Prologo

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Salto giù da un albero continuando a correre, d'altronde, ne va della mia vita.
-È lì!- urla la voce dello stesso sterminatore che ero riuscita a seminare arrampicandomi su quell'albero. Merda, speravo di averlo seminato.

Salto un tronco in fiamme e non posso che ringraziare il cielo che i lupi abbiano così tanta forza fisica. Se per uccidermi non si sono fatti scrupoli ad incendiare un intera foresta, quasi mi viene da chiedermi a che serve continuare a viaggiare se tanto poi mi trovano sempre. Porto un braccio davanti al naso per cercare di contrastare il forte odore di fumo.

E non sbaglio se dico che mai nella vita utilizzerò il termine scappare, perché io non scappo da loro, io gioco con loro. Non permetterei mai agli sterminatori di distruggermi la vita, perché che esistenza sarebbe se passassi il mio limitato tempo scappando da loro, nascondendomi, guardandomi sempre le spalle?

Devo muovermi spesso per nascondere le mie tracce? Va bene, vorrà dire che spenderò il patrimonio che non ho in attrazioni turistiche a buon mercato.

Rido a questo mio pensiero mentre sento un grido disumano alle mie spalle, segno che ancora una volta le loro stupide e costose armi si sono ritorte solo contro il loro creatore e ad almeno dieci ettari di foresta. Cosa speravano di ottenere bruciando una foresta se non di bruciare con lei?

-Questo è il karma, stronzi!- grido girandomi verso la foresta ma continuando comunque a correre appena riesco ad uscire da quella specie di inferno rovente.

-Wow, me la sono vista davvero brutta- dico tra me e me mentre aggiusto il maglioncino leggero un po' bruciacchiato qua e là e togliendomi la furiggine dal viso.

Mi giro di nuovo, dando ancora una volta le spalle alla foresta in fiamme, dandomi della bastarda fortunata mentre passo le dita tra i capelli costatando che le punte si sono bruciate davvero e che non erano solo riflessi quelli che vedevo mentre correvo.

Oh, cosa mi costringono a fare per un semplice sbaglio nel mio DNA. È così difficile per gli sterminatori lasciare in pace un povero scherzo della natura?

Cammino sull'asfalto godendomi il ticchettio degli stivali che mi accompagna ad ogni passo. Lo ammetto, correre in una foresta con queste scarpe è scomodissimo e in effetti fare così tanto rumore quando in teoria dovrei scappare non è affatto saggio, ma chi sono io per privarmi di questo piacere?

Sorrido ancora stringendo di più lo zainetto che tengo con una mano. Ho dovuto nasconderlo sotto il maglione per evitare che si bruciasse, c'è tutta la mia vita lì dentro ma non ho voglia di rimettermelo in spalla. Non ho ancora molti soldi, speravo di poter rimanere qualche giorno in più in quel povero villaggio andato ormai a fuoco per racimolare qualche soldino extra, ma le cose sono andate come sono andate.

Mentre mi sbraccio letteralmente per cercare di convincere il ragazzo alla guida del camion che va in direzione opposta alla mia a fermarsi, penso che si, infondo sono davvero fortunata, perché sono viva e non c'è nulla di meglio dell'esserlo per andare avanti con un sorriso stampato sul volto.


Spazio Autrice
Ed eccoci, iniziamo ufficialmente il nostro nuovo capitolo, un po' un vostro regalo un po' il mio perché, beh, è il mio compleanno, quindi regalatemi tante stelline...
(Ricordo a tutti che gli aggiornamenti sono settimanali, ogni martedì e sabato)
La vostra autrice

EscapeeWhere stories live. Discover now