31. Diventerò solo qualcuno che una volta conoscevate

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JUNGKOOK

Il resto del weekend e l'inizio della settimana seguente andarono avanti in quella che era diventata la mia normalità, ovvero con la compagnia esclusiva di Jimin e, qualche volta, di Yoongi.
Jimin sapeva di questa mia "amicizia" con il ragazzo, ma non gli dava fastidio visto che Yoongi era anche amico suo.

Per quanto riguarda quello che era successo con mia sorella il sabato precedente di quel mercoledì, non nego che un po' ci ero rimasto male. Ma non nego nemmeno che già sapevo che, probabilmente, sarebbe finita così.

Era di questo che io e Jimin parlavamo quel mercoledì con Namjoon, chiedendogli il suo parere ma senza parlargli di tutto il mio passato.
Lui ci disse che probabilmente a mia sorella serviva solo un po' di tempo per accettare il fatto che questa fosse la verità, e di lasciarla stare.

Eppure Jimin sembrava non volesse lasciar perdere per niente al mondo.
"Jimin, sul serio. Basta. Sono felice comunque. Tu mi rendi felice" gli dissi prendendogli il viso tra le mani e dandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Voi due siete troppo sdolcinati" disse Namjoon dietro di noi dopo quel gesto.
Io mi misi a ridere, mentre Jimin tentò di iniziare a ribattere, ma un'altra voce lo interruppe.

"Ed io che non sono venuto a lezione per un'intera settimana pensando che, forse, non avrei dovuto vedere questa scena" sputò quella voce che conoscevo così bene con aria schifata.
Ci girammo entrambi verso la persona che aveva appena detto quelle parole. E non solo noi. Tutte le persone che erano in quel giardino, in attesa di iniziare lezione, si girarono verso Jin mormorando tra di loro o con sguardi sorpresi dipinti in volto.

"Scusami?" gli chiese Jimin prendendo la mia mano, poco dopo, come se fosse un gesto che facesse da tutta la vita.
"Mi hai sentito. E penso che mi abbia sentito anche la persona vicino a te che se ne sta zitta perchè non ha il coraggio di affrontarmi ancora" rispose Jin spostando lo sguardo verso di me.

Io alzai lo sguardo ed incontrai i suoi occhi, furiosi come non li avevo mai visti, e risposi in tono piuttosto alterato: "L'ultima volta che ti ho parlato civilmente mi hai buttato per terra come se fossi spazzatura, Jin. Volevi anche che mi presentassi a casa tua per chiederti scusa? Io che non ho fatto niente?".
"Ma tu qualcosa l'hai fatta, Kook. Mi hai mentito chissà per quanto sul fatto che, in realtà, ti piacciono i ragazzi. E tu sai quanto sia i gay che le persone che mentono mi diano fastidio".
"Come puoi dire una cosa del genere?" gli chiesi in tono incredulo e ferito.
"La dico perchè è la pura verità. E magari anche tutti gli altri vorrebbero saperla" mi rispose lui con serenità ed una strana malignità nel tono di voce.

Come avevo fatto a non accorgermi di tutta quella cattiveria che covava dentro di sè negli svariati anni in cui siamo stati migliori amici?

"Non penso che agli altri interessi. Comunque, non mi pare tu sia la tipologia di persona che si diverte a fare gossip" gli dissi io sostituendo il mio tono ferito con uno molto più arrabbiato.
"Ma certo che agli altri interessa, Jungkook. E credo che gli interessi anche perchè la persona dietro di te ti evita da più di una settimana. Dico bene?".

Io guardai prima dietro di me, rendendomi conto solo in quel momento della presenza di Tae, seduto su una panchina a qualche metro di distanza di me, e poi guardai le altre persone, per vedere la loro reazione alle parole di Jin.

Erano tutti ammutoliti e non avevano idea di come reagire a quella situazione.

"Bene, allora raccontiamo le cose proprio come stanno. Qui le persone che hanno mentito sono due, non una. Infatti, non solo la persona davanti a me ha un debole per i ragazzi, vero Tae?" disse Jin dopo qualche secondo, continuando indirettamente il suo sermone su quanto le persone come me fossero sbagliate.
Io mi girai verso Tae, che, dal canto suo, era con la testa abbassata ed in silenzio, cercando di immaginare che tutti non lo stessero guardando come, invece, stavano facendo.

