• 57 - KIM ~ ASHER

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KIM

Un Mese e Mezzo Dopo


Ti guardo. Fisso negli occhi.
C'è qualcosa che non va? Non lo so, sei strano. Non mi vuoi? Hai smesso di cercarmi, ho il dubbio che tu mi odia.
È così? Perché se fosse così dimmi che non sono più nei tuoi pensieri.
Allora perché mi sorridi? Forse ti ho strappato un ricordo, lo vedo dal modo in cui trattieni il tuo vigore.
Forse ti manco? Perché se fosse così non sai quanto mi sia mancato tu.
Ti guardo. Fisso negli occhi.
Sto guardando me stessa.
Sto entrando nel tuo cuore.
Amiamoci fino a quando il sole non smetterà di sorgere e i nostri respiri non si faranno più sentire.
Perché se fosse così io ti amo da morire.

~

<<Antidepressivi?>> costato osservando il suo viso rabbuiarsi, si volta e con le braccia conserte al petto mi sorride fiaccamente.

<<Ne prendeva in grande quantità, ed era suo solito chiudersi in camera per giorni e uscire solo quando nostra madre riusciva a convincerlo di cambiare aria>> racconta con una nota di rammarico, percependo a pelle la sensazione di angoscia che trasmettono le sue parole. Si stiracchia prima di alzarsi in piedi, porgendo a me la mano e seguirlo a braccetto verso il campo, dove a breve svolgerò i miei allenamenti.

<<Cosa è dovuto questo eccessivo consumo di farmaci?>>

<<Oh... Kim... abbiamo passato tanti di quei guai che purtroppo anche noi ci abbiamo messo mano>> spiega il biondo socchiudendo gli occhi, sforzandosi di non piangere.

<<Robin mi ha raccontato della vostra discussione>> gli accarezzo dolcemente una spalla, stringendolo sotto braccio fino a fargli sentire il mio calore.
<<Non voglio che vi sentiate costretti a proteggermi solo perché Asher ha quel suo carattere precipitoso, non hai pensato che forse i troppi pensieri lo portano a confondere? Sarà anche capace di togliervi dai casini, ma i suoi non lo libereranno tanto facilmente se si fa sopraffare così tanto dalle emozioni e dai ricordi>> non è colpa sua, sono i suoi demoni a spingerlo sul suolo.

<<È un fratello fantastico, ma non voglio che per colpa dei suoi istinti faccia del male anche a te>> perché mi dice questo?

<<Lui... sono certa che lui non mi toccherebbe con un dito>> dico calando il capo sul pavimento, sorrido maliziosamente al ricordo di ciò che è successo in queste settimane festive. Questa mattina, al sorgere del sole, la sua presenza mi faceva da scudo di quel fascio di luce, era li a metri di distanza che mi cercava, che a grandi falcate tentava di raggiungermi dopo giorni che ho ascoltato soltanto la sua voce, e non mi è bastato, avevo bisogno delle sue mani che percorrevano sul mio corpo, di assaggiare le sue labbra fino allo sfinimento e di sentire il calore del suo corpo che mi permettesse di avere fede, fede in noi e del legame che sta crescendo.
"<<Sei tu il mio tormento, e la mia paura è quella di volerti sempre di più.>>" Sono state le uniche cose a volermi ripetere costantemente al telefono, dopo essere stato congedato dal suo ruolo aveva persino preso in considerazione di venirmi a trovare, e l'ha fatto.
Il primo di Capodanno mi ha fatto visita e insieme abbiamo visitato Alexandria, la mia città natale, nonché la più colorata ogni 365 giorni l'anno. Aveva detto di volermi fare gli auguri personalmente e al contempo ha pensato di regalarmi una collanina argentata con un diamantino incastonato in una rosa che faceva da ciondolo. So che questo gli ha fatto pensare di aver creduto alla sua messa in scena, ma tutto ciò mi è sembrato una scusa solo per venirmi a trovare, finalmente per vedermi e respirare aria fresca restando l'uno accanto all'altro. E l'ultima cosa che avrei voluto in questi giorni era di restare con lui e non di continuare a farci la guerra solo perché non riusciamo ad accettare i nostri sentimenti, ma lui non è riuscito nell'intento, non ha bisogno di discutere con gli altri per nascondere ciò che prova per me, mi ha dimostrato benissimamente che è capace di volermi bene, ma un bene che va oltre l'apparenza. Provo lo stesso e so di non riuscire a negarlo, perché la sua presenza mi fa sentire come se nulla al mondo fosse più sicuro di lui che mi stringe tra le sue braccia, una casa che non lascerei mai e mi prenderei cura ogni singolo minuto della mia vita. Non sarà solo un posto in cui ci si può star bene ma anche amare senza freni e senza paure, senza rimorsi e con tanto di coraggio. La sua voce mi ha fatta sentire rinata, e ne avrei voluta di più tanta quanto avrei voluto la mia vita felice in quegli attimi, dove il mondo si è rilassato sotto i piedi e il tempo si è fermato per millenni. E cercavo di stringere la cornetta tra le mani e al viso, con la speranza di sentirlo più vicino, che la sua voce si insinuasse nella mia testa come un bruco.
Ho immaginato ancor prima che le sue iridi fossero nelle mie, io e lui tanto distanti quanto il desiderio cresciuto senza vederci, dando conto al fatto che realmente l'attesa aumenta il desiderio.

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Where stories live. Discover now