32. Solo una storia

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Dragana starnutì, portandosi prontamente al naso l'ennesimo fazzoletto di stoffa. Alzò lo sguardo al soffitto, per evitare che gli occhi inumiditi rovinassero la sfumatura dell'ombretto, e sospirò mesta prima di serrare con un tonfo la fonte del suo malessere.

Chiuse le palpebre e cercò di riportare alla mente tutte le informazioni che, nelle ore precedenti, aveva accumulato. Erano giorni che lei e Àkos sfogliavano vecchi diari e manuali scritti da Incubi e le sembrava assurdo pensare che, proprio lei, stesse dando tanto credito a qualcuno che sproloquiava sui segreti dell'Anima.

Aveva letto parecchi libri fantasy, ma pensare che le riflessioni contenute nei libri sfogliati nelle ultime settimane fossero da mettere sullo stesso piano dei filosofi più attendibili le faceva uno strano effetto. Eppure, forse per merito dell'aura creata dalla biblioteca o, forse, dell'incontenibile necessità di ritrovare sua madre, non poteva che impegnarsi nel lavoro che Àkos le aveva dato: trovare un rito.

Il ragazzo conosceva già diversi modi per richiamare le Anime che avevano abbandonato il corpo, ma Dragana aveva bisogno di parlare con Amalia, non le sarebbe bastato rivedere la sua figura o ricevere da essa una fugace carezza. Solo un Incubo poteva mettersi in contatto diretto con un'Anima, ma avrebbe dovuto seguire dei passaggi precisi per non rischiare di smarrire la propria. E Dragana, dopo aver visto Kilian, ci teneva al fatto che la sua anima restasse al proprio posto. L'idea di Àkos era semplice: sapeva che il rito era possibile, dovevano solo trovare chi lo avesse già fatto prima di loro.

Il peso del libro che stava sfogliando le gravò sulle gambe, ricordandole che era da parecchie ore seduta tra tomi ingialliti a cercare di decifrare calligrafie troppo precise per risultare di facile lettura e, soprattutto, pagine troppo cariche di polvere. Allungò una mano verso il suo zaino, recuperando il broncodilatatore: la sua asma e quell'ambiente pregno di antichità non erano un'accoppiata vincente.

«Àkos» biascicò, allontanando con una mano dei granelli di polvere che le stavano volteggiando davanti al volto. «Credi davvero che riuscirò a parlare con mia madre?»

Àkos, al suo fianco nel corridoio formato da due librerie, alzò lo sguardo su Dragana. Non potè ignorare la stanchezza che era dipinta sul suo viso, sporcato da un velo di sfiducia verso il lavoro che stavano facendo. Nonostante lui si fosse aperto nei suoi confronti, la ragazza continuava a non fidarsi completamente delle sue parole.

«Sei testarda, külföldi» le sussurrò, per evitare che gli altri studenti della biblioteca sentissero le loro parole.

Dragana scosse la testa. «Sono fin troppo flessibile, rispetto a tutto quel che sta succedendo. Perdonami se dubito della possibilità di parlare con una persona che è morta.»

La ragazza abbassò lo sguardo, rendendosi conto che la schiettezza delle sue parole derivava dal dover affrontare la realtà: sua madre non c'era più, perché si stava facendo del male sperando di poter condividere con lei ancora qualche attimo? Davvero poteva riporre le sue speranze in un rito che non sapeva nemmeno se avrebbe funzionato? Lo sconforto le artigliò la gola e Dragana strinse i denti. I suoi genitori erano morti e non era sano continuare a scegliere di tornare al passato, di sperare di riaverli indietro.

Àkos mise da parte il manoscritto che stava sfogliando e poi, con un movimento lento, lasciò scivolare una mano tra lui e Dragana. Afferrò quella della ragazza con delicatezza, permettendo alle sue dita di trovare il giusto incastro con quelle fredde di lei.

Dragana si sorprese che quel gesto le paresse così naturale e non provò l'istinto di sottrarsi, come altre volte era accaduto: era da mesi che non riceveva nemmeno un abbraccio e quella vicinanza, così fragile e inaspettata, riuscì a darle un po' della forza che da troppo tempo faticava a trovare in se stessa. Si rese conto che l'appoggio di un'altra persona, nei momenti in cui la sua mente si riempiva solo di triste grigiore, era più importante di quanto credesse.

La Mietitrice [completa]Where stories live. Discover now