1971, Primo appuntamento #1

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Arriviamo in un posto meraviglioso. Erano le 21.30 ed era tutto illuminato. Scendemmo dalla macchina e iniziammo a camminare in un viale pieno di gente. Roger mi prese per mano e mi feci guidare da lui perché conosceva il posto e sapeva dove andare, ma soprattutto perché mi sentivo protetta.

"Hai visto che bello qui di notte? E' sempre molto illuminato" disse Roger.

"Sì, è bellissimo" risposi io.

Camminavamo piano mano nella mano e lui mi spiegava tutto di quel posticino carino: si chiamava Greenwich ed era un distretto di Londra, era famosa per la sua storia marittima e per le varie cose navali che ospitava. Inoltre passava per lì il meridiano 0, il cosiddetto "meridiano di Greenwich" da dove partivano i restanti meridiani e i rispettivi fusi orari.

Arrivammo sul Tamigi e ci sedemmo su una panchina per osservarlo.

"Cosa succede?" mi chiese Roger vedendomi sofferente.

"Niente di ché, mi fanno male i piedi a causa delle scarpe" risposi io. "Non sono abituata"

Lui mi guardò negli occhi e sorrise dolcemente. Mi prese una mano e mi baciò le nocche. Mi piaceva sempre quando lo faceva.

"Sei bellissima stasera" mi disse a bassa voce.

"Grazie" arrossì "anche tu molto bene. L'azzurro ti dona"

"Bè grazie" disse avvicinandosi lentamente a me. Io rimasi immobile. Sapevo che stava per baciarmi ma volevo fare la preziosa perciò mi scansai un pochino per fargli capire che non ero ancora pronta per quel passo. Lui si allontanò da me deluso per non esserci riuscito. Un po' mi dispiaceva.

Mi portò poi nel Greenwich foot tunnel perché eravamo vicini. Lì dentro però non mi sentivo molto bene. Non avevo mai pensato di poter soffrire gli spazi chiusi, non mi era mai capitato. Volevo non darlo a vedere per non far preoccupare Roger e perché volevo fare la dura e apparire come una ragazza forte.

"Va tutto bene?" chiese Roger tenendomi sempre per mano e con un tono rassicurante.

"Sì,certo" risposi cercando di non far vedere che stavo ancora male.

"Sicuro? Non sembra, non hai un bel colorito" disse ancora lui fermandosi.

"Sì, davvero. Niente di chè" dissi io volendolo rassicurare.

"Okay, ma non preoccuparti se non ti senti bene. Puoi dirlo, ti riporto a casa" disse nuovamente Roger.

"Grazie, ma non c'è bisogno di preoccuparsi tanto" conclusi io.

Non feci però in tempo a finire quella frase e a fare due passi in più che vidi tutto sfocato, mi sentii cadere a terra e poi tutto buio.

Mi svegliai che ero all'ospedale. Non ricordavo nulla dopo la galleria a Greenwich. In un primo momento pensai che Roger aveva visto tutto e che ora non voleva più stare con me. Invece quando aprii gli occhi lo vidi vicino a me che mi guardava.

"Che è successo?" chiesi vergognandomi di essermi sentita male nella serata che doveva essere la più bella.

"Sei svenuta. Un calo di zuccheri" rispose Roger accarezzandomi la mano.

"Per quanto tempo sono stata svenuta?" chiesi di nuovo.

"Circa un'ora e mezza" rispose ancora lui pazientemente. "Dovrai però rimanere qui stanotte per essere sotto controllo. Domattina ti faranno uscire."

"Ma io domani devo andare a scuola. C'è il compito di storia. Non posso mancare" esclamai mettendomi seduta. Mi girò la testa per qualche secondo. Ero stata un po' avventata.

Once Upon a Time In England [Queen | Roger Taylor]Where stories live. Discover now