Capitolo 23

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Entro in casa, appoggio la giacca sull'attacca panni di camera mia e mi butto sul letto, metto le mani sul viso e me lo strofino "che palle!" dico togliendomi le scarpe e lasciandole in mezzo alla stanza.
Vado in bagno a togliermi quel poco di mascara che avevo e mi sciacquo bene la faccia.
Non posso crederci davvero, nonostante tutto, la rabbia, il disprezzo per quello che aveva fatto, le lacrime versate, a lui pensavo quasi sempre, tutto ciò è successo mesi fa, ma parlarne mi fa ancora stare male, parlare di lui mi fa stare male, vederlo mano nella mano con qualcun'altro negli stessi posti in cui eravamo noi mi fa male, quand'è che diventerà tutto acqua passata.

Johnny's Pov
Sono le 11, mi sono appena svegliato, ieri sera sono andato a dormire molto tardi, sono stato sveglio a guardare thirteen reason why.
Oggi pomeriggio devo registrare il videoclip della nuova canzone e poi dovrò registrare una nuova cover.
Tornerò a casa tardissimo anche sta volta.
Sta sera escono tutti, anche domani mentre io sono in punizione, sta cosa mi da molto fastidio, odio stare in punizione specialmente quando gli altri organizzano cose magnifiche, domenica andranno al Canada's Wonderland, gli unici a rimanere a casa siamo io e Adelaide, dovremo fare quello stupido progetto per il preside.
"Sono a casa!" sento urlare da mia mamma la piano di sotto.
Mi metto una maglietta e scendo al piano di sotto ancora un po' addormentato.
"alla buon ora" dice mia mamma nel vedermi
"ciao mamma, dove sei stata?"
"sono andata a fare la spesa, è venerdì oggi"
"ah già"
"ho incontrato Adelaide sai" a quelle parole mi sveglio in un battibaleno
"ah si?"
"già, era insieme ad un ragazzo che non avevo mai visto, molto alto, occhi azzurri e capelli castani scuri"
"non ti ha detto il nome?"
"no, però mi sa che non è di qui"
"non saprei" dico cercando di sembrare il più disinteressato possibile
"abbiamo parlato" continua lei dopo un po' di minuti di silenzio "mi sembra cambiata un sacco"
Prendo un bicchiere di acqua e bevo, metto il bicchiere nel lavandino e mi appoggiò all'isola della cucina.
"da cosa l'hai intuito?" chiedo sospirando
"l'ho capito e basta, mi ha detto come sei con Rebecca"
"Ma perché devi chiedere in giro come sono con la mia ragazza!" dico abbastanza arrabbiato
"abbassa il tono prima di tutto"
"si scusa"
"perché quella ragazza non mi è mai andata a genio, non sembri neanche interessato, sai cosa sembra, che tu te la tenga solo per coprire il vuoto causato da Adelaide"
"ma tu che ne sai mamma"
"sei mio figlio...ti conosco"
"va beh non mi interessa, ormai sto con lei, sto bene, tra me e Adelaide è finita da un po' quindi basta" dico uscendo dalla cucina
"spero che lei non sia diventata così per colpa tua"
"lei chi? e poi così come?"
"va beh basta lascia stare, vai a vestirti dai"
È difficile mentire quando si tratta di queste cose.

Verso mezzogiorno mi chiama Hunter, mi aggiorna su quello che succede a scuola, è una specie di tradizione, quando qualcuno di noi ragazzi sta a casa uno chiama questo a pranzo e si racconta tutto.

-ehi, tutto a posto lì a casa?
-ciao ciccio, qui tutto bene e voi?
-bene dai, non è successo niente oggi, una giornata più noiosa non poteva capitare
-pensa che io manco posso uscire
-quanto sarai ancora in punizione?
-non lo so, non me l'hanno detto
-cavolo, che palle
-già, vorrei uscire a correre ma non so se mi lascia mia mamma, magari pensa che io esca con qualcuno
-prova a chiedere magari dice di e puoi uscire a prendere una boccata d'aria
-lo spero, ne ho bisogno
-si sente la tua mancanza qui
-sii?
-TANTO! dicono dal telefono anche gli altri
-presto torno
-speriamo, ora vado se no non mangio più
-va bene ci sentiamo ciccio
-ciao Johnny! dico in coro pure gli altri.
Sono fortunato ad avere amici come loro.
Mia mamma mi chiama per dirmi che il pranzo è pronto, scendo e mangio un po' in fretta e furia "mamma, so che sono in punizione, ma per sta volta mi puoi lasciare uscire per andare a correre? per favore ne ho bisogno" chiedo implorandola.
"guardami negli occhi" mi dice appoggiando la forchetta al piatto "solo un'ora e mezza, devi essere in studio lavato e vestito per le 3:30, quindi devi tornare in tempo per farti la doccia"
"Grazie mamma, grazie grazie grazie!" mi alzo dal tavolo e vado in camera, mi metto dei pantaloncini e una maglia, metto i polsini bianchi e le cuffie.
"ESCO!" urlo e mi tiro dietro la porta, collego le cuffie al telefono per poi metterlo in tasca.
Comincio a correre, mi immergo nei miei pensieri, con la musica riesco a pensare meglio, non sto guardando chi incontro, corro e basta.
Prendo la strada per la spiaggia, correre vicino all'acqua è una delle cose che preferisco di più in assoluto.
Arrivato corro fino alla sabbia bagnata e comincio a correre più veloce, l'odore del mare mi perfora le narici, faccio un respiro di sollievo e sorrido, sto bene, mi sento bene, questo è il mio posto felice.
Decido di correre per tutta la spiaggia, dal primo all'ultimo lido, alcune volte finisco con il piede in acqua, ma non mi interessa.
All'ultimo lido decido di fermarmi per un attimo, mi appoggio con le mani sopra le ginocchia e faccio dei respiri profondi, ho corso davvero veloce, volevo sentire l'aria che mi percorreva lungo il corpo.
La spiaggia è quasi deserta, non c'è nessuno se non qualche persona qua e là con il cane.
Guardo il telefono dopo essermi ripreso, ho corso per 50 minuti costanti, ho ancora 40 minuti, rimetto il telefono in tasca e ricomincio a correre verso la via casa.

Me And You Again!♡ //Johnny Orlando//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora