•52 Affrontare

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Ogni km che mi allontanava dalla città di quelle vacanze mi rendeva sempre più cupa e pensierosa.
Di solito il treno mi rilassava molto, ma quella mattina non era così per me.
Mi stava portando via da Dabi e sempre più vicina a Kirishima, due cose che in quel momento non riuscivo ad accettare completamente.
Da una parte la tristezza di aver lasciato un ragazzo con cui avevo condiviso molto, nonostante il poco tempo. Mentre dall'altra il timore di non riuscire a reggere un nuovo confronto con quello che mi aveva lasciata.
Chiaramente avevo deciso di provare ad andare avanti, ma non per quello ero meno spaventata o maggiormente indifferente. Anzi, tutto il contrario. Temevo di capire di non poter andare avanti e la prospettiva mi terrorizzava.
Sospirai, cercando di focalizzarmi su pensieri meno spiacevoli e immediatamente tornai con la mente al tuffo del giorno prima, quello dalla scogliera altra quindici metri e che aveva acceso in me sensazioni stupende.
Mi ero sentita viva.
Mi ero sentita coraggiosa e capace di affrontare qualsiasi questione.
Conseguentemente tornai col pensiero anche a quello che era successo subito dopo quel tuffo e mi portai la mano destra sulla bocca, sfiorandomi il labbro inferiore che Dabi aveva tirato leggermente con la sua bocca, mentre mi baciava.
I miei sentimenti in quel momento erano stati molto contrastanti. Perché una parte di me si era immediatamente sentita ipocrita e superficiale, mentre l'altra non aveva potuto ignorare il mio rossore improvviso.
Ovviamente non mi aveva lasciata indifferente, probabilmente a causa della sorpresa, ma anche del ragazzo in questione. Ma di contro potevo affermare di non aver incoraggiato il suo gesto e nemmeno di aver ricambiato.
Anzi, per la sorpresa ero rimasta pressoché immobile, entrambe le volte.
Mi sentivo confusa. Confusa e spaesata.
In quel momento ero talmente sovrappensiero da non sentire nemmeno Kaminari sporgersi nella mia direzione, per scrutare il mio viso.
Quando me ne accorsi sussultai presa alla sprovvista, allontanandomi di scatto per lo spavento.
Il treno quella mattina era gremito di persone ed eravamo stati costretti a sederci separati. Gli altri stavano a qualche posto di distanza, mentre io mi ero ritrovata a dividere lo scompartimento con il biondo, Tetsutetsu e un giovane uomo che era sceso la fermata prima.
Tetsutetsu dormiva con le cuffiette nelle orecchie e la musica sparata a tutto volume praticamente da prima della seconda fermata, tanto che Denki aveva già provveduto ad immortalarlo, approfittando di un momento dove il ragazzo aveva iniziato a dormire con la bocca aperta e un'espressione buffa sul viso.
<<A cosa pensi? Sei tutta rossa. Pensavi a cose sconce?>> chiese il ragazzo, rendendomi di contro ancora più rossa. Praticamente ammettendo silenziosamente le mie colpe, se di colpe si poteva parlare.
<<Ma guarda, guarda... non me l'aspettavo da una ragazza riservata come te. Eppure mi hai sorpreso. A cosa pensavi? O meglio... a chi pensavi?>>
Sospirai amaramente, ormai smascherata in quattro e quattr'otto dal ragazzo accanto a me.
Solitamente agli occhi degli altri non appariva come molto sveglio o perspicace, ma era tutta apparenza, perché col tempo avevo scoperto varie sfaccettature del suo carattere.
In pratica era un ragazzo davvero furbo, anche se nascondeva questa sua dote con le sue battute maliziose e qualche sciocchezza.
Aveva dimostrato di saper essere un ottimo osservatore e ai miei occhi appariva come un ragazzo intelligente, anche se un po' frivolo in alcuni contesti. In fondo però il suo era solo un modo per scherzare e non bisognava prenderlo troppo sul serio.
Guardai dubbiosamente Tetsutetsu per verificare se stesse ancora dormendo o meno e solo dopo essermi assicurata del suo status mi decisi a vuotare parzialmente il sacco, in fondo parlarne con qualcuno di certo non mi avrebbe fatto male. Denki sapeva tenersi i segreti, anche se non sembrava.
<<Senti, io te lo dico... ma contieni le reazioni e non fare chiasso, va bene?>> chiesi, guardandomi intorno, per poi tornare a fissare il ragazzo con decisione.
Tra tutti i ragazzi di sesso maschile del gruppo era quello con cui sicuramente avevo legato di più e potevo considerarlo alla stregua di un migliore amico, tenendo conto che in classe non perdevamo occasione per chiacchierare e per scherzare o che era quello più aggiornato rispetto alla mia storia con Eijiro.
Lui annuì vigorosamente, avvicinandosi leggermente a me per captare le mie parole, siccome l'ultima domanda l'avevo fatta sussurrando.
<<Ieri pomeriggio è successa una cosa con Dabi, prima dell'ultimo saluto...>> iniziai, cominciando a giocherellare con le mie dita per dissipare l'ansia, quasi torcendole.
