Ci guardano incuriositi chiedendoci con lo sguardo cosa sta succedendo, ma li superiamo correndo nella sala di controllo e non mi stupisco nel trovare già tutti lì, compresi i lupi di Kuma.

-Cosa sta succedendo?- chiedo entrando, cominciando ad avvertire pure io una sensazione di pericolo pungente, che sembra quasi avvolgermi la palla.

-Non lo sappiamo- dice il direttore mentre continua a studiare i vari schermi, mentre alcuni studiano le mappe digitali e altri strumenti che non sono esattamente in grado di identificare.

Più il tempo passa più la sensazione aumenta e non sembra che io sia l'unica a percepirlo.

All'improvviso Kuma urla e il mio cuore si ferma mentre mi giro nella sua direzione e miei occhi lo studiano con cura per assicurarmi che sia ancora integro.

Sventola la mano in aria come se si fosse scottato, con lo sguardo rivolto al pavimento. Seguo la stessa direzione solo per ritrovarmi a fissare un oggetto che mi è familiare. Mi avvicino e mi inginocchio accanto al piccolo sonaglio e subito il Vecchio mi imita.

-Ve lo ha dato uno spirito?- chiede il lupo allungando una mano verso di questo ma appena lo sfiora la tira indietro, scottandosi leggermente la punta delle dita.

Annuisco, mentre sale dentro di me un vero e propio bisogno di sfiorare anche io la collanina argentea.
-Andrea non lo fare!- sento Kuma gridare mentre sfioro la catenella sottile e una scarica elettrica mi avvolge ma non è fastidiosa.

Sento qualcuno poggiare una mano sulla mia spalla e tirarla subito indietro, lanciando un piccolo urlo, ma io non riesco a distogliere lo sguardo dalla collana.
La prendo in mano e la osservo attentamente, scuotendola un po' e sentendo il leggero tintinnio che secondo la tradizione dovrebbe chiamare un angelo per proteggerti.

Mi sembra quasi di non guidare il mio corpo mentre infilo con delicatezza la collana, poggiando con dolcezza il ciondolo all'interno della felpa, vicina al cuore.

Alzo lo sguardo e rimango a bocca aperta per quello che mi circonda. Per pochi secondi ho la visuale coperta dai miei capelli, che tra le altre cose avevo in realtà legato appena scesa dal letto, liberi dal mio elastico che quasi mi fluttuano intorno al viso. Li sposto indietro per liberarmi la visuale, solo per vedere tutti i presenti che mi fissano a bocca aperta, spaventati quasi.

L'aria è elettrica intorno a me, piccole scintille violacee si diffondono un po' ovunque mentre con lo sguardo cerco il mio lupo, il quale mi guarda a bocca aperta ma con uno sguardo diverso dagli altri. I suoi occhi sono pieni di ammirazione e orgoglio, anche se non ne capisco esattamente cosa sia successo.

-Kuma?- sussurro leggermente come se mi fossi risvegliata adesso da un sogno profondo e lui con un passo è accanto a me. Certe volte invidio le sue gambe così lunghe.

-Ehi piccola- sussurra inginocchiandosi davanti a me e poggia le mani ai lati delle mie guance. Appena la sua pelle entra in contatto con la mia vengo attraversata da un'altra ondata di brividi, come se avessi preso la scossa e Kuma spalanca per pochi attimi gli occhi, probabilmente provando lo stesso.

-Va tutto bene- sussurra e improvvisamente ci siamo solo noi due, non siamo più in una stanza piena di creature sovrannaturali.

Poggia la fronte contro la mia e io faccio altrettanto, lasciandomi andare a quel contatto.
-Cosa è successo?- gli chiedo chiudendo gli occhi e lo sento sorridere.

-Ci hai fulminati- dice quasi ridacchiando e mi rilasso a sentire quel suono. Apro gli occhi per guardarmi intorno, notando che sono ancora tutti a bocca aperta.

-Kuma- lo chiamo e lui apre gli occhi, allontanandosi di poco dalla mia fronte e con il viso gli faccio segno di guardarsi intorno.

-È una mia impressione o sono fermi?- sussurro vicino al suo orecchio e lui rimane in silenzio per qualche attimo, per poi alzarsi e porgermi una mano per fare altrettanto.

Tutti i presenti sembrano essersi congelati, mi avvicino a Tom e gli sfioro il viso, caldo ma tiepido allo stesso tempo, non saprei come descriverlo.

-Cosa sta succedendo?- chiedo a Kuma tenendo lo sguardo fermo sul viso immobile del mio amico e il mio compagno mi prende la mano tirandomi al suo petto.
-Non ne ho idea, Andrea- mi dice in un sussurro.

-È legato alla collana?- gli chiedo e non ricevendo risposta giro velocemente la testa nella sua direzione per guardarlo negli occhi, ma uno spostamento strano di colori dietro di me attira la mia attenzione. Giro di nuovo la testa solo per rendermi conto che non si tratta di uno strano effetto ottico. Prendo una ciocca di capelli tra le mani e la osservo attentamente; si è tinta di un leggero rosa chiaro, completamente in contrasto con il colore scuro che avevano prima.

Kuma sembra accorgersi solo ora di questo particolare e quasi mi strappa la ciocca dalle mani, osservandola attentamente.
-Sono rosa- dice serio e sbuffo alzando gli occhi al cielo.
-Grazie capitan ovvio, non l'avrei mai detto- gli dico tirando via dalle sue mani i miei capelli.

-Perché me ne accorgo solo ora? Mi sembrano così normali, come se fossero sempre stati così- mi risponde rimanendo serio e non facendo caso al mio commento.
Mi sposto difronte ad uno schermo e studio il mio riflesso su di esso. La radice nei miei capelli è diventata argentata, mentre man mano che arrivano alle punte diventano sempre più rosa.

-Kuma- lo chiamo e lui si avvicina a me, fissando il riflesso nello specchio.
-Sono diventata una winx- gli dico quasi disperata e lui alza un sopracciglio.
-Una cosa?- mi chiede e sbuffo alzando gli occhi al cielo.

-Lascia stare, è una cosa degli umani- gli dico e lui mi abbraccia da dietro, facendo aderire la mia schiena al suo petto.
-Sei bellissima- dice soltanto e annuisco.

Mi allontano da lui e torno a guardarmi intorno e quasi inconsciamente porto una mano sul ciondolo, stringendolo.
La sensazione di poco prima torna pungente sulla mia pelle e guidata dall'istinto mi muovo seguita da Kuma verso fuori.

Non faccio quasi caso alle porte che su aprono al mio passaggio e la botola che si solleva per lasciarmi uscire. Ancora con il campanello stretto tra le mani mi muovo, lasciando che siano le mie gambe a decidere dove andare.

Non so dire per quanto tempo precisamente io abbia camminato, per chilometri lontana dall'ingresso, ma passo dopo passo la pungente sensazione di pericolo diventa sempre più opprimente.

Posso quasi percepire la stessa paura che sto provando opprimere anche il cuore di Kuma, fino a quando mi rendo conto di dove le mie gambe mi stessero portando e non riesco davvero a credere ai miei occhi, mentre mi lascio andare ad un grido di terrore.

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