1967, Francoforte

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La Germania era un paese affascinante. Almeno per me lo era. Avevo scaturito in quei cinque anni una curiosità da parte mia verso ciò che offriva. Ho però affrontato tutto ciò da sola. Mio fratello era morto poco dopo il nostro arrivo perché gli avevano trovato la leucemia in stato avanzato. Mi chiedevo sempre come abbiamo fatto a non accorgercene. I nonni erano arrivato qualche giorno dopo di noi. La nonna era morta l'anno dopo e il nonno era cambiato dopo che la nonna era andata via, non era più lo stesso. Vedevo cose che non riuscivo a capire e nessuno aveva il coraggio di spiegarmele. Erano cose che non avrebbe dovuto sapere, e forse meglio così.

In tutto ciò mi ero messa sotto con la scuola. Studiavo anche per mio fratello che mai lo avrebbe potuto fare. Lo facevo per mia nonna, per renderla fiera poiché lei non era mai andata a scuola e avrebbe tanto voluto. Soprattutto studiavo per i miei genitori: mi hanno sempre insegnato che viene prima il dovere e poi il piacere e che i miei sacrifici poi mi avrebbero dato i risultati che desideravo. Dovevo soltanto volerlo e credere nelle mie potenzialità.

Quello era l'ultimo giorno di scuola elementari. Ma comunque dovevo continuare a studiare per gli esami che mi attendevano. Tornata a casa feci merenda e mi misi a fare i compiti per gli esami. Nella sera cenammo in silenzio.

"Quando finirai gli esami, tesoro, andremo a trovare Francesco" disse papà guardandomi con aria triste.

"Va bene" risposi facendo un sorriso finto.

"Come ti senti per gli esami?" chiese mamma cercando di cambiare argomento.

"Penso bene, ma ho un po' paura" risposi continuando a mangiare.

"Non preoccuparti tesoro. I maestri sanno che ti sei impegnata e che studi tanto. Vedrai che andrà benone" cercò di consolarmi mia madre. Mio padre invece non si esprimeva molto, non lo aveva mai fatto dopo la morte di Francesco.

"Hai bisogno di aiuto con i compiti?" chiese lui dopo qualche minuto.

"Magari, papà, così vedo se li so fare davvero se ci sei tu che mi interroghi" risposi felice perché era una delle poche volte che me lo aveva chiesto. La prima volta era quando feci l'esame in terza elementare.

Dopo quell'esame brillante i miei mi portarono al concerto dei "The Platters". Ad aprire lo spettacolo c'era una ragazza che non conoscevo, ma mi piacque moltissimo. Inizialmente non ci feci molto caso a lei perché ero emozionata per il mio gruppo preferito di sempre. La mattina dopo il concerto pensai di nuovo a quella ragazza e desiderai tanto imparare a cantare. Così convinsi i miei genitori a farmi seguire un corso di canto. Avevo 8 anni e già ero convinta di voler fare quello nella vita. Adesso che avevo 11 anni e ne ero ancora più convinta.

"Okay, allora adesso aiuta la mamma a sparecchiare e io ti aspetto in camera tua di sopra" disse sorridendomi.

Dopo cena aiutai mia madre che come di consueto mi diede una moneta per il gelato. Me la dava un po' meno spesso, ma lo apprezzavo sempre.

"Grazie mamma. Sei la migliore" dissi dandole un bacio.

Per tutta la serata mi feci aiutare da mio padre per i compiti dell'esame e per fortuna che mi corresse qua e là. Ripetei anche per l'orale, feci qualche pecca ma poi papà mi aiutò a migliorare nella mia esposizione.

Andai a dormire più tranquilla perché ero consapevole che avevo imparato meglio a fare gli esercizi ed ero più brava a ripetere.

La mattina dell'esame ero una delle prime ad arrivare. Prima di me c'erano già Marco, Alessandra e Paola. Li salutai, ricambiarono e notarono subito la mia tensione.

"Non preoccuparti, Annina. Tutti noi siamo in tensione" mi rassicurò Paola, la mia amica del cuore.

"Grazie" dissi arrossendo un po'.

Once Upon a Time In England [Queen | Roger Taylor]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora