Capitolo XIX

18.4K 992 417
                                    

19.

Quel giorno, Umberto Borrelli sfogliò il giornale con un sorriso compiaciuto e il cuore un po' più leggero. In prima pagina, figurava a caratteri cubitali il titolo che informava l'opinione pubblica di un colpo di scena nel delitto Corsi: "La Procura riapre le indagini. Nuovo indagato per l'omicidio della ventiduenne napoletana.".

Il nome della Borrelli&Associati balzava subito all'occhio, accanto a quello di Lorenzo e di Marta che con il loro lavoro di investigazione difensiva si erano guadagnati una bella colonna su un importante quotidiano nazionale.

L'avvocato Borrelli era davvero soddisfatto e non solo per la pubblicità che stava ricevendo lo studio. Ci aveva visto giusto, nonostante le resistenze del collega Falchi, scettico all'idea di affidare un caso così difficile a due avvocati con poca esperienza.

Avrebbe voluto occuparsene in prima persona, ma gli impegni erano troppi e Lorenzo e Marta erano perfetti. Il primo era così spregiudicato e sfacciato, soprattutto in udienza, che Umberto era sicuro che non si sarebbe fatto spaventare da un delitto così efferato. Inoltre, Lorenzo vantava ormai dieci anni di esperienza e aveva acquisito un tempra molto equilibrata e un'ottima capacità di muoversi che lo avevano reso uno strabiliante stratega.

Marta, benché piuttosto giovane e ancora con qualche problema con la gestione dell'emotività, era una stacanovista, una testarda senza eguali che non si fermava davanti a nulla, a costo di sbattere la testa contro il muro. Era una donna inflessibile e il suo rigore avrebbe messo in riga quella testa calda del nipote.

Sin dal primo momento, aveva capito che quella sarebbe stata una coppia perfetta. Erano così diversi tra loro, che potevano solo guadagnarci a vicenda lavorando insieme: Lorenzo, competitivo a livelli patologici e marcatamente individualista, avrebbe imparato il lavoro di squadra; Marta, invece, avrebbe potuto non solo sconfiggere i suoi limiti emotivi, ma anche attingere dall'esperienza di Lorenzo per farsi ancora di più le ossa con un bel rompicapo quale il delitto Corsi.

E non si era sbagliato. Certo, aveva dovuto fare ricorso alle minacce, per evitare che le loro differenze caratteriali potessero compromettere il cliente, ma a loro modo i ragazzi erano riusciti a trovare un ottimo modo di collaborare.

Umberto Borrelli si crogiolò ancora per qualche secondo nella sua soddisfazione personale, prima che un tocco alla porta lo ridestasse.

«Avanti!»

Lorenzo e Marta fecero capolino nella stanza con un ampio sorriso.

«Volevi vederci?»

Umberto si sfilò gli occhiali da lettura e gli fece cenno di accomodarsi. Li osservò con la sua solita aria bonaria e poteva scorgere nei loro occhi tutto l'appagamento derivante da un'impresa che a primo acchito sembrava impossibile.

«Siete su tutti i giornali. È inutile che io vi dica quanto sia soddisfatto del vostro lavoro. Dopotutto non è stata una cattiva idea mettervi insieme, no?»

Lorenzo guardò Marta con la sua solita aria sufficiente, ma stavolta, ad accompagnare la sua superbia, c'era una nota divertita nello sguardo.

«Diciamo che non è poi così male. Certo, sono ancora convinto che da solo me la sarei cavata alla grande, ma tutto sommato Marta è stata utile.»

Marta gli rifilò un'occhiata torva e si sistemò meglio sulla sedia tutta impettita.

«A dire la verità, si può dire che la riapertura delle indagini sia merito mio, visto che sono stata io a scoprire la pista del fidanzato della coinquilina.» lo canzonò lei mellifluamente, accavallando le gambe.

Se dio fosse stato donnaWhere stories live. Discover now