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I'm not a Phoenix

did people in Thanaville have a God?

Quando Atlas tornò al piano inferiore, ci trovò intenti a fissare concentrati lo schermo del televisore, che riproduceva la versione italiana del famoso gioco di cucina nel test - infatti interpretavamo le parole dei concorrenti solo grazie alle loro espressioni facciali. Dovetti salutare Chrys a malincuore e gli feci promettere che mi avrebbe raccontato come finiva la puntata. Lui scoppiò a ridere, ma sigillò la promessa. Una volta fuori dall'abitazione, prestai attenzione all'abbigliamento di Atlas. Aveva indossato una camicia nera, con le maniche arrotolate che gli arrivavano al gomito, un paio di jeans dello stesso colore e delle comode scarpe da ginnastica, anch'esse nere. Tra me con il mio vestito e lui con i suoi indumenti, sembravamo pronti per andare ad un funerale. Villa Phoenix era più lontana dal villaggio dei Leader rispetto a quello dei Viaggiatori e dovemmo camminare sotto la pioggia per circa venti minuti. Sorrisi incoraggiante ad Atlas per nessun motivo, quando arrivammo al cancello di ingresso. Probabilmente perché io, al posto suo, sarei stata in ansia. Suonai al citofono e il cancello venne aperto pochi secondi dopo, mentre una figura minuta nascosta dalla penombra usciva sul portico per accoglierci. Era Clio.

"Ciao Ker!" disse sorridendo, raggiante. Fece un passo in avanti e mi abbracciò caldamente. Ormai avevo fatto abitudine all'affetto che quella donna provava nei miei confronti - ed era mia madre, dunque più che normale. Il suo sguardo cadde su Atlas.

"Lui è il tuo coinquilino?" chiese, studiandolo con circospezione. Feci per rispondere, ma Atlas mi precedette.

"No, sono un suo amico." disse il corvino, con un tono di voce pacato e autoritario allo stesso tempo che mi sorprese molto. La donna sorrise. Poi ci fece segno di entrare in casa. Passai prima io, con Atlas al mio seguito e ci inoltrammo nell'ingresso. Mi sfilai la giacca e l'appesi sull'appendiabiti e continuai la traversata. Clio ci condusse in salotto, dove si trovavano Hel e un uomo che non avevo mai visto prima, ma pensai si potesse trattare di suo marito Randal. Salutai con un sorriso, anche se con Hel non avevo per niente dei buoni rapporti ed era la prima volta che vedevo Randal. Mi sedetti sul divano libero ed Atlas prese posto accanto a me, gesto che trovai molto rassicurante, vista la radiografia che mio zio mi stava riservando. Però sembrava leggermente più contento di Hel della mia presenza e ciò mi rassicurava. Seppur indecisa, pensai che la mossa migliore in questo momento fosse interrompere il silenzio, quindi mi sporsi avanti sul divano e allungai la mano verso l'uomo, dicendogli il mio nome che chiaramente conosceva, ma l'uomo la strinse presentandosi anche se confuso dal mio gesto. Tornai indietro alla mia vecchia posizione, ma non riuscivo a rilassarmi. Avevo i muscoli tesi come il silenzio che si propagava all'interno della stanza ed ero seduta sulla parte finale del divano, come se dovessi fuggire da un momento all'altro. Atlas era, invece, calmo e rilassato. Manteneva una posizione eretta senza appoggiarsi allo schienale, il che lo rendeva anche più autorevole, ma se era innervosito dalla situazione non lo dava a vedere. Lui era un Leader, probabilmente era abituato a queste situazioni spiacevoli. Poco dopo, entrarono Azrael e Clio e l'atmosfera divenne più tranquilla, con mio grande sollievo. Mio padre mi sorrise e si sedette sulla poltrona alla mia sinistra, mentre mia madre su quella alla destra di Atlas. Mi resi conto di trovarmi seduta con tutta la mia famiglia al completo - a parte mia cugina, che a quanto pareva era ancora nel test - e Atlas sembrava essere più a suo agio di me. Assurdo. Mi resi conto che Azrael stava guardando Atlas e decisi di intervenire.

"Lui è..." iniziai, ma venni interrotta da mio padre.

"Atlas McBride, ci conosciamo già." disse al posto mio. Ero sorpresa. Spostai lo sguardo sul mio amico e lui scrollò le spalle, anche se aveva un lieve sorriso stampato sulle labbra. Clio ci guardava con la faccia di chi la sa lunga, mentre Randal si allontanò per rispondere a una telefonata. Hel invece era sprofondata nel divano e ci fissava senza alcuna espressione in volto, una maschera di ghiaccio. Mio padre notò il mio sguardo confuso e decise che ero degna di una spiegazione. "Ho fatto io il suo colloquio, quando ha deciso di diventare Capitano qualche mese fa. E' una grande promessa." confessò. Io annuii lentamente, assimilando le informazioni. Sopratutto il fatto che se si voleva, era possibile cambiare lavoro. 

Pluto's LeagueWhere stories live. Discover now