15. "Io i pannolini non li cambio"

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Qualche giorno dopo vado a casa di Greyson, perché Haley mi ha chiesto di andare. A quanto pare tiene al fatto che la vada a trovare e che veda i gemelli. È stata dimessa ieri dall'ospedale, ma non sono riuscita a salutarla se non il giorno che ha partorito.
Due secondi dopo che ho bussato Gavin mi apre la porta. Da quel che mi ha scritto per messaggio Haley i suoi genitori non dovrebbero esserci. «Ciao, Delilah.» Il marito della sorella di Greyson mi sorride. Anche se ha le occhiaie, sembra al settimo cielo. Sorriso da un orecchio all'altro, occhi che brillano, voce allegra.

«Ciao. Mi ha chiamato Haley.» Gli dico, mettendo le mani nelle tasche della felpa. Si muore di caldo, ma l'ho messa per evenienza. Ci manca solo che mi viene la broncopolmonite e posso creare la lista delle mie sventure infinite. Lui annuisce e si sposta di lato per farmi entrare. Non sono mai venuta a casa di Greyson, ma sono dannatamente curiosa di vederla. Sarà disordinata? In stile moderno? Appena Gavin chiude la porta, un cane dal pelo lungo e bianco mi salta addosso, facendomi scappare un sorriso. «Ma ciao tesoro.» Mi sforzo di non chiamarlo amore, perché amore è Arya. E anche se un cane non è un canguro, non potrei mai tradirla.

«Delilah!» Haley viene verso di me con uno dei gemelli in braccio. Ha lo sguardo stanco, ma anche lei è molto contenta. È radiosa, anche con i capelli sporchi e qualche chilo in più. Dietro di lei compare Greyson, con l'altro gemello in braccio. Mi sorride quando io e sua sorella siamo abbracciate. Nonostante l'abbia visto ogni giorno al lavoro, non abbiamo quasi più parlato dal nostro abbraccio all'ospedale. Non ho neanche idea del perché continuo a sorridere ogni volta che ci penso: non dovrebbe assolutamente interessarmi di questo scimmione.

«Come state tutti quanti?» Mi sembra cortese chiederlo, così quando Haley riprende il bambino che aveva dato momentaneamente a Gavin per abbracciarmi lo faccio. E in più accarezzo la morbidissima testa del cane. Perdonami Arya. Perdonami.

Haley risponde per tutti e si lancia nella descrizione di questi ultimi giorni. Dai pianti dei bambini a Gavin che quasi piange quando lo fanno loro e mi racconta anche di come Greyson sia bravo con i bambini. Alla fine fa anche un occhiolino, che mi fa scoppiare a ridere. Evidentemente la mancanza di sonno la sta facendo delirare. «Vuoi prendere in braccio uno dei gemelli?» Mi chiede Greyson, che prima di adesso non ha proprio parlato. Mi mordo il labbro. Non sono mai stata brava con i bambini: ogni volta che mi vedono per qualche assurdo motivo si mettono a piangere.

«Lo spaventerò.» Dico, trattenendo un sorriso. Greyson alza gli occhi al cielo e mi passa uno dei gemelli. «È Robert.» Mi sussurra, mentre lo lascia tra le mie braccia. Io guardo il piccolo neonato stretto alle mie braccia e per un attimo penso al cucciolo di canguro. Non c'è tanta differenza tra la tenerezza che provo con Lucky o con il cucciolo umano. Sono entrambi innocenti e dolci. Mi chiedo come sia avere una creaturina del genere tra le braccia, tanto piccola e perfetta, e sapere che l'hai creata tu. Sorrido a Robert e cerco di cullarlo del modo più tenero al mondo, facendogli anche un po' di solletico sulla pancia. Haley ride vedendo quanto impacciata sono.

Gavin si schiarisce la voce. «Haley, vieni un attimo in cucina con me?» La neo-mamma annuisce e mi lascia da sola con Greyson, Robert e il cane; dato che ha lei l'altro gemello. Il figlio del grigio fa spallucce quando punto i miei occhi nei suoi, con sguardo interrogativo. In realtà sono un po' imbarazzata a stare da sola nella stessa stanza con lui: facciamo finta di niente, ma tra noi qualcosa è cambiato. Ci guardiamo e sorridiamo, niente più insulti e mi si chiude lo stomaco ogni volta che lo vedo. Così, quando sento che le mie guance stanno per andare a fuoco, torno a guardare il bambino dai tratti angelici. «Va tutto bene, Delilah?» Greyson si accovaccia per accarezzare il cane quando lui -o lei, non ne ho idea- allunga il muso per guardare il bambino.

«Sì.» Ho solo voglia di darti uno schiaffo e poi baciarti, roba da niente insomma. «Voglio un bambino.» Dico di getto, quando tra noi cala un silenzio imbarazzante. Greyson spalanca gli occhi e io vorrei darmi un pugno da sola. Detto così, sembra quasi che lo voglia da lui.
Fortunatamente non ci pensa, o almeno, non dimostra di averlo pensato. «Non credo che Arya possa metterti incinta o viceversa, Delilah.»

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