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it doesn't seem absurd to you?
tree years is a long time

La notte la passai in bianco. Nonostante il fatto che, per la prima volta in diversi giorni, potessi dormire in un vero letto - tra parentesi di ottima qualità - e con un cuscino che sembrava fatto di piume di pegaso, continuavo a rigirarmi in preda ai miei pensieri. E il fatto che fossi da sola in una stanza enorme non aiutava. Continuavo a riflettere su Plutone. La prima volta che l'avevo visto, con il suo completo viola, mi era sembrato uno strano individuo, poi la curiosità si era trasformata in sospetto con la storia della cartellina. Ma ora non sapevo a cosa pensare, non avrei mai immaginato che si potesse rivelare un assassino. Mi tirai su a sedere, abbracciando le mie gambe nude. Mia nonna aveva tirato fuori una camicia da notte in flanella dello stesso colore dei miei occhi e mi aveva quasi ordinato di indossarla per la notte, nonostante avessi cercato di declinare per il semplice fatto che era più una maglietta che una camicia da notte. Il cigolio della porta mi fece sobbalzare e la osservai mentre si apriva lentamente, facendo entrare uno spiraglio di luce lunare dal corridoio. Un'ombra si affacciò.

"Atlas?" chiesi, riconoscendo i suoi riccioli corvini, mentre il mio respiro si regolarizzava di nuovo.

"Sì," rispose, chiudendosi la porta alle spalle e venendo verso si me. "controllavo se dormivi." aggiunse. Immaginai si fosse preparato il discorso mentre veniva in camera, per tentare di nascondere il vero motivo della visita: come me, non voleva restare solo.

"No, non dormo." risposi allora, per sottolineare l'ovvio. Non riuscivo a vederlo bene ma mi piace pensare che sorrise. Accesi la lampada sul comodino e lo osservai. Anche lui sembrava aver perso la battaglia per i vestiti ed indossava dei boxer, sopra i quali aveva infilato in fretta e furia una t-shirt nera - era tutta storta e probabilmente al contrario. Il corvino sospirò e si sedette sul bordo del letto, stando ben attento a rimanere ad una certa distanza da me. Lo guardai di sottecchi e successivamente sospirai anche io.

"Non ti pare assurdo?" chiesi in un sussurro. Lo sguardo del Leader si fermò su di me prima di abbassare gli occhi sul lenzuolo bianco.

"Mi pare assurdo che nessuno abbia mai fatto niente prima." rispose, serrando le labbra in una linea sottile. Tornò nuovamente a guardarmi, passandosi una mano sulla fronte. "Tutti percepiscono che qualcosa non va. È semplicemente tutto troppo perfetto: non esiste criminalità, non esistono malattie, ognuno ha un lavoro fisso e ben pagato. Eppure sa tutto di sbagliato." continuò. "Sono qui da tre anni e non ho mai fatto nulla, Ker. Tu sei arrivata un mese fa ed hai già infranto una delle regole più importante perché sentivi che qualcosa non andava."

"Non è colpa tua. È difficile trovare il coraggio per fare questo tipo di cose. E tu l'hai trovato. Sei qui con me." mormorai in risposta, scuotendo lentamente.

"Tre anni sono tanto tempo." commentò il corvino, con la voce se possibile ancora più bassa. Non ci pensai troppo prima di appoggiare la mia mano sulla sua, stringendola leggermente per offrirgli conforto.

"Hai mai avuto una relazione tossica?" chiesi, dopo un attimo di riflessione. Il Leader ci pensò per qualche secondo, poi scosse la testa. Abbassai lo sguardo verso le nostre mani, ancora unite. "Il principio è lo stesso. Ti trovi male ma non riesci a trovare il coraggio per uscirne, giustificandoti dicendoti che il tempo aggiusta tutto e che può andare meglio. Ma ciò non accade." spiegai, tornando alla fine a guardare Atlas. Sembrava incuriosito dalle mie parole. "Sono rimasta bloccata per un'anno e mezzo, ho iniziato a stare male dopo pochi mesi, eppure non ho fatto nulla per troppo tempo." confessai, passando a parlare di me senza nemmeno rendermene conto. L'espressione sul volto del corvino era indecifrabile. "Mi sono ripromessa di non cadere più nell'inganno della perfezione: ho capito che non esiste." sussurrai infine. Non mi accorsi delle lacrime che stavano per scendere fino a quando una di esse scivolò lentamente lungo la mia guancia e mi affrettai a mandare via le altre con la mano. Atlas sorrise e questa volta toccò a lui stringermi la mano. Sospirò nuovamente e si sdraiò sul materasso, mettendo l'altra mano dietro la testa.

Pluto's LeagueHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin