21. "Ho fatto un sogno orribile"

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Quando riprendo coscienza, a far compagnia ai miei pensieri è un suono fastidioso. Un suono che ricorda vagamente quello della macchina, quando non ci si mette la cintura di sicurezza. Non ci metto molto a capire di essere in ospedale, anche se non ci sono mai stata come una paziente. Non mi sono mai rotta niente, non mi hanno mai ricoverato. Non avevo mai sentito i battiti del mio cuore su un monitor del genere. Quando provo ad aprire gli occhi, mi accorgo che non ci riesco. La testa mi pulsa e i pensieri sono offuscati, faccio fatica a concentrarmi. «Vi siete lasciati per un motivo.» Sta dicendo Greyson, con dell'irritazione nella voce. «Non dovresti star facendo uscire un bambino dall'utero di qualcuno in questo momento?»

«Fammi indovinare.» Riconosco a fatica la voce di Jason. Per tutte le papere di zio Sam, oramai me lo ritrovo dappertutto. «Sei il suo ragazzo? O per lo meno lei ti piace. Ti consiglio di starle alla larga, ha bisogno di un bravo psicologo.» Me lo immagino alzare gli occhi al cielo.

A quel punto mi sforzo di aprire gli occhi e, con una voce gracchiante che non mi appartiene, dico: «Sua sorella è una psicologa.» La luce mi acceca, così socchiudo leggermente le palpebre. Cerco subito Greyson e lo trovo in piedi vicino al letto, che guarda male e a braccia incrociate Jason.
«Delilah!» Il Figlio del grigio spalanca gli occhi e si precipita verso di me, afferrandomi la mano. Nonostante mi senta intorpidita in tutto il corpo, avverto una piccola scossa appena la sua pelle sfiora la mia. «Sei sveglia.»

Vorrei annuire, ma sono così stordita che non ce la faccio. Mi sento come se fossi con la testa sotto l'acqua. «Ho fatto un sogno orribile, Greyson. Ethan mi chiamava perché Arya veniva investita.» Lui non risponde, mi stringe solo un po' di più la mano, continuando a guardarmi. Poi realizzo.
Non era un sogno. Sono svenuta per quello, per questo adesso sono in ospedale. Arya è sul serio stata investita. Le lacrime si accumulano velocemente ai bordi dei miei occhi. «Greyson... è successo sul serio, non è così?»

Non credo che si accorge del gesto, ma mi bacia il dorso della mano con così tanta dolcezza che mi riscalda il cuore. Nonostante mi senta così tanto male per Arya, il suo gesto mi lascia un po' di felicità dentro. «Mi dispiace tanto, Deli.»
E prima che possa aggiungere altro, scoppio a piangere con Jason che ci guarda. Anche lui ha lo sguardo triste, eppure lui non ha mai visto Arya, né sa del rapporto che ho con lei. Non ha neanche idea che non è umana.
Arya per me non è solo un canguro, è come una figlia. C'ero la prima volta che messo la testa fuori dal marsupio della sua mamma, c'ero al suo primo salto, sono stata io a darle il primo pranzo, a curarle il raffreddore di inverno, ad integrarla con gli altri canguri quando era solo una cucciola. E lei c'era per me, anche se non se ne è mai resa conto. Faceva qualcosa di divertente e mi faceva ridere quando ero giù di morale, quando mi sentivo sola lei mi inseguiva nel recinto, stile cagnolino, come per dirmi "io sono con te". E adesso non ho idea di come stia.

Con una forza di volontà che non mi appartiene, smetto di piangere. Con la mano libera mi asciugo le guance e mi schiarisco la voce. So di avere la faccia rossa e gli occhi ancora lucidi, e la mia voce tremante è la conferma che ho ancora tanto bisogno di piangere. Ma non è il momento. «Jason, scusa, puoi lasciarci un attimo da soli?» Mi mette in suggestione lì, a braccia conserte mentre ci guarda. Lui annuisce, borbotta qualcosa su degli accertamenti e poi esce chiudendosi la porta alle spalle. Punto i miei occhi in quelli verdi di Greyson, che mi scrutano preoccupati. «Hai sue notizie?» Ho paura della risposta. Ho paura di sentire che non potrò più vedere i suoi occhioni nocciola, che non potrò più parlarle. Non potrò più cercare di convincere mio padre a portarla un pomeriggio, solo uno, a casa nostra. Perché ho paura che lei non ci sia più, che il suo cuore abbia smesso di battere con il mio.

«Ethan è con lei.» Mi rassicura con un lieve sorriso. «L'ho sentito poco fa. Sono in una clinica veterinaria qui ad Adelaide, hanno messo lui in sala d'attesa mentre Nick e Garrett sono nella sala dove la stanno operando. Niente è ancora sicuro, ma non sembra in fin di vita. Tuo fratello sta chiamando ogni dieci minuti per te, quindi credo che tra poco vorrà parlarti.» Annuisco, ancora con la testa tra le nuvole. Arya. Arya sta venendo operata. Il macigno che ho nel petto si affievolisce un po', non sembra in fin di vita. È quel sembra, però, che mi spaventa sul serio. Lo ringrazio e lui mi dà un altro bacio, questa volta sulla fronte. «Mi hai spaventato, lo sai?»

Son of greyWhere stories live. Discover now