglia di andare da nessun'altra parte. Visto che era molto timida, lì era a suo agio, poteva andare dove voleva, insomma era casa sua, lo era da 16 anni.
<<Quello è il mio regalo, è mio! >> gridò Sophie dal tavolo degli spuntini mentre sorseggiava una birra che aveva tirato fuori dal frigo lei stessa una decina di minuti prima. Si alzó, posò il bicchiere di birra sul tavolino e si andò a sedere vicino a lei. Nicole per aprire la busta ci mise un po’, l'aveva sigillata con 5 spillette e 2 fiocchi. Sfilò i fiocchi e li poggió per terra al suo fianco, poi con forza prese le due estremità della busta e tirò forte verso l'esterno. Nella busta ormai tutta strappata c'era un video, subito Nicole si alzò e lo inserì alla televisione per vederlo, c'erano foto con tutti i loro amici, scattate negli anni precedenti e come sottofondo c'erano diverse canzoni che hanno commosso tutti. Nicole si rese conto di quanto tempo fosse passato, di quante cose avesse fatto nella vita e di quante ancora doveva farne, non le sembrava vero di avere già 16 anni. Dopo 2 anni sarebbe stata legalmente maggiorenne, era difficile da mandare giù
<<Aspetta c'è dell'altro>> aveva detto Sophie fermando Nicole che stava allungando le mani per prendere un altro pacchetto. Nella busta c'erano anche un paio di calzini rossi. Era tanto che li cercava, aveva un cappellino rosso, una felpa rossa, un vestito rosso, dei pantaloni rossi e delle scarpe rosse. Per completare la sua "collezione" le mancavano solo i calzini, che non riusciva a trovare da nessuna parte. Non era un rosso come gli altri, era acceso ma allo stesso tempo non troppo, erano color sangue.

Nicole torna alla realtà e interrompe il suo salto nel passato, prende un cuscino che è su una sedia lì vicino e lo mette sotto la testa.

E’ stanca, molto stanca, ormai sono giorni che si alza presto per andare a scuola e ogni sera fa tardi perché deve finire tutti i compiti senza l'aiuto del telefono.

Ogni tanto rimpiange di aver fatto quel progetto ma si ripete che è per pochi giorni e una bella esperienza da provare. Affonda la testa nel morbido cuscino e dopo qualche secondo Nicole si addormenta dolcemente senza quasi neanche accorgersene, l'ultima cosa che vede sono gli occhi di Jace che la guardano sorridenti come se volessero dirle qualcosa, ma non osano parlare.

La stanza è silenziosa e il rumore dell'inizio di un temporale si fa sentire attraverso la grande finestra che c'è vicino alla scrivania. Si sentono le gocce cadere e riempire i vasi di porcellana. Ma il rumore non la disturba anzi è piacevole.

Tutto un tratto intorno a lei è buio, anzi guardando bene non è tutto scuro, sulla sua testa in alto ci sono delle stelle finte che permettono di vedere un minimo.

Capisce di stare in una stanza, percepisce l'aria soffocante di uno spazio ristretto, gira intorno a sé stessa per un mezzo giro crede, non saprebbe dire ancora con certezza di quanto si era mossa visto che al buio ha perso il senso dell'orientamento.

Davanti a lei vede come una figura, una parte dell'oscurità che sembra ancora più nera e sembra muoversi verso di lei, ha paura ma il cuore le dice di restare dove sta e di non indietreggiare.

Anche perché non avrebbe saputo dove andare, la figura oserebbe dire maschile viene verso di lei e le sposta i lunghi capelli lisci dal viso mettendone una ciocca dietro l'orecchio poi prende entrambe le sue mani che sono distese lungo il suo corpo e le mette sul suo collo.

In quel momento si rende conto di non indossare più i suoi jeans neri e il maglione arancione, indosso ha un abito, non sa dire di che colore ma percepisce che è lungo e dentro di lei sa che le sta benissimo, è attillato lo sente stringere sui fianchi, la figura si avvicina e le sue labbra sfiorano le sue. La conduce in un ballo lento. Axel.

Ha cambiato profumo non lo vede da così tante settimane che l'odore non sembra più neanche il suo, continuano a ballare e poi lui prende le mani di Nicole nelle sue e la fa roteare per poi tirarla verso di sé.

Le loro labbra si sfiorano di nuovo ma non si toccano, è tutto perfetto e nella sua testa immagina una canzone per tenere il ritmo, sente le sue mani su di lei ad un tratto le loro bocche si avvicinano, proprio mentre stanno per baciarsi tutto il buio che li circonda diventa luce, le loro mani destre si intrecciano e con l'altra si coprono gli occhi.

Menomale, sospira Nicole. Cosa le era preso? Stava per baciare Axel. Quando riescono a riprendersi da quell' ondata di luce aprono gli occhi. Nicole è contenta di poter finalmente vedere Axel, è piena di gioia pensa che avrebbe potuto chiedere tutto quello che voleva, sa che lui ha una spiegazione più che logica, che non se ne sarebbe mai andato senza prima...

I suoi pensieri si interrompono, i suoi occhi non riescono a credere a quello che sta vedendo, il profumo, il suo tocco è diverso, sa che c'è qualcosa di strano.

In piedi davanti a lei c’è Jace.

Ogni sguardo [In revisione]Место, где живут истории. Откройте их для себя