42. L'Arcano della Forza

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Solo quando il tepore della tenuta Ezustfat la accolse tra le sue braccia, Dragana tirò un sospiro di sollievo e permise alla propria mente di scordarsi di tutto quello che stava succedendo al di fuori del salotto. Sănder, ormai, non permetteva più al caminetto di quella stanza di spegnersi, consapevole del fatto che Dragana avesse iniziato a passare lì la maggior parte del suo tempo. La ragazza gli era molto grata per le cure che le stava riservando e sapeva che la notte di sangue che avevano condiviso aveva creato un muto legame tra loro. Aveva iniziato ad affezionarsi a quell'uomo taciturno e più volte si era chiesta come fosse diventato parte della famiglia.

Nell'appoggiare la giacca sullo schienale del divano, notò un dettaglio che aveva trascurato fino a quel momento. Attraverso la sottile fodera interna individuò una forma rettangolare, dagli angoli arrotondati e sottili. Riprese la giacca e, seguendo le cuciture, individuò una via d'accesso nella tasca interna, che si era scucita nel bordo inferiore facendo cadere quel che conteneva nella parte più bassa dell'indumento. Dragana fece scivolare due dita tra la stoffa e la fodera, fino a che i suoi polpastrelli non entrarono in contatto con una superficie appuntita.

Nel momento stesso in cui la toccò, capì di cosa si trattasse. Con un unico gesto estrasse dalla fodera un oggetto che risaliva a parecchi mesi prima, quando tutto, in quel posto, le era ancora sconosciuto. Il primo giorno di scuola, durante la sua fuga aveva incontrato Verica, provvista di un ombrello ancora prima che iniziasse a piovere. La bambina, così sorprendentemente saggia per la sua età, le aveva fatto estrarre dal suo mazzo di Tarocchi tre carte, rivelandogliene due e pregandola di tenere l'ultima per quando ne avrebbe avuto bisogno.

E in quel momento, da sola in un salotto in cui aveva passato le ultime notti, aveva ritrovato il Tarocco scomparso, di cui si era completamente dimenticata per tutto quel tempo. Dragana ricordava bene la superficie intarsiata della carta, che riluceva come un gioiello grazie al riflesso danzante del camino, ed esitò prima di voltarne il dorso.

La bambina aveva spesso avuto ragione su molti avvenimenti e non sempre si era servita delle carte per anticipare, con frasi innocenti, il futuro di Dragana. Comprese, in un barlume di consapevolezza, che Verica sapeva cosa sarebbe successo la sera del compleanno della nonna, per questo si era mostrata così dispiaciuta durante il loro incontro. Fu tentata di guardare la carta, ma temeva che il destino le avrebbe rivelato, ancora una volta, una strada che sarebbe stata obbligata a percorrere contro la propria volontà. Dragana non aveva mai creduto alla magia, né alla sorte, eppure il tempo passato lì le aveva insegnato che non poteva affidarsi solo alla sua razionalità.

Prima che potesse decidere il da farsi, un'altra persona prese la decisione al posto suo. Si vide la carta sfilata dalle dita ed essa passò in una mano più anziana e vissuta di quella di Dragana.

Mătrăgună, che da giorni non si faceva vedere, era proprio di fronte alla ragazza e i suoi occhi di ghiaccio la stavano momentaneamente ignorando, troppo concentrati a leggere con cura il Tarocco.

Dragana osservò la reazione della nonna farsi spazio, poco a poco, tra le sue rughe. Gli angoli della bocca si sollevarono con grazia, dando vita a un sorriso sardonico che convogliava, in quella curva netta, tutta la perfidia della donna. La stessa maligna soddisfazione si rifletté anche negli occhi cerulei, che si spostarono con un lento ed estenuante movimento dalla carta al volto impassibile di Dragana. Se c'era una cosa immutata dal suo primo giorno lì, quella era sicuramente l'ostilità che la nonna era in grado di rivolgerle solo attraverso uno sguardo muto.

«Una lettura fortunata» le disse, allungando la carta che ancora stringeva tra l'indice e il pollice.

Dragana avrebbe voluto osservarne il disegno, ma non aveva intenzione di distogliere lo sguardo da quello della nonna. Un solo movimento sbagliato avrebbe potuto essere interpretato da Mătrăgună come una resa. La ragazza, dunque, si limitò ad allungare la mano per prendere la carta, che restò così sospesa a metà strada tra lei e la nonna.

La Mietitrice [completa]Where stories live. Discover now