<<In poche parole ti ha baciata...>> concluse lui, facendomi sussultare per la sorpresa.
<<Come hai fatto a capirlo?>> chiesi ingenua.
<<Beh, non che fosse difficile e poi ti ricordo che anche io sono un ragazzo, ne so qualcosa di flirt e di baci. Lo sai che ho almeno tre dozzine di appuntamenti al mese.>>
Cercai di non soffermarmi troppo sulle ultime parole, così da evitare di alzare gli occhi al cielo e ripresi a parlare della mia situazione. <<Ecco, non so esattamente come spiegare, ma adesso mi sento un po' strana, quasi in colpa, ma allo stesso tempo anche imbarazzata.>>
Denki non fiatò, capendo di dover ancora sentire parte del mio discorso e aspettò.
<<Dabi mi ha fatto arrivare a una conclusione che mi ha destabilizzata...>>
<<Che conclusione?>> chiese lui.
<<La sua vicinanza durante questi giorni mi ha fatta sentire bene. Mi sono sentita sollevata e per un secondo mi sono sentita come->>
<<Come Kirishima?>> chiese lui.
Sentii un nodo stringersi nella mia gola e riuscii solo ad annuire placidamente.
<<Vediamo se ho capito... perché non sono molto bravo quando si tratta di questioni femminili, a meno che non mi chiedete di baciarvi...>> iniziò lui.
Sorrisi debolmente e lo lasciai continuare.
<<Stare con Dabi ti ha fatto capire che quando si sta male si cerca di trovare un rimedio per stare meglio e che la presenza di un'altra persona aiuta?>> chiese lui.
Annuii.
<<E che quindi inizi a capire il perché del comportamento del tuo ex?>>
Annuii di nuovo.
Il ragazzo sospirò e si passò una mano tra i capelli biondi, mormorando un: <<Voi donne siete troppo complicate>>.
<<Tra le braccia di quel ragazzo stavo bene e quando mi veniva da piangere mi bastava che mi stringesse a sé per stare meglio, mi domando se anche Eijiro si sia sentito così... forse sperava solo di mettere a tacere quel forte dolore che ti opprime qui>> spiegai, stringendo in un pugno il tessuto della mia maglietta, in corrispondenza del cuore.
Denki sospirò di nuovo e afferrò una delle mie mani, siccome avevo iniziato a mordicchiare l'unghia del mio pollice e voleva che smettessi subito. Detestava quando lo facevo.
<<Io non te l'ho mai confessato, perché non volevo farti arrabbiare, ma credo che adesso sia giunto il momento...>> mormorò.
Lo fissai incuriosita.
<<Io capisco Kirishima, perché anche io mi comporto come lui, ogni giorno da quando ho iniziato il liceo>> continuò <<anche prima mi piaceva molto uscire con le ragazze, ma ultimamente è come un bisogno per me...>>
<<Come mai?>> chiesi.
<<Lo faccio per non pensare alla ragazza che mi piace, quindi da una parte non riesco a biasimarlo. Si cerca di fare quel che si può per andare avanti e forse adesso l'hai capito anche tu. Si è comportato male, ma non posso non capirlo per certi punti di vista>> disse lui.
<<Hai una ragazza che ti piace? Vuoi dirmi chi è?>> chiesi io, nonostante il dubbio che iniziava a farsi largo dentro di me. Un sospetto più che altro.
<<Davvero devo spiegartelo?>> chiese lui, stringendo di più la presa sulla mano che mi stava tenendo tra le sue.
Ripensai al suo imbarazzo il giorno del festival a scuola, quando gli avevo fatto un complimento sul suo costume.
Ripensai a tutte le sue attenzioni o a quando cercava di farmi ridere quando mi vedeva di cattivo umore o triste.
Ripensai al modo in cui mi aveva protetta e consolata la sera della festa, quando era restato tutto il tempo con me per tenermi lontana da Eijiro.
Mi sentii una stupida e un'insensibile per non averlo mai capito.
Soprattutto adesso che il ragazzo mi sorrideva tristemente.
Gli volevo molto bene, ma per me era solo un amico e non potevo ricambiare i suoi sentimenti. Anche se mi dispiaceva a morte.
<<Io...>> cercai di dire.
<<Tranquilla, lo so, quindi non dire nulla>> rispose lui <<adesso faremo meglio a prepararci, la prossima fermata è la nostra, svegliamo la bella addormentata nel bosco.>>
Un secondo dopo il ragazzo era tornato a sorridere e stava dando una pacca enorme sulla spalla di Tetsutetsu, che si svegliò saltando in aria dallo spavento.
Quello dopo mi stava togliendo la valigia dalle mani, fin troppo pesante per me e stava uscendo dallo scompartimento, subito dopo Tetsutetsu.
Sembrò infine ripensarci e rinfilò la testa dentro, chiedendomi: <<Sei ancora la mia migliore amica, vero? Guarda che ci conto>>.
<<Vero>> risposi, facendo illuminare di nuovo il suo viso.

Rich {Kirishima x Reader}Donde viven las historias. Descúbrelo ahora