22. "Questo é il Natale giusto per implodere"

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I giorni successivi passano in fretta. Arya sta bene, ma ha ancora difficoltà a saltare o a stare troppo tempo in piedi. Almeno non ha più bisogno della garza sulla gamba, ma continuano a vedersi i punti sul suo stomaco. I primi due giorni Garrett l'ha tenuta nella nostra clinica veterinaria, ma lei continua a non poter stare con gli altri canguri. La vigilia di Natale dò, come è giusto che sia, il giorno libero a tutti e rimango io con lei tutta la sera. Ethan è con la famiglia, sono arrivati a Kangaroo Island persino zio Sam e i miei nonni per festeggiare insieme. Ma io non vorrei essere da nessuna parte se non qui. A Natale, invece, gli Harris vengono a pranzo da noi. Io e Greyson ci scambiamo sorrisi tutto il tempo, ma evitiamo di dire cosa siamo alle nostre famiglie. Infondo non c'è nulla di male se si sorride ad una persona, non è vero? Peccato che vorrei lui sotto l'albero di Natale, magari con un bel fiocco rosso sul petto in stile regalo.

Zio Sam mi circonda le spalle con un braccio quando mamma porta il dolce a tavola. «La mia piccola Delilah. Sei così grande, adesso. Come sta l'unica ragione per cui vivi, o come la chiami tu?» Si sta chiaramente riferendo ad Arya. Gli dico che sta meglio e sussulto quando Greyson mi prende la mano da sotto il tavolo. Ethan alza gli occhi al cielo, adesso è lui quello che mi immagino da anziano con venti canguri. Oppure venti figli di cui non sa l'esistenza sparsi nel mondo.

«Già.» Ethan fa un sorriso malizioso e guarda Greyson. «Piccola Delilah.» Improvvisamente mi pento di aver chiesto ai miei un computer nuovo e non il permesso per rompere il naso a mio fratello. Zio Sam corruga la fronte, poi però si rilassa e inizia a parlare con mio padre. L'aria è più leggera e mi sento più rilassata rispetto a qualche giorno fa. La mia migliore amica è al sicuro e comunque stasera andrò a controllare che è tutto okay.

«Andiamo di sopra?» Mi sussurra Greyson, così piano che lo sento solo io. Mi scappa un sorriso mentre traccia cerchi immaginari sul palmo della mia mano. «Non ci vediamo da due giorni, piccola Delilah.» Approfittando del fatto che mio zio ha spostato il braccio e che nessuno presta attenzione a noi, annuisco. È vero, non ci vediamo da due giorni e l'ultima volta io stavo guardando Arya. Mi ha salutato con un bacio a stampo, ma non ci ho prestato tanta attenzione. Quando faccio da guardia ad Arya non sposto mai gli occhi da lei. Ho sempre paura che può succederle di nuovo qualcosa di orribile e so che non reggerei un secondo colpo.

«Allora, Deli.» Haley mi rivolge un sorriso proprio mentre mi sto per alzare. Greyson impreca qualcosa sottovoce. «Hai già in mente cosa farai a Capodanno?» Tuo fratello, si spera. Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva per il pensiero. Mi limito a scuotere la testa perché rischio di dire qualcosa del genere. «Allora potremmo andare insieme ad Adelaide, da qualche parte.»

«Pensavo che volessi passare Capodanno con i bambini.» Le dice Gavin, con uno dei due gemelli in braccio. È incredibile come siano cresciuti in così poche settimane. Non li vedo da qualche giorno, ma mi accorgo della differenza. Se fossi nei panni dei genitori, piangerei ogni volta che mi accorgo che sono cresciuti.

«Infatti.» Haley arruffa i capelli a suo marito in un gesto divertente e dolce al tempo stesso. «Ma dopo l'una o le due potremmo andare da qualche parte a festeggiare noi adulti.»

Greyson si schiarisce la voce. «Magari Delilah vuole stare con la sua famiglia.» Voglio stare con te, idiota. «Comunque devo andare proprio in bagno. Deli mi ricordi dov'è?» E così è questa la sua scusa per andarcene. Annuisco e faccio segno che torno subito, anche se non ci credo neanche io. Prendo il Figlio del grigio per un polso e lo conduco sopra, dove c'è il bagno principale. Appena nessuno ci vede, Greyson mi spinge delicatamente contro il muro e preme le labbra sulle mie. «Per tutte le papere di tuo zio, se mi sei mancata.»

Gli rido praticamente in faccia mentre mi sorride. «Adesso imprechi come me?» Fa spallucce, quindi lo bacio di nuovo. «È una cosa dolce. Magari un giorno andiamo da zio Sam e ti presento tutte le sue papere.»

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