1971, Londra #3

246 16 6
                                    

In quei giorni dopo scuola io e Teresa eravamo sempre andate allo studio con i ragazzi. Cercavamo di aiutarli, ma effettivamente non sapevamo come. Allora ci diedero il compito di andare un po' prima e di sistemare tutto l'occorrente. Li aspettavamo sempre e quando arrivavano io e Teresa ci mettevamo sul divanetto e studiavamo insieme. Anche i ragazzi erano al college e dopo lo studio si radunavano con i rispettivi compagni di studi per affrontare quel mondo per me ancora troppo lontano e sconosciuto.

"La vita al college è tutt'altra cosa" mi disse un giorno Brian vedendoci studiare. "Fate in modo di divertirvi adesso e studiare dopo." Sempre saggi consigli, il chitarrista.

Quel sabato i ragazzi erano liberi perché avevano suonato la sera prima nel solito locale che da quando c'erano loro si riempiva ogni venerdì. Facevano progressi.

Ci vennero a prendere a scuola, come di consueto. Molti ragazzi li riconoscevano e sussurravano ogni volta che ci vedevano con loro. Spesso, anche in strada, li fermavano per autografi e foto. Loro erano sempre gentili e disponibili con tutti. Non potevo non sorridere ed essere orgogliosa di loro, poiché vedevo l'impegno e la volontà nel fare ciò che piaceva loro.

Mentre andavamo verso il solito furgoncino ci trovammo io e Roger camminare fianco a fianco un po' distanti dagli altri

"Com'è andata oggi a scuola?" chiese lui.

"Molto bene. Ho preso B in scienze e per questo weekend posso rilassarmi" risposi contenta.

"Sono felice. Così tu e Teresa potete fare un salto da noi oggi, invece di portarvi a casa" propose lui.

"Non credo sia possibile. Devo comunque pulire casa" dissi. Era una scusa, mi vergognavo sempre un po' a ritrovarmi con lui perché finiva ogni volta che rimanevamo soli anche quando c'erano gli altri.

"Ma se vivi con una madre single e casalinga" rispose lui.

"Non fa niente neanche a casa quella donna. Devo pulire sempre io" dissi un po' arrabbiata perché questo era vero. Camera mia, i due bagni e la cucina erano sempre puliti grazie a me. Il resto non mi interessava. Non era neanche casa mia. Fatti loro, io facevo già troppo in quella casa.

"Sì, certo" disse Roger ridendo. Non posso non guardarlo ridere. "Che ne dici di andarci a prendere qualcosa da bere stasera?"

"Certo" risposi arrossendo e un po' imbarazzata. E ora? Cosa mi sarei messa? Cosa gli avrei detto? Saremmo stati solo io e lui e questo mi spaventava molto. Non ero mai uscita sola con un ragazzo. Non so come comportarmi.

"Ti passo a prendere alle 21 e ti porto in un posto carino. Ti piacerà" disse lui sorridendomi e ancora una volta non potevo non guardarlo innamorata. Sorrisi anch'io. Ero felice e terrorizzata nello stesso tempo.

Raggiungemmo gli altri che ci guardarono come se avessero capito tutto. Forse avevano già intuito tutto. Soprattutto i ragazzi. Immaginavo che si confidassero quando io e Teresa non eravamo con loro come noi lo facevano quando eravamo io e lei.

Salimmo il furgoncino bianco. Di fronte a me c'erano Freddie, John e Teresa. Roger era alla mia destra.

Brian era alla guida ma partecipava comunque alla conversazione a differenza di John che già era silenzioso di suo, ma quando era alla guida era di un silenzio tombale. Da un lato era anche un pregio.

"Stasera quindi uscite, eh?" disse Freddie con uno sguardo accattivante.

"Affermativo" rispose Roger mettendo il suo braccio attorno al mio fianco e mi guardò. Ricambiai lo sguardo. Mi ci perdevo sempre in quegli occhi azzurri.

"Dove andate?" chiese John.

"Sorpresa" rispose Roger tenendomi sempre stretta.

"Non farla spaventare, Taylor!" si intromise Brian.

Once Upon a Time In England [Queen | Roger Taylor]Where stories live. Discover now