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Kuma
-Alpha, è qui!- sento gridare dal mio beta mentre corro nella sua direzione, saltando poi sull'intruso e tirandogli un morso fatale alla gola.

-Bene- dico ritrasformandomi e osservando il corpo del lupo che ho ucciso davanti a me mentre Hokaw mi affianca.
-Un altro dei Tighiri?- chiede il mio beta e io annuisco. Da quando questa stupida guerra è iniziata, sempre più lupi entrano nel nostro territorio, anche se la maggior parte per trovare rifugio dalla guerra, ma non posso rischiare che dei guerrieri si fingano fuggitivi per infiltrarsi nel mio branco.

Mi alzo in piedi pulendomi le mani sporche di terra sulle cosce nude.
-Torniamo al villaggio- dico a Hokaw che annuisce seguendomi.

Da ormai qualche settimana siamo in guerra con tre piccoli branchi che da sempre sono stati vicini ai nostri confini, ma che hanno deciso di prendere il controllo delle mie terre, anche se ancora non mi è chiaro il motivo per cui pensano di riuscirci a battere. Siamo i Kawawa, il più grande branco di tutta l'Africa, uno dei quattro originali, mentre loro sono piccoli branchi formati da lupi che nessuno vuole e temo che ci sia qualcun'altro dietro.

Quello che più mi preoccupa sono le vite del mio branco che metto a rischio con questa stupida guerra. Non posso permettere che un mio lupo si svegli una mattina scoprendo che il proprio mate è morto. No, non posso.

-Torniamo al villaggio- dico soltanto e mio beta mi segue.
-Non partirai più per il viaggio, vero Kuma?- mi chiede affiancandomi e io sbuffo. Ogni lupo, superati i trecento anni, parte per il mondo cercando il proprio legame.

-Come potrei. Non posso certo lasciare il branco, non con questa guerra- gli dico e lui mi guarda male.
-Il branco non ha bisogno di un Alpha che muore troppo presto perché non ha compagna e senza lasciare eredi- continua lui guardandomi male. Se un lupo non trova la sua compagna,  non può aspirare ad una vita lunga e un Alpha senza eredi non può essere definito tale.

-Troveremo una soluzione quando questa stupida e insensata guerra finirà, va bene?- gli chiedo mentre ormai siamo vicini al villaggio.
-Non va bene Kuma- mi risponde lui severo e io alzo gli occhi al cielo.
-Senti Hokaw non è colpa mia se il branco ha bisogno di me- gli dico alzando le braccia al cielo, quasi gridando.
-Beh non è nemmeno colpa tua se i tuoi genitori sono morti, ma non per questo devi smettere di vivere- mi risponde lui con lo stesso tono.

-Ora basta- lo sgrido con tono da Alpha e lui raddrizza la schiena mormorando un ok. Lo so che non avrei dovuto gridargli contro, sta facendo solo l'amico preoccupato e usare la carta dell'Alpha per sviare il discorso non mi salverà dalla cruda verità.

Guardo il cielo mentre i ricordi mi portano a quel terribile giorno di cento anni fa ma subito lo ricaccio indietro, non c'è spazio qui per essere deboli, o per lo meno non me lo posso permettere adesso.

Senza aggiungere altro io e il mio beta andiamo nella sala allenamento. Per quanto lo odi, dobbiamo allenare i cuccioli per prepararli in caso di pericolo, perché possano sapersi difendere da soli e a parer mio è orribile doversi preoccupare a tal punto. So bene che non è affatto necessario, non è una guerra che richiede di essere combattuta con tanta ferocia, quei branchi sono molto più deboli di noi, ma quello che più temo è quello che ci sarà dopo.

Sono attacchi troppo precisi e ben curati per essere casuali in uno scontro così poco alla pari, sono studiati per indebolire solo determinati confini, le truppe che si trovano di guardia sono sempre le migliori e sono sicuro non siano casualità e comincio a pensare che ci sia qualcuno dall'interno che conosca i turni di guardia, il che sarebbe anche peggio.

Non è così poco plausibile in realtà, il modo velato in cui vengono precedute tutte le nostre mosse, il modo di mascherarle in casualità. Sicuramente chi ne è l'artefice deve come minimo essere molto sveglio e soprattutto un abile stratega, ma mi dispiace per lui, i suoi semplici trucchi non bastano per ingannare un Alpha del mio livello, mio padre è stato il re degli stratega per eccellenza, la famiglia Barca è abile nella guerra fin dalle sue più antiche origini.

Do finalmente tutta la mia attenzione al cucciolo che si sta allenando nel corpo a corpo contro di me, stando attento a dargli il giusto consiglio su come tenere le braccia e le gambe per colpire l'avversario in modo mortale e non posso fare a meno che pensare, mentre lo guardo, che niente mi ferirebbe di più che vederlo combattere davvero in una guerra cominciata da qualcuno di noi.

EscapeeTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang