Capitolo XXXIII

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33.

Marta aveva maturato altro tipo di aspettative per quella serata. La festa di Tommaso Squitieri, inconsciamente, rappresentava per lei una sorta di prova del nove per lei e Lorenzo come possibile coppia.

Dopo quel momento intimo a casa sua e la prima udienza del caso Corsi, la situazione con Lorenzo si era ulteriormente complicata. Se prima erano riusciti in qualche modo a definirla, seppur in senso lato, dandosi un'esclusiva, adesso vagavano nella più completa confusione dell'assenza di una definizione.

Marta era sempre stata convinta che non fosse sempre necessario definire qualcosa, che il fatto stesso di dare un nome fosse il primo passo per rovinare tutto. Le faceva molto comodo crederlo, in fondo liberava ciascuno dalla rogna di mettersi a nudo e fare i conti con i propri sentimenti. Non aveva paura di impegnarsi, aveva paura di farlo con la persona sbagliata. L'impegno era l'inizio di qualcosa e il principio della fine. Nel momento esatto in cui si definiva un legame, una relazione, si finiva col stare insieme a una persona con la paura di poterla perdere.

Un legame non stabile, invece, poteva essere revocato in qualunque momento, senza troppe sofferenze aggiuntive, senza avere la sensazione di stare perdendo qualcosa. Non ti era mai appartenuto veramente, perché non ci avevi messo l'impegno. E non si poteva soffrire per la perdita di qualcosa che non ci era mai appartenuta.

Era un po' come quando si affrontava una prova scolastica, universitaria o lavorativa. Se la si affrontava senza impegno, quello che ne veniva era solo tanto di guadagnato. Non si poteva rimanere delusi per non aver conquistato qualcosa per il quale non si era lottato.

Marta aveva sempre creduto che vivere in quel limbo del non definito fosse la soluzione migliore per proteggersi da una delusione che lei vedeva come inesorabile. Tuttavia, aveva fatto un errore di metodo.

Intanto si stava insieme, in quanto si prescindeva dall'obbligo di stare insieme.

Non era la definizione a fare la relazione, ma il contatto. Il venire a contatto con l'altro, dare e prendersi qualcosa, senza accordo, senza sancirlo, creava l'aspettativa di stare insieme. Non era l'impegno a far maturare la sofferenza, era l'assenza di impegno a illudere di non avere diritto di soffrire.

La ragione poteva prendere in giro se stessa, ma non era in grado di fregare il suo cuore.

Ragione e sentimenti non erano fatti della stessa sostanza; erano destinati a viaggiare su binari paralleli. Se la sua mente provava a stare con i piedi per terra, il cuore avrebbe sognato per due.

E dietro la falsa convinzione di non rischiare per non perdere qualcosa, si nascondeva la timida e tacita speranza di starsi sbagliando. Lei non voleva lottare per stare con lui, ma inconsciamente sperava che lui lo facesse per lei.

E Marta si rifiutava di fare i conti con la speranza, ma quella sera all'hotel Paradiso si ritrovò a fronteggiare la delusione di essere ignorata.

La festa di Tommaso Squitieri era caduta di sabato. Un giorno davvero comodo per Marta che aveva trascorso tutto il suo tempo tra negozi di abiti, estetista e parrucchiere. Si sentiva emozionata, non poteva negarlo. Dopo tanto tempo, fu nuovamente sopraffatta dal desiderio di farsi bella per qualcuno. Non le bastava che lei si vedesse bene, voleva che Lorenzo la guardasse e pensasse che fosse bella. E magari che glielo dicesse, o che i suoi occhi parlassero al posto suo.

Voleva lo stupore, quella sorpresa che lasciava senza parole. Voleva non sentirsi bella, ma la più bella.

Aveva speso una barca di soldi per quel vestito, ma ne era valsa davvero la pena. Era un abito lungo a sirena blu notte. Le spalle erano lasciate scoperte da uno scollo all'americana, la stoffa le cingeva i seni lateralmente e le si aggrappava al collo. Il punto forte, però, era la schiena lasciata scoperta da una vertiginosa scollatura che le scopriva la spina dorsale. Quando Marta aveva indossato quel vestito nel camerino, le si erano illuminati gli occhi. Era lui e doveva essere lui a lasciare a bocca aperta Lorenzo Anselmi.

Se dio fosse stato donnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora