<<Sei ancora in questo stato? Saresti dovuta essere pronta almeno mezz'ora fa e invece ti ritrovo nuda e spensierata come se il tempo ti fosse padrone. Siamo in ritardo, Kim, e la colazione è già pronta in tavola>>, mi mordo le guance scocciata, ruoto gli occhi ed entro in doccia fregandomene di lei e della sua invadenza da madre autoritaria, il quale non lo è dato che le viene davvero male.
Ma so per certo che il suo silenzio non potrebbe batterlo nessuno, specialmente se si volesse aprire con qualcuno o approcciare con gli uomini. Se ne tiene alla larga e i suoi motivi sono al quanto strani anche per me, ma la comprendo, dopo quello che ha passato

Dopo secondi di una lunga riflessione  ritorno a guardarla, ancora sulla soglia della porta con un braccio teso verso la maniglia, che aspetta una mia risposta.                                                                  <<La sveglia non è suonata. E non prendertela se ogni volta che dobbiamo fare qualcosa l'ora va spostata indietro di mezz'ora, così sei esagerata, gli svizzeri ti invidierebbero>>, la sfotto proseguendo ad insaponare il mio corpo, ma anche se sono di spalle posso percepire il suo sguardo teso che addolcisce per la mia ovvia ragione.

<<Ti aspetto di sotto>> dice in uno sbuffo richiudendo la porta alle sue spalle, e finalmente posso godermi la pace, o forse ancora per poco.

Trascorro i minuti necessari per terminare la mia lunga doccia, il quale solo per strofinare i capelli ci ho impiegato più tempo del dovuto. Ritorno in camera già vestita e profumata, e con una rapida occhiata getto lo sguardo sulla sveglia che segna le 6:35. 
Altro che ritardo, se arrivassi in anticipo in Caserma sarò io stessa ad aprirla e ad accogliere il resto delle gavette.

Ritorno al borsone che è poggiato sul letto, ci infilo le ultime cose e tasto le tasche per assicurarmi che il mio porta fortuna ci sia ancora, ma quando mi accorgo che manca inizio a cercarla in preda ad una crisi di panico.

<<Adesso anche gli oggetti hanno le gambe!?>> distesa ai piedi del letto la mia più cara e significativa delle più belle fotografie mai viste. Il cuore mi batte e un tremolio mi arriva fino alla gola facendomi bloccare il respiro. La porto al petto, baciandola e guardandola a lungo per non dimenticare la felicità e la purezza che trasmette e specialmente il momento in cui è stata scattata. Ritrae me, la mamma e il papà abbracciati in giardino sotto un grande albero verde. Ricordo ancora quando correvo nel prato e lui che mi inseguiva, riusciva sempre ad afferrarmi, dopodiché mi faceva volare su nel cielo come fossi un aereoplano ed ero così felice che in quel momento non realizzai che sarebbe stato l'ultimo dei momenti belli con lui. 
Dopo la separazione andò via lasciando me e la mamma da sole, non abbiamo avuto più sue notizie e anche se ne avessimo avute la mamma non me lo avrebbe mai detto.
Si infastidisce quando parlo di lui, mi ha severamente proibito di pronunciare il suo nome o di parlare di qualsiasi altra cosa gli riguardi.

Per lei il discorso "PAPÀ" è una questione chiusa. So solo che è ancora nell'esercito e spero proprio di incontrarlo oggi, chissà se la fortuna sarà dalla mia parte. 
Però entrambi non mi hanno mai detto il vero motivo per cui si sono lasciati, anche se ne ho tutto il diritto di saperlo.


~

Sento la mamma gridare sempre più forte il mio nome e prima che venga a prendermi per le orecchie, prendo il borsone e scendo di sotto.

Per un istante mi blocco, nell'aria si diffonde un odore dolciastro tanto da farmi venire l'acquolina in bocca.
Inizio a correre verso la cucina il più veloce possibile, tanto da inciampare nel mio stesso borsone.
Quando vedo la mamma impiattare il mio dolce preferito, la saliva è in tenta di uscire dalla mia bocca: mi ha fatto i Pancake?

Amami Per Sempre Capitano || Vol.1Onde histórias criam vida. Descubra agora