•17 Un passo

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Il rumore di Mina che batteva le mani l'una contro l'altra una sola volta, segno che aveva finito di pregare, mi portò via dai miei pensieri.
Avevo iniziato con una preghiera al tempio e poi ero finita persa nei meandri più profondi della mia mente.
Sospirai e tornai in piedi, sentendo il rumore di qualche osso scrocchiare in protesta, segno che avevo mantenuto le ginocchia piegate per troppo tempo.
L'orologio sul mio polso segnava le 21:45 e per le 22:30 dovevo essere a casa.
<<È stato un piacere ragazzi, ma come ho già accennato devo andare via. Ho promesso a mia madre di darle una mano con alcune cose per il locale, poi se mi trattengo oltre ho troppo sonno e non riesco ad aiutarla>> dissi, rivolta alle persone più vicine a me.
<<Vuoi che ti accompagni? Non va bene che una ragazza rientri da sola di sera>> si propose Kaminari.
<<Non serve, sai anche tu che questa zona è tutto tranne che pericolosa e poi è ancora presto. Ci vediamo lunedì in classe, va bene?>>
Il ragazzo sembrava un po' combattuto, ma sospirò e mi salutò con una carezza sulla testa.
Salutai tutti gli altri con la mano e mi avviai giù per le scalinate del tempio, fortunatamente non particolarmente affollate.
Appena dopo l'ultimo gradino mi sentii chiamare e mi voltai immediatamente, riconoscendo la voce di Kirishima.
Il ragazzo mi aveva riempito di messaggi da quel giorno e aveva spesso cercato di avvicinarsi a me, ma l'avevo evitato in tutti i modi. Non ero abbastanza forte da riuscirci ancora e lo aspettai.
<<Non pensavo ti saresti fermata>> disse lui con un leggero fiatone, segno che doveva aver corso per raggiungermi.
<<Nemmeno io lo pensavo>> ammisi sinceramente.
<<Appena non ti ho vista più ho capito che te ne eri andata e ho fatto l'impossibile per scendere le scale senza rompermi l'osso del collo>> disse lui.
Notando di essere d'intralcio alle persone che scendevano feci cenno al ragazzo di spostarci in un punto più marginale della stradina e ci avventurammo in silenzio presso il piccolo parchetto che delimitava il tempio, senza allontanarci troppo.
<<Devi parlarmi di qualcosa?>> chiesi, cercando di guardare ovunque tranne che nei suoi occhi così tristi in quel momento.
<<Sai benissimo di cosa dobbiamo parlare>> disse lui <<mi dispiace tantissimo per come ti ho trattata, voglio davvero che tutto torni come prima, sei davvero troppo importante per me e non averti mi fa impazzire.>>
<<Kirishima, io non so davvero cosa dirti. In questo momento non me la sento di fingere che nulla sia successo, posso passare sopra a tante cose, ma la mancanza di fiducia è una di quelle che faccio fatica a superare>> gli spiegai, cercando di non far tremare la voce.
Azzardai uno sguardo verso il ragazzo e me ne pentii amaramente, perdendo un colpo alla vista di alcune lacrime che gli correvano lungo le guance.
Feci per aggiungere qualcosa, ma le sue braccia mi raggiunsero per prime, portandomi verso il suo petto con bisogno.
Mi strinse forte contro di lui, facendo aderire ogni singolo centimetro possibile dei nostri corpi. Una sua mano corse tra i miei capelli, affondando dentro con estrema dolcezza e una finì attorno alla mia vita, allo scopo di tenermi vicina a lui il più possibile.
Cercai di staccarmi con tatto, ma lui a quel tentativo mi avvolse ancora più strettamente.
<<Per favore, restiamo un po' così, solo per qualche minuto, ti scongiuro>> mi sussurrò, respirando forte il mio profumo.
Non riuscii a ribellarmi davanti alla sua richiesta supplichevole e restai ferma lì, permettendo al ragazzo di far scorrere le dita tra i miei capelli e all'altra sua mano di accarezzarmi docilmente la schiena.
<<Sono completamente pazzo di te>> mi sussurrò all'orecchio, sfiorando il mio lobo con le sue labbra piene <<talmente pazzo da aver permesso alla gelosia di divorarmi vivo.>>
