25. Ha lasciato una lettera

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Dragana non poteva credere alle parole di Àkos. Non era razionalmente possibile quello che sosteneva, ma non aveva mai visto il ragazzo così serio, senza nemmeno l'ombra di un sorriso tronfio ad allungargli le labbra. Non voleva spaventarla, non le stava mentendo e Dragana, alla fine, non aveva potuto che iniziare a soppesare quanto le stava dicendo. Nella luce fioca dell'aula, lanciando un ultimo sguardo agli specchi, gli aveva chiesto del tempo. Quello che le aveva rivelato era troppo irrazionale per poterlo metabolizzare da sola e, lasciato Àkos, non aveva esitato nel recarsi dagli unici amici con cui avrebbe potuto confidarsi.

Li aveva trovati al Capul Taiat, dove erano ormai soliti riunirsi dopo scuola. Sokrat, avendo visto tanta confusione agitare l'amica, per cercare di distrarla aveva proposto loro di aiutarlo a classificare la nuova merce arrivata: Dragana era così riuscita a passare alcune ore senza pensare all'accaduto, fino a che non si era sentita pronta a riportare l'argomento a galla.

«Fammi capire» chiese Nastia, ricapitolando le informazioni appena apprese, «lui afferma che non sei solo una Mietitrice, ma che hai sangue di Incubo?»

Passò a Dragana un sacco di iuta con parecchia difficoltà. La ragazza lo prese, sentendo le braccia bruciare per lo sforzo, e prima che potesse fare un altro passo Sokrat intervenne: glielo sottrasse dalle mani e, senza troppa fatica, lo sollevò sul tavolo al centro della stanza.

«Sì» asserì lapidaria Dragana, prendendo il sacco successivo. Dragana aveva capito solo parzialmente come funzionasse il commercio lì: sapeva che ogni fine settimana il negozio dei Medvedev riceveva rifornimento di oggetti provenienti dall'esterno e Sokrat e i suoi fratelli si occupavano di capire cosa fosse utile o meno, anche se era il ragazzo ad avere più interesse per quella parte di lavoro. Tra le cianfrusaglie che ancora dovevano essere sistemate, un oggetto attirò la sua attenzione. Non era perfettamente nuovo e una faccia era leggermente rovinata, ma sarebbe comunque stato utilizzabile. Allungò una mano per prenderlo e poi lo sollevò per richiamare l'attenzione di Sokrat. «Questo lo posso tenere?»

Il ragazzo le fece un cenno d'assenso, senza nemmeno chiederle a cosa le servisse. Dragana si limitò a far scivolare il cubo di Rubik nello zaino, prima di riprendere ad aiutare l'amico.

«E... come lo saprebbe? Cioè,» continuò Nastia, evitando il lavoro che le era stato affidato, «è Àkos Farkas. Non vorrei dire che non mi fido di lui, ma... non mi fido di lui» decretò alla fine, rivolgendole un sorriso tirato che esprimeva tutto il suo scetticismo.

Dragana alzò gli occhi al cielo. «Anche per me è difficile credere a quello che vi ho detto...»

«Sei sicura di aver usato i poteri di un Incubo?» la interruppe Sokrat, mantenendo un tono pacato e la voce bassa.

«No, ma...»

«Ricordi di aver visto quelle Anime negli specchi?» rincarò, prima che potesse concludere la frase.

«No» confermò Dragana, abbassando lo sguardo e facendo cadere, a causa del suo peso, il sacco che Nastia le stava passando proprio in quel momento.

«Hai qualche prova tangibile di questi tuoi poteri?» Prima che lei potesse rispondere ancora negativamente, Sokrat recuperò il sacco che le era sfuggito dalle mani e posò anche quello sul tavolo. «Dra, so che è una situazione allettante, ma non ti puoi fidare unicamente di quello che ti dice lui.»

«Mia madre proveniva da qui. Questo deve pur voler dire qualcosa» provò di nuovo.

Nastia sbuffò bonariamente, superandola per mettersi al fianco di Sokrat. Anche Dragana la seguì, notando che il ragazzo aveva già rovesciato i due sacchi, riversando sulla superficie piana diversi oggetti, tra cui lei individuò principalmente spazzatura. Avevano ripetuto quell'operazione diverse volte durante il pomeriggio, eppure Sokrat riusciva sempre a scovare qualcosa di utile, lì in mezzo.

La Mietitrice [completa]Where stories live. Discover now