23. La vera te stessa

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*** Ho cancellato il capitolo pubblicato ieri, perché non riuscivo a esserne soddisfatta: l'ho fatto fagocitare ad altri capitoli, in particolare il discorso di Iryna l'ho affidato a Nastia, quando alla Testa Mozzata spiega a Dra cosa significhi essere Intoccata (cap. 17); la scena del gatto invece l'ho inserita all'inizio del capitolo 22. 

Spero, invece, che questo non sia troppo lungo.

Dragana camminò facendo attenzione alla strada scivolosa: era uscita di casa per allontanarsi dalla possibilità di incontrare la nonna e, alla fine, i suoi piedi l'avevano condotta in una specifica direzione. In quel momento, davanti a lei si stagliava la vetrina del Vizuină de Medvedev e, attraverso il vetro opaco per via della condensa, riusciva a intravedere la testa bionda di Nastia e il sorriso cordiale di Sokrat, intento a spiegarle qualcosa con la sua tipica calma. Dragana entrò, accogliendo il calore del locale e facendo tintinnare il campanello posizionato sopra la porta. Fu sorpresa nello scorgere, poco lontana dal bancone, anche Iryna: si sentiva in dovere di porgere a lei e Nastia delle scuse per il modo in cui era scappata dalla festa, non voleva che il rapporto appena ricucito con la ragazza si sfaldasse nuovamente. 

Era consapevole che, quello a cui aveva assistito, non aveva recato davvero danno a Iryna. La sua razionalità, però, le rendeva difficile credere che davvero quelli della sua stirpe avessero la capacità di morire e poi tornare a vivere come se, due sere prima, non fosse successo niente. Dragana rabbrividì al ricordo della disperazione che aveva intravisto negli occhi di Iryna. Il colore mortifero del suo vestito, passato dalla purezza del bianco al rosso carminio con la stessa lentezza con cui la vita abbandonava il corpo di Iryna, sembrava essere solo un brutto ricordo: la ragazza, che l'aveva accolta con un sorriso cortese, era solo più pallida del normale, l'azzurro dello sguardo veniva messo in risalto dalle occhiaie scure e le braccia coperte dalle maniche a campana impedivano a Dragana di vedere le cicatrici ancora fresche che, però, sapeva giacere sotto il tessuto sottile.

«Mietitrice» la richiamò Iryna, dopo che Dragana l'ebbe salutata con un rapido gesto della mano. «Spero che, alla mia festa, tu non ti sia fatta troppo impressionare.»

Dragana poteva vedere, sul suo volto, la compassione di chi non avrebbe voluto recarle alcun dolore. «Ho letto di voi, avrei dovuto intuire il perché fossimo tutti lì e mi dispiace aver fatto una scenata» ammise, vergognandosi di non essere riuscita a giungere lei stessa alla giusta conclusione, quella sera.

Iryna scosse la testa, facendole capire che per lei non era stata un problema la reazione di Dragana. «Io sto bene. Non ero spaventata per quello che stava accadendo, mi sono preparata per anni a quel giorno: ero spaventata perché nessuno, prima dell'altra sera, ha mai visto le nostre morti con occhi impreparati.»

Dragana annuì, comprendendo che Iryna riservava per lei una premura che non si sarebbe mai aspettata da una sconosciuta. La congedò con un sorriso di reale gratitudine e, lasciandola continuare i suoi acquisti, rivolse la propria attenzione a Nastia e Sokrat. I due ragazzi si trovavano davanti al bancone, divisi da quella che, prima, Dragana non aveva potuto vedere: Sokrat reggeva con una mano il manubrio di una bicicletta arrugginita.

La ragazza si avvicinò ammirata, osservando il contrasto tra la massa di Sokrat e lo scheletro sottile della bicicletta. Si accorse che, nonostante l'apparente inefficienza del mezzo, la catena era stata lucidata e al telaio erano state aggiunte parti estranee per sostituirne le mancanze. Le ruote avevano due spessori differenti e il manubrio incurvato non apparteneva decisamente a quel modello, ma il risultato era di tutto rispetto.

«Sta cercando di vendermi questa cosa, dice che posso dimezzare i tempi dei miei spostamenti» la accolse Nastia, che non aveva distolto lo sguardo dalla bicicletta nemmeno per salutarla. Si limitava a stringere tra le braccia una borsa di tela, in cui Dragana riuscì a scorgere la parte inferiore di una moka da caffè, usata come vaso per una pianta grassa.

La Mietitrice [completa]Kde žijí příběhy. Začni objevovat