• 22 - ASHER

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Raggiungiamo la Sala Riunioni, dopo un piccolo intoppo che abbiamo subito risolto, saltandoci sventuratamente la colazione.
A breve ci hanno informato di un fraintendimento nella divisione degli orari, così siamo costretti a rimandare gli allenamenti e ascoltare altri futili discorsi che ci faranno perdere altro tempo. Annunceranno alcune informazioni sul proseguimento della missione che faremo, il problema è che ancora non hanno stabilito la durata dei giorni e in che posto andremo.
A pensarci non è una novità, di solito un soldato si aspetta sempre una proposta del genere, purtroppo per me è diverso, sarà la prima missione che faccio dopo ben 3 anni di riposo. All'epoca ero molto più sveglio di adesso, ricordo ancora la mia prima missione come se fosse ieri. Dicevano che fossi l'unico a portare a termine un incarico senza neanche un uomo ferito, e avevano ragione, ma la paura di morire era sempre incollata alle spalle, dovevi guardarti intorno anche quando non eri di turno.

Pur di tornare a casa eri costretto a fare scelte che ti avrebbero cambiato, ma sapevo che mi sarebbero costate delle vite, soprattutto la mia, perciò scegliere la via più brutale era quella che ci avrebbe portato a casa sani e salvi.
Il totale delle mie missioni, portate a termine, è di 35, e per un esempio di soldato come me è buon numero, qualcun altro non sarebbe sopravvissuto neanche alla quinta.
In 7 anni di servizio sono stato acclamato da tutti, ma questa lode col tempo è andata persa, o forse non del tutto. Avevo pronosticato di essere il migliore, l'immortale, e aver raggiunto questo traguardo mi fa sentire solo più fiero di me stesso, nonostante della presenza di Rocky al mio fianco c'è stata una missione che non ho saputo gestire.

Già, questa missione è stata così ingestibile che non è bastata neanche la forza delle armi, ma il bello è che delle armi ne ho potute fare a meno. Ho perso questa missione.
In verità, ha portato con se l'altra metà bella di me, quella gentile, amichevole, altruista, amorevole. Esatto, si è portata con se
Tutto. II. Mio. Amore.
Ho avuto paura, per la prima volta nella mia vita ho avuto paura di qualcosa a cui tenevo molto. Ancora adesso mi chiedo perché.
Ricordo quando il cuore batteva così forte, troppo, con eccessiva continuità, eppure non solo la paura mi stava divorando vivo, ero bloccato, terrorizzato, ferito, e il cuore riuscivo a sentirlo sotto il tocco di una mano.
Odiavo tutto quello che vedevo e sentivo, riuscii a silenziare il mondo solo con l'aiuto delle mie lacrime, perché niente esisteva più intorno a me. Avevo la testa altrove perché ormai sapevo di non avere più speranze.
Come facevo a pensare ad altro, se l'unica persona che amavo più di me stesso stava per morire? E poi ricordai... Avevo i miei fratelli, Rocky, mia madre; tutte le persone a cui non avevo dato importanza prima di compiere il grande gesto. Avevano sofferto per me, insieme a me, quindi rifiutai quel pensiero lanciandolo in un angolo della mente. Feci lo stesso con tutte le mie emozioni, compresi i ricordi, più taglienti e dolorosi di una lama. Avrei voluto che fosse ancora con me, ma so che qualcosa ha tagliato in due la sua vita, perché adesso lei vive nella mia mente, un fantasma che percorre la stessa strada mille volte, senza mai stancarsi, senza mai fermarsi.

Sapevo con certezza che nessuno avrebbe capito il mio dolore, così esiliai tutti i loro comportamenti gentili e la commiserazione che sentivo anche solo nel silenzio.
I miei fratelli invece, avranno visto anche il peggio di me, ma non mi hanno mai abbandonato... O come Rocky, che ha saputo starmi vicino anche se poche volte eravamo distanti. Le lettere che lui mi mandava erano piene di emozioni, di cui alcune non riuscivo a comprendere; avevo perso ogni commozione. Devo dire però, che grazie alla nostra amicizia, non abbiamo mai perso le speranze, o forse era lui a non farle perdere a me. In queste occasioni era sempre lui a salvarmi, dai momenti di panico alle urla di rabbia, o come le liti, che prendevano vita dal nulla, o come i pianti, che duravano ore e giorni.
È riuscito a sopportarmi, si, ha saputo gestire sia me che le mie emozioni incontrollabili.
Eppure non ha mai detto una parola al riguardo, forse non vuole, oppure ha timore? Non credo, non è da Rocky, si diverte a farmi arrabbiare quindi non credo che abbia paura di parlarmene.
Mi conosce da fin troppo tempo, da quando eravamo due pischelli che si prendevano a botte per imitare i veri campioni del pugile a quando siamo diventati due uomini, per questo siamo legati fino alla morte.
Per questo dalle nostre cazzate ricaviamo sempre qualcosa di buono.

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Where stories live. Discover now