Mi aggrappai incerta al tessuto della sua maglietta e mi appoggiai lentamente con la guancia sulla sua spalla.
Il mio corpo non poteva fare a meno di cercare il suo. Ne ero innamorata, cosa potevo farci?
<<Da quanti giorni non ti toccavo? Credevo di morire>> sussurrò ancora, lasciandomi un piccolo bacio sul collo e sfiorando col naso la mia guancia, baciando anche quella.
<<Kirishima, per favore, non spingerti troppo oltre>> lo pregai, seppellendo il mio viso contro la sua spalla.
<<Hai ragione, perdonami... mi sono fatto prendere la mano>> disse lui, staccandosi lentamente da me <<ti accompagno a casa.>>
<<Davvero non serv->>
<<È fuori questione che ti mandi da sola di sera in giro per le strade, potrebbe accaderti qualcosa, se proprio non mi vuoi al tuo fianco camminerò dietro di te senza dire una parola, non ti disturberò nemmeno.>>
Sospirai e gli feci cenno con la testa di andare, non se lo fece ripetere due volte e iniziò a camminare accanto a me, ma senza starmi troppo vicino.
Teneva le mani nelle tasche e lo sguardo basso.
Camminammo per diverso tempo senza spiccicare parola alcuna, ma a poche centinaia di metri da casa mia sentii la sua voce infrangere quello strano e forzato silenzio.
<<Io ti capisco, sai? Ho ferito i tuoi sentimenti e non ti biasimo per la rabbia e la sofferenza che provi. Sei una donna e le donne vogliono e meritano rispetto, ho intaccato la tua dignità di donna e di persona, quindi so che non sarà facile per te tornare come prima. Però io voglio provarci lo stesso e farò tutto il possibile per tornare come un tempo, mi darai l'occasione di riconquistarti?>>
<<Non lo so, Kirishima, non so proprio cosa risponderti>> gli dissi, emettendo un piccolo sospiro.
<<Io non ce la faccio più, sai? La mattina quando ti vedo muoio dalla voglia di venire da te, afferrarti per le spalle e baciarti fino a toglierti il respiro, ma tu non mi guardi nemmeno più. Non provi più niente per me?>> chiese, fermandosi. Mi fermai anche io, voltandomi verso di lui.
<<Non è così, lo sai anche tu.>>
<<Cosa provi al momento per me?>>
Indugiai qualche secondo prima di rispondere, forse non era la scelta più saggia, ma non ero mai stata brava a nascondere i miei sentimenti.
<<Lo stesso che provavo anche prima, non è cambiato nulla>> confessai.
Kirishima fece immediatamente un passo verso di me e automaticamente ne feci uno indietro io, al che lui abbassò il capo sconfitto.
<<Per stasera non insisterò oltre, ti accompagnerò fino alla porta come mi ero promesso e non farò altro, ma da domani inizierò davvero a fare sul serio per riaverti.>>
Non aggiunse altro, così come non feci nemmeno io e in breve giungemmo presso la mia abitazione.
Mi voltai per scambiare un timido cenno di saluto al ragazzo e lui rispose accarezzandoni debolmente la guancia con le dita, per un secondo chiusi gli occhi, lasciandomi cullare da quel tenero momento di intimità e sentii il suo pollice sfiorare il mio labbro inferiore.
<<Le tue labbra... le rivoglio presto su di me>> sussurrò, accarezzandomi un'ultima volta <<buonanotte mia Amaterasu.>>
<<Buonanotte...>> risposi, chiudendo la porta alle mie spalle.
<<...amore mio>> aggiunsi solo dopo, scivolando lentamente contro la porta. Una lacrima a rigarmi il viso.

ANGUILLA SPEZIATA
Trauma, ho finito la scorta di capitoli scritta di getto mesi fa e ho dovuto scrivere questo di sana pianta. Non ho più l'età per certe cose (?) *schiena che fa crack*
Troppo triste questo capitolo? Troppo smielato? Ancora voglia di trucidare Kirishima? Secondo voi cosa potrebbe fare per farsi perdonare?
Fatemi sapere, mi piace molto questo confronto che sta nascendo tra di noi e magari potrei anche sviluppare qualche vostra idea particolarmente carina (se trovo l'ispirazione) ^^
Ciau!

Rich {Kirishima x Reader}Where stories live. Discover now