1986, Knebworth

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Gli ultimi 5 anni erano stati i migliori da quando erano nati i miei figli. David Bowie ci aveva donato molti soldi per la mia scuola di canto che aveva accolto tanti bambini e ragazzi appassionati. Mike e Gemma crescevano in fretta, erano dei bambini in salute e felici della loro vita. Viaggiavamo spesso tra la Germania, la Spagna e l'Inghilterra per non perdere mai di vista la nostra famiglia. I Queen avevano fatto un successo enorme tra gli album e i concerti, e nonostante Freddie fosse malato già da alcuni anni continuavano imperterriti a far musica.

Nel '85 i Queen avevano annunciato un nuovo tour e decisi che era l'anno giusto per andare al loro live poiché gli anni prima non avevamo mai approfittato, così prendemmo i biglietto per giugno dell'anno successivo in Inghilterra, così facevamo un viaggio solo. Era più che altro per accontentare Mike che era da tanto che desiderava vedere il padre suonare dal vivo. Ormai era grandicello, aveva 11 anni e iniziava a capire la relazione tra me e Roger: avevamo chiarito ciò che era successo in passato e ora correva di nuovo buon sangue tra noi.

"Sei contento di avere i biglietti?" chiesi quel giorno a Mike.

"Sì, mamma. Grazie" rispose.

"E' da molto che lo chiedi. E te lo meriti, sei un bravo bambino"

Lui mi sorrise e mi ringraziò di nuovo. Era soprattutto per quello che ero felice e stavo bene: vedere i miei figli felici era la cosa più importante e grazie ad Anton ci ero riusciva perché lui mi aveva aiutato tanto in questo, ma soprattutto aveva accettato Mike nella sua vita.

I ragazzi non sapevano che saremmo andati al loro concerto, volevamo fare loro una sorpresa. Partimmo 5 giorni prima del concerto in modo da avere qualche giorno in anticipo per prepararci e organizzarci meglio per il concerto, anche se avevamo già pensato a tutto.

Il giorno della partenza era molto afoso poiché era il 5 agosto. Non faceva spesso tanto caldo in Germania, c'era spesso un clima più mite, ma quel giorno era un'eccezione.

"Siete pronti a partire, ragazzi?" chiesi ai miei figli.

"Sììì" rispose Gemma "Finalmente vediamo i Queen!"

"Mammaaa, graziee! Siamo prontissimi" urlò Mike.

"Allora sbrigatevi, altrimenti non ci fanno entrare" annunciai. Eravamo un po' in ritardo.

"Non è vero" rispose Gemma preoccupata.

Sorrisi "Sbrigatevi lo stesso, dai!"

"Ragazzi, vado a prendere la macchina iniziate a scendere!" annunciò Anton mentre usciva di casa.

"Papà ci lascia qui se non scendiamo" dissi ai bambini, così loro fecero in fretta e uscimmo anche noi.

Partimmo e arrivammo in aeroporto poco dopo l'apertura del gate e in fretta e furia salimmo sull'aereo dove i bambini si addormentarono. Nel frattempo io e Anton ottimizzammo le nostre vacanze.

Una volta atterrati c'erano i ragazzi che ci aspettavano e ci portarono in hotel.

"Gentile da parte vostra, ragazzi" disse mio marito.

"E' un piacere!" rispose John alla guida della loro limousine. Dissero spesso che preferivano così piuttosto che un autista e avevano sostituito quella limousine con il vecchio furgoncino.

"Vi ricordate quanto era bello quel furgoncino?" chiesi ai ragazzi.

"Era favoloso" rispose Fred.

"In realtà faceva schifo" rise Brian. Poi però si rattristò. In quel furgoncino c'era stata anche Teresa che andavamo a trovare tutti insieme ogni volta che potevamo e le raccontavamo le ultime che ci capitavano come facevano sempre da quando eravamo ragazzi.

Once Upon a Time In England [Queen | Roger Taylor]Where stories live. Discover now