5.2 Testa Mozzata

234 37 34
                                    

Il terzo giorno in Valacchia, Dragana si preparò ad affrontare da sola Melissa

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Il terzo giorno in Valacchia, Dragana si preparò ad affrontare da sola Melissa. Lo zio, prima di uscire, la avvertì che la cugina l'avrebbe aspettata in salotto e la pregò di essere paziente con lei. Dragana avvertì il suo abbandono come un tradimento e, quando sentì la porta principale chiudersi troncando la conversazione tra lui e la nonna, si rassegnò a quello che le era stato ordinato.

Dragana avrebbe anche ascoltato la richiesta dello zio, ma la cugina aveva dimostrato fin troppe volte che non le avrebbe concesso nemmeno un minimo di cortesia e lei era giunta alla conclusione che, se Melissa non avesse cambiato atteggiamento, anche lei l'avrebbe ripagata con la stessa moneta.

Sbuffando sonoramente, Dragana si lasciò alle spalle la tranquillità della camera e scese i gradini con lentezza, così da ritardare il più possibile l'incontro con Melissa. Non le ricordava nessuno di sua conoscenza, nemmeno le ragazze che al suo vecchio Liceo si atteggiavano con prepotenza nei confronti delle studentesse più piccole: l'odio della cugina era così radicato che, in sua presenza, diventava quasi tangibile, come se le avesse fatto un torto inconsapevolmente.

Dragana entrò silenziosamente nel salotto, che in quel momento rifulgeva grazie al calore sanguigno del fuoco: le pareti in pietra antica erano illuminate dal tocco caldo delle fiamme e i granelli di polvere rimbalzavano con graziosa lentezza tra una finestra e l'altra. Melissa non si era accorta della sua entrata e Dragana notò che il viso della ragazza, illuminato dal riflesso del camino, quando non era impegnato a esprimere odio pareva attorniato da un'aura di tristezza. La stessa che vedeva tutte le mattine nel suo stesso riflesso.

«Vuoi una mio ritratto da appendere in camera, văr?» le chiese Melissa, avendo scorto Dragana mentre era ancora intenta a fissarla.

«Non vorrei spaventarmi al risveglio, cugina» rispose, usando il suo stesso appellativo in italiano.

«Se è una parola offensiva sappi che-»

«Lo dici alla nonna? Tanto più di così non può odiarmi» la interruppe Dragana, alzando le spalle e sedendosi sul divano di fronte al camino. «E, comunque, no. Non è offensiva» ci tenne a precisare.

Melissa la fissò per qualche istante, come per assicurarsi che non la stesse prendendo in giro, poi le passò un faldone strabordante di fogli. 

«Le cose che devi recuperare» si limitò a dire.

Dragana lo aprì ed estrasse alcune pagine, ritrovando un'elegante scrittura corsiva a occupare l'intera superficie bianca. Sfogliò il contenuto del pesante raccoglitore: erano tutti appunti scritti in rumeno e impallidì al pensiero che avrebbe dovuto studiare in quella lingua.

«Penso che qualche giorno mi possa bastare, non mi serve il tuo aiuto» sussurrò, facendo un rapido calcolo di quante pagine al giorno avrebbe dovuto leggere.

«Non scherzare, quella è solo Lingua e Cultura Rumena. Là ci sono le altre materie fondamentali» la canzonò Melissa, con un sorriso soddisfatto a lambirle le labbra tinte di rosso. Dragana seguì il dito che la ragazza stava puntando sul divano alla sua destra: sul tessuto verde erano impilati alcuni faldoni, chiusi a forza da elastici spessi. «L'educazione qui è molto rigida e gli insegnanti non permettono sgarri: avevano proposto di farti perdere un anno per permetterti di recuperare al meglio, ma Mac ha insistito per farti inserire nella classe dei tuoi coetanei, dicendo che sei una Ezustfat. Avrei da ridire su quest'ultima parte, ma in caso prenditela con lui» le spiegò la cugina, proferendo il discorso più lungo che le avesse mai rivolto. Ovviamente ben farcito di insulti velati, pensò Dragana.

La Mietitrice [completa]Where stories live. Discover now