1962, dall'Italia alla Germania

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Io e mio fratello eravamo in sala da pranzo a ballare con le note dei "Platters" mentre mamma cucinava e papà si divertiva a cantare in sala con noi. Eravamo felici senza dubbio: avevamo una bella casa, un lavoro per mamma e papà, degli amici e soprattutto i vinili dei "The Platters", il gruppo rock preferito di papà che li seguiva già dai loro primi anni di attività musicale.

Mamma poi ci chiamò per apparecchiare la tavola che era quasi pronto. Io e mio fratello scattiamo in cucina perché sappiamo che poi ci tocca una moneta per il gelato poiché era un sabato d'estate e andavamo sempre a prenderlo dopo cena con i nostri genitori. E mamma era severa, niente aiuto per lei niente gelato.

Quella sera però ci toccò ricevere una brutta notizia, almeno per me lo fu. Mio fratello invece fu contento di quella decisione. Non sapevo però che mi avrebbe cambiato la vita, in tutti i sensi. Ora sarei contenta di rifare tutto ciò che ho fatto insieme alla mia famiglia.

"Allora, bimbi" disse mio padre mentre mangiavamo "Io e la mamma dobbiamo dirvi una cosa importante"

"Non è una cosa leggera da digerire, ma speriamo che possiate essere contenti" aggiunse la mamma.

"Ci trasferiamo in Germania, a Francoforte con i nonni dove farete anche la scuola elementare" annunciò mio padre con fierezza.

Lui era tedesco, si era trasferito in Italia quando era bambino come me e mio fratello e ci aveva insegnato a parlare tedesco e anche un po' a scriverlo così parlavamo con i nonni in tedesco perché la loro conoscenza dell'italiano era limitato. La mamma invece era spagnola e aveva conosciuto papà in vacanza a Riccione dove poi si sono sposati e dove siamo nati io e Francesco. I suoi genitori erano rimasti in Spagna e andavamo a trovarli in estate. Adesso capisco perché quell'estate erano venuti loro in Italia: i miei genitori stavano già pianificato il trasferimento e non volevano perder tempo con il viaggio.

Io rimasi a bocca aperta. Non volevo andare in Germania e perdere quella che era la parte americana che era in me. O almeno la pensavo così a 6 anni. Francesco invece sorrise con i tutti i denti che aveva, era felice come una Pasqua. A lui piaceva Francoforte ed era molto curioso di conoscere ogni cosa nuova.

"Quando partiamo?" chiesi io preoccupata.

"Tra una settimana, così possiamo fare un giro per farvi conoscere la città e avete tempo per prendervi il necessario per la scuola" rispose la mamma.

"E i nonni? Rimarranno qui? Così torneremo" chiesi ancora io speranzosa di voler tornare almeno una volta l'anno. Mi piaceva molto stare a Riccione: il mare, la spiaggia, il sole, le strade e le case. Ero molto affezionata all'Italia.

"No tesoro, i nonni verranno con noi così non rimangono da soli. Lo sapete che tutti i miei fratelli sono in Germania e anche i vostri cugini. Loro sapranno dove portarvi in città per farvi conoscere un po' i posti più belli" rispose papà.

Ero molto triste. Come facevo a dirlo a tutti i miei amici? Non è che ne avessi molti ma quelli che avevo erano buoni amici e mi preoccupava non vederli più. Con chi sarei andata al mare? Con chi andavo a prendere il gelato nel pomeriggio? E soprattutto, dov'erano il mare e le gelaterie in Germania?

Nei giorni successivi io e Francesco ci mettemmo a scegliere quali giochi portare dai nostri cugini in modo tale da conoscerci poiché non ci eravamo mai incontrati.

"Secondo te ai nostri cugini piace giocare a questo?" mi chiese Francesco mentre mi mostra uno dei nostri gioco da tavolo.

"Mmm non saprei. A me un po' annoia" risposi.

"Okay, allora lo lasciamo qui" ribatté lui.

"Sì. Ma cosa pensi succederà a questa casa?" chiesi dopo qualche secondo di silenzio.

Once Upon a Time In England [Queen | Roger Taylor]Where stories live. Discover now