7

4.9K 231 11
                                    

Andrea
Riesco a descrivere tutto questo con una sola parola, un aggettivo: assurdo.
Con tutto quello che implica essere un orrido misto di specie, sentire il legame come un normale lupo non è contemplato, anzi è già strano che io lo senta, figuriamoci quanto possa essere strano il fatto che lo senta così tanto.

Il villaggio del branco di Kuma è esattamente come me lo sarei aspettato, solo un po' più moderno, ok probabilmente questo è dovuto alla generale idea che si ha dell'Africa e a quello che ho sempre visto, come mi ha anche dimostrato la piccola baroccopoli in cui sono arrivata ieri. 

I lupi abbassano il viso al nostro passaggio prima di rialzarlo con un sorriso e un cenno affettuoso al loro Alpha, il che mi fa supporre sia molto amato. Resto in silenzio mentre mi mostra i vari punti del villaggio dalle case costruite con semplice argilla e pietre dalle più svariate forme.

-Ora torniamo a casa, che dici?- mi chiede con un sorriso dolce accarezzandomi il viso con le dita e io annuisco. Mi si spezza il cuore al pensiero di cosa proverà quando lo saprà, ma non sono il tipo di persona a cui piace mentire, al contrario. Da sempre sono costretta a mentire su ogni singola parte della mia vita, dalla più banale alla più seria, inventandone ogni particolare, ma lascio sempre un fondo di verità, lì nascosto tra le pesanti mura delle mie menzogne.

E questi minuscoli fondi mi servono per ricordarmi chi sono, perché non potendo mai essere se stessi, si rischia di perdersi e questo è un rischio che sta sempre lì, in agguato pronto a saltarti alle spalle e a soffocarti.

Kuma mi cammina ad una decina di centimetri di distanza, la mano che gli trema desiderosa di intrecciarsi con la mia e non passa secondo dopo che scorgo questo particolare in cui le nostre mani non sono intrecciate. Kuma mi guarda un attimo incuriosito e sorpreso dal mio gesto, per poi continuare a camminare con un sorriso stringendomi la mano, diretta a quella che ho capito essere la casa branco, mentre io presto poca attenzione alla strada e rimango incantata studiando ogni singolo dettaglio del suo viso.

Oh padre degli Dei, grazie per avermi unita per sempre a questo ragazzo a dir poco stupendo.
-È già tutto pronto per presentarti al branco. Non sarà un evento ufficiale, siamo in guerra e sarebbe una distrazione troppo grande, ma una cena e poi il colloquio con gli anziani del villaggio- mi dice entrando nella casa branco e salutando con un sorriso tutti i lupi che incrocia nel suo passaggio, i quali dal canto loro non si fanno perdere la possibilità di studiarmi anche se solo per pochi attimi.

Mi sento davvero la pecorella in mezzo al branco di lupi, letteralmente. Vedo Kuma guardarmi di sottecchi mentre mi riporta in stanza ma non ci do tanto peso, almeno finché non rientriamo in stanza e subito chiude in fretta la porta dietro di noi.

-Qualcosa non va?- gli chiedo togliendomi lo zaino dalle spalle e poggiandolo sul letto, ove subito accanto mi siedo io.
-Perché rimani così impassibile?- mi chiede e io lo guardo stralunata.

-Ehm, amico credo che dovrai darmi più dettagli- gli dico assottigliando lo sguardo in modo teatrale.
-Perché rimani così tanto impassibile a tutti quegli sguardi?- chiede sta volta andando dritto al punto. Ah.

-Perché non dovrei?- gli chiedo allora io con un tono fortemente ironico e lui spalanca gli occhi, come se non si aspettasse una simile risposta.
-Voglio dire, siete lupi, è normale- dico alzando le spalle e lui mi guarda stralunato.

-No che non è normale. Nessuno ti deve guardare così, tu non sei un mostro- mi dice serio e allo stesso tempo severo, ancora in piedi davanti a me.
-Ma la mia "specie"- dico l'ultima parola minando delle virgolette con le dita -si chiama così- gli dico e alzo ancora le spalle rassegnata.

-Beh è un nome orribile- dice serio con la faccia da cucciolo alla quale vista non posso fare a meno di sorridere.
-Che cosa c'è da ridere?- mi chiede con lo stesso tono e mi si scioglie il cuore a vederlo. Cavolo, altro che legame debole. Io e una certa persona dobbiamo assolutamente scambiare due parole su questa questione.

-Vieni qui- dico toccando il materasso al mio fianco dove lui subito si siede.
Incrocio le gambe sul letto e porto una mano sulla sua guancia, accarezzandola e porgendogli uno dei sorrisi più dolci che abbia mai fatto a qualcuno.

-Non mi vergogno di quello che sono, ma i lupi, beh, è tutto un altro discorso. Non puoi immaginare quante centinaia di lupi ho incrociato durante tutto il corso della mia vita e quanti di loro abbiano provato ad uccidermi. È una cosa naturale, per un lupo il mio DNA è una cosa inconcepibile, pensi davvero che per qualche sguardo un po' storto valga la pena di prendersela?- gli chiedo e lui spalanca gli occhi alle mie parole e senza darmi una risposta si lancia su di me, stringendomi a lui ed intrappolandomi tra il materasso e il suo corpo.

Per un attimo rimango sorpresa dal suo gesto, ma subito ricambio l'abbraccio, stringendolo a mia volta e avvolgendo le mie gambe intorno alla sua vita e beandomi del suo odore, rimanendo in silenzio e aspettando che sia lui il primo a parlare.

-Giuro che da oggi ti proteggerò da qualsiasi cosa- sussurra nascondendo il viso nel mio collo e trattenendo un singhiozzo e per un attimo rimango destabilizzata da questo suo comportamento, che ancora di più sottolinea quando siano diversi i sentimenti che lui prova per me da quelli che io provo per lui.

-Se sono qui è perché sono in grado di difendermi, non credi?- gli dico sorridendo e lui si solleva sui gomiti poggiandoli ai lati del mio viso per potermi guardare negli occhi.
-Saresti potuta essere morta adesso- dice con gli occhi lucidi e la risata mi muore in gola alla vista della sua espressione da cucciolo bastonato.

-Ehi tesoro tranquillo, sono qui- gli dico e lui non risponde, si fionda sulle mie labbra facendo conoscere per la prima volta le nostre lingue e io mi lascio andare al suo tocco, ma con mia sorpresa dopo pochi minuti si stacca, sollevandosi di nuovo e guardandomi questa volta con il sorriso.

-Sei bellissima- mi dice e sorrido anche io.
-Andiamo, ci dobbiamo preparare per la cena di oggi- mi dice e io annuisco, pensando che, in fondo, tutto questo non è altro che l'ennesimo teatro in cui girerò un atto della mia vita. Che lo show abbia inizio.

EscapeeWhere stories live. Discover now