•75 Mai più

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Le parole di tutte le persone che mi avevano incoraggiata continuavano a vorticare dentro la mia testa, mentre correvo da una parte all'altra della città. Purtroppo senza cavare un ragno dal buco.
Ricordavo ancora a menadito gli impegni quotidiani di Eijiro e senza alcuna fatica riuscivo a vedere chiaramente davanti ai miei occhi la sua tipica suddivisione della giornata.
L'unica eccezione era rappresentata dal suo unico giorno di riposo settimanale, dove il ragazzo era solito fare sempre qualcosa di diverso. A volte andava in sala giochi, altre volte al parco, un'altra ancora a giocare a calcio coi suoi amici e non di rado decideva di fare degli straordinari, mandando a farsi benedire il suo meritato riposo.
Ovviamente quel giorno era proprio quel giorno nello specifico, per mia immensa fortuna, quindi non sapevo proprio quali pesci pigliare o dove poterlo finalmente trovare.
Sarebbe stato molto semplice per me tirare fuori il cellulare e chiedergli di darmi la sua posizione, ma mi rifiutato di ricorrere a quell'opzione. Ero troppo testarda per cedere a qualcosa di così semplice e volevo trovarlo da sola, così da vivere fino in fondo quel momento, potenzialmente destinato a diventare uno dei più importanti della mia vita; inoltre aprire quella chat dimenticata per mesi mi spaventava e non volevo perdere nemmeno un briciolo della forza d'animo che sentivo montarmi dentro passo dopo passo. Volevo tenermela stretta fino all'ultima briciola, così da buttare fuori tutto quello che sentivo solo una volta davanti a lui.
Nei quaranta minuti passati dal chiarimento con mia madre avevo già cercato in almeno quattro posti dove avevo ritenuto abbastanza probabile di poterlo incontrare, tuttavia fallendo miseramente ogni volta.
Mi sentivo come la pallina di un flipper, che sbatteva a destra e sinistra sulle pareti nella speranza di cadere nella buca del punteggio massimo, tuttavia senza grandi risultati.
In effetti sembrava un accostamento perfetto, considerando che stavo saltando da un posto all'altro come una molla impazzita, prendendomi a malapena il tempo per riprendere fiato tra una tappa e l'altra.
Non ricordavo di aver corso mai così tanto in tutta la mia vita, almeno non prima di quel momento. Nemmeno durante il folle allenamento sostenuto in previsione della staffetta mista, che si era tenuta oramai diverse settimane prima e che aveva visto la mia classe come vincitrice della categoria.
Mi fermai per riprendere un po' di respiro solamente dopo diverse ricerche, poggiando le mie mani sulle ginocchia per avere un sostegno. Probabilmente agli occhi dei rari passanti dovevo apparire con una specie di cane ansimante, ma non mi interessava granché. Pensavo solo a trovare Eijiro. Non mi importava del resto.
Cercai di fare un punto della situazione. Il ragazzo non era al parco, non era in sala giochi, non era in fumetteria, non era al centro commerciale o dentro a uno dei tanti negozi nel viale dello shopping della nostra città e né tantomeno nei pressi della rosticceria cinese dove amava rifocillarsi nei giorni liberi.
Restavano solo due assi nella mia manica, ma solo uno utile alla mia causa. La prima opzione comprendeva infatti una sua bizzarra decisione di restarsene in casa; non molto probabile, considerando che il ragazzo detestava sprecare il suo unico giorno libero in quel modo e soprattutto impraticabile per me, perché mai mi sarei permessa di piombare a casa sua per parlargli. La seconda invece mi portava a pensare alla richiesta di coprire un turno di lavoro non previsto da parte di un suo datore di lavoro, quindi di conseguenza a uno straordinario. Mi sembrava l'eventualità più fattibile tra le due, senza ombra di dubbio.
Il ragazzo svolgeva tre lavori: uno al ristorante thailandese, uno al cinema e uno al negozio di dischi, quello dove aveva iniziato a lavorare solo dopo la nostra rottura. Si dava quindi molto da fare per aiutare economicamente la sua famiglia, nonostante le proteste dei suoi genitori, che in più di un'occasione lo avevano pregato di pensare solo a studiare e a fare la vita tranquilla che spettava a un ragazzo della sua età. Tuttavia lui si era rifiutato di rinunciare ad anche solo uno dei suoi lavori, dichiarando di avere abbastanza forze per fare tutto e restare al passo con gli studi.
Quel giorno tra le varie opzioni potevo escludere solo il cinema, in quanto l'unico dove ricordavo di non averlo mai visto coprire turni extra. Restavano quindi solo il negozio di dischi e il ristorante, fortunamente lungo lo stesso percorso, anche se a qualche chilometro di distanza l'uno dall'altro.
Potevo raggiungere il primo a piedi, ma per il secondo decisi fin dal principio di ricorrere all'aiuto dell'autobus di linea, siccome consapevole di non poter tirare avanti a lungo con quei ritmi di corsa. Iniziavo infatti a sentirmi davvero stremata e con le gambe che si lamentavano per lo sforzo prolungato. Avevo bisogno di tutto l'aiuto possibile per portare a termine il mio obiettivo.
Non volevo attendere nemmeno un altro giorno per risolvere con Eijiro. Era arrivato il momento e ritenevo di aver perso fin troppo tempo per arrivare ad una conclusione fin troppo ovvia. Ossia che avevo bisogno di lui... che il mio posto era accanto a lui, tra le sue braccia.

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⏰ Last updated: May 04 ⏰

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Rich {Kirishima x Reader}Where stories live. Discover now