"Non hai il coraggio di parlare? Che peccato...Allora lo farò io per te: Taehyung, qui presente, è innamorato perso di Jungkook, ma, visto che lui l'ha rifiutato per Jimin, si è talmente arrabbiato da dirgli che non voleva più nemmeno rivolgergli la parola. Un cuore spezzato fa male, eh?
Quindi, in conclusione, non solo uno dei miei vecchi migliori amici è gay, ma tutti e due. Ed io non ne sapevo assolutamente niente".

Non appena Jin finì di parlare mille mormorii si sollevarono dal gruppo di persone che si era radunato attorno a noi non appena Jin aveva iniziato il suo "discorso".
Fu nel momento in cui sentii i singhiozzi di Tae dietro di me che non ci vidi più.

Mi allontanai da Jimin e mi avvicinai a Jin, puntandogli un dito addosso e dicendogli: "Senti, razza di ipocrita. Scagliati su di me quanto ti pare, visto che ormai io ho già mostrato a tutti chi sono veramente, ma non ti dovevi permettere di fare questa scenata per dire delle cose su Tae che lui aveva deciso di tenere per sè. E lo so che anche io ho sbagliato a raccontartele ed avrebbe dovuto farlo lui quando sarebbe stato pronto, infatti mi sento tremendamente in colpa, ma, almeno, io non avrei mai tirato su tutto questo putiferio.
Eravamo i tuoi migliori amici, Jin.
Guarda cosa hai fatto a Tae. Guardalo".

Lui spostò lo sguardo da me alla persona seduta dietro di me, facendo cedere un po' la sua espressione rabbiosa quando vide le lacrime di Tae scendergli dagli occhi.
Ma questo momento di pietà durò assai poco, perchè pochi secondi dopo il suo sguardo ritornò quello furioso di qualche secondo prima e mi disse: "Diventerò solo qualcuno che una volta conoscevate d'ora in poi".

Si allontanò poi da me, accennando ad entrare nell'edificio. Ma io interruppi la sua camminata con le seguenti parole: "Meglio, perchè avere qualche tipo di legame in più con una persona come te mi farebbe proprio schifo".

Vidi le sue spalle irrigidirsi, probabilmente perchè non si aspettava quella reazione da parte mia, e poi continuò a camminare come se niente fosse, sebbene tutti riuscissimo a vedere le sue mani chiuse a pugno.
Dopo qualche secondo da quando la porta di ingresso si fu chiusa dietro di lui sentii Jimin esclamare: "Che fate ancora qui? Lo spettacolo è finito. Circolare".
Tutti si guardarono con aria imbarazzata, andando dentro l'edificio o da qualche altra parte del giardino poco dopo.

Io mi girai verso Tae per vedere come stesse, ma non appena mi avvicinai per fargli una singola domanda lui si alzò di scatto dalla panchina e si allontanò da me, dicendomi le seguenti parole: "Grazie per quello che hai detto. Lo apprezzo. Ma questo non vuol dire che io possa cambiare idea sul fatto che noi non possiamo assolutamente essere più amici".

Io le avrei anche accettate, quelle parole, se le avesse dette in tono convinto, ma la sua voce rotta non fece altro che farmi aumentare la voglia di abbracciarlo e di dirgli che lui sarebbe sempre stato il mio migliore amico.
Peccato che lui voleva sentire altre parole da parte mia...parole che io non avrei mai potuto dirgli.

Per questo rimasi fermo dov'ero, rendendomi conto, sul serio, che avevo perso Tae per sempre...
Perchè i sentimenti non corrisposti devono sempre fare del male?

Fu in quel momento che, d'improvviso, sentii il mio corpo crollare, come se fosse a digiuno da settimane. Fortunatamente Jimin mi prese praticamente al volo, dicendomi che non potevo assolutamente stare in quel posto un secondo di più.
Io annuii con la testa, lasciandomi trascinare fino alla sua macchina e poi fino a casa mia una decina di minuti dopo.

Mi distesi sul letto con un'espressione di vuoto in faccia. Il vuoto che aveva lasciato Tae nella mia vita. Nessuno avrebbe mai potuto prendere il suo posto come mio migliore amico. E di questo ero fermamente convinto...

"Hai fatto la cosa giusta" mormorò Jimin al mio fianco dopo qualche minuto.
"Lo so. Tu resti qui?" gli risposi accoccolandomi sulla sua spalla.
"Certo".
"Per quanto?".
"Per quanto tu hai bisogno di me qui" mi rispose facendomi un sorriso enorme.
"Allora per sempre" gli risposi ridendo.
"E per sempre sia" mi disse dandomi un dolce bacio sulle labbra poco dopo.
E poi rimanemmo lì in silenzio, beandoci della compagnia dell'altro come se fosse un bicchiere d'acqua dopo ore di camminata nel deserto.

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