1971, Natale

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Erano passati 5 giorni da quella sera. Io e Paola non avevamo avuto modo di parlare di ciò che era successo. Da parte mia era finita per davvero. Mi comportavo da bambina, questo era pure vero. Ma quando una persona mi faceva un torto facevo sempre così. Mi dispiaceva per lei perché siamo state amiche molto tempo, ma proprio per questo non sopportavo il suo comportamento. Lei aveva cercato di aggiustare le cose tra noi, ma non aveva funzionato.

"Ti prego, Anna. Parliamone" disse lei due giorni prima.

"No, Paola. Con me hai chiuso" e feci per tornare a casa. Incontrai i ragazzi fuori scuola come di consueto.

"Andiamo, ragazzi" dissi rivolgendomi ai Queen. Loro avevano fatto pace, come dopo ogni volta che litigavano. Era così, ormai. Litigavano e facevano pace.

Il 23 dicembre ero partita per la Spagna, così potevo rivedere i miei nonni materni. Presi il volo alle 17.07 e arrivai alle 20.38 a casa dei miei.

"Ciao mamma!" dissi entrando in casa.

"Ciao tesoro" rispose lei dalla cucina. Mio papà entrò in casa dietro di me. Era venuto lui a prendermi all'aeroporto.

Poggiai le mie cose in camera ed entrai in cucina. C'erano tantissime cose da mangiare e un profumino davvero invitante. Mamma era sempre stata una brava cuoca.

Stava rifinendo un dolce e intanto mi diede un bacio.

"Com'è andato il volo?" mi chiese.

"Bene" risposi.

"Sei strana. Cosa succede?"

"Sono successe così tante cose, mamma" iniziai a raccontare. Non finivo più di parlare. Mamma mi ascoltava in silenzio. Era una sua grande virtù.

"Capisci, mamma?" chiesi alla fine. "Io no, sinceramente"

"Non preoccuparti" disse lei. "Non sono affari tuoi"

"Sono mie amiche. Certo che sono affari miei"

"Tesoro" disse guardandomi. "Non puoi sempre preoccuparti degli altri. Preoccupati una volta per te"

Dopo quella conversazione apparecchiai la tavola cercando di pensare a quello che mi aveva detto mia madre. Forse aveva ragione. Le mie preoccupazioni erano sempre per gli altri, adesso toccava preoccuparmi anche un po' per me.

Il giorno seguente uscii di casa molto presto e andai con i miei cugini a fare compere, gli ultimi regali per Natale. Dopo la morte di Francesco ormai non credevo più in alcuna divinità e il Natale per me era solo stare in compagnia dei parenti e scambiarsi i regali.

"Entriamo qui" disse Alvaro, il cugino più grande. Aveva 17 anni ed era il figlio della sorella di mia madre.

"Okay" acconsentii.

Era un negozio di musica molto grande. Era meraviglioso, c'era di tutto. Mi guardai intorno stupita quando notai un vinile dei "The Platters". Da quello che avevo capito doveva essere l'ultimo album che la band avrebbe mai pubblicato e mancava nella mia collezione. Dissolsi lo sguardo perché non avevo soldi anche per quello.

"Cosa volete prendere?" chiesi ai miei cugini.

"Oh, io solo una cosa" rispose Alvaro.

"Io faccio un giro e vedo se trovo qualcosa" fece Andres, suo fratello che aveva la mia età.

"Perfetto"

Feci un giro anch'io in quell'immenso negozio. C'era davvero di tutto, da Elvis Presley ai Led Zeppelin, David Bowie e gli Scorpions. Ero affascinata. Avevo la passione per la musica già da piccolina grazie a mio padre, ma ora che conoscevo i Queen ero più convinta di fare il loro stesso lavoro.

Once Upon a Time In England [Queen | Roger Taylor]On viuen les histories. Descobreix ara