Capitolo 16.

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«Quella...quella cosa è casa tua?!» strillo esterrefatta più forte di quanto avrei voluto. Spalanco la bocca ad ogni metro che percorriamo nell'immenso vialetto che conduce ad una villa grande tanto quanto tutta la strada in cui abito io.

«Beh si, in realtà è dei miei ma visto che sono via ho pensato non ti sarebbe dispiaciuto avere un po' più di privacy. I paparazzi conoscono il mio appartamento e credo sarebbe stato più complicato passare inosservati» spiega pazientemente parcheggiando l'auto in un box semi aperto.

Prima che possa ricollegare il cervello lo vedo aprirmi la portiera e sorridere davanti al mio evidente stupore. Non mi aspettavo di certo una cosa del genere anche se immaginavo avesse una proprietà piuttosto lussuosa. Lo seguo in silenzio assaporando con gli occhi ogni dettaglio di quel delizioso giardino ben curato che, nonostante le proporzioni, mi infondono una sorta di tranquillità inspiegabile. O forse è solo l'idea di passarci del tempo sola con Liam.

«ATTENTA!» urla lui prima di finire a terra con un tonfo talmente rumoroso che penso mi abbiano sentita persino dalla casa accanto.

«Brit vieni qui immediatamente, cattiva cagnolina, oggi niente dolce» esordisce la voce di Liam mentre cerco invano di liberarmi dalle slinguazzate affettuose della sua cagnetta. Sono stesa a terra come un sacco di patate mentre un Golden Retriver mi lecca la faccia e Liam James Payne mi chiede scusa in tutte le lingue del mondo.
Bizzarra la vita, no?

«Scusala, è molto...affettuosa, si» dice per l'ennesima volta imbarazzato porgendomi le mani per rialzarmi.

«Poteva andare peggio» lo rassicuro afferrandolo per farmi leva. Non vedo l'ora di farmi una doccia.

Mi scocca un'occhiata e finalmente entriamo nell'ampio salone che funge anche da ingresso e sala giochi con un biliardo in ciliegio scuro in un angolo e un pianoforte a coda nell'altro. L'ambiente è caldo ed accogliente, esattamente l'opposto di come me lo sono immaginata. Il mobilio è interamente fatto in legno scuro e le pareti richiamano la classica baita di montagna con tanto di lanterne antiche, poltrone imbottite e foto di famiglia sul camino. Solo che non ci troviamo in montagna ma bensì a dieci minuti dal centro di una delle città più caotiche di sempre.

«È meravigliosa» è l'unica cosa che riesco ad esclamare mentre seguo il padrone di casa stanza dopo stanza. Sono certa che non riuscirò a ricordarle tutte ma sono già onorata di trovarmi qui e di poter conoscere qualcosa in più su Liam e la sua vita. Prima di diventare famoso viveva in una piccola casa con a mala pena una camera da letto da dividere insieme alle sue sorelle, sicuramente un bel cambiamento rispetto a ora. Un po' mi rattrista pensarlo adolescente e con zero spazio per sé stesso, è l'unico maschio di tre figli e, di conseguenza, l'unico a farsi carico delle difficoltà economiche della famiglia. A quattordici anni ha iniziato a consegnare i giornali prima di andare a scuola e ad aiutare suo zio in un negozio nei weekend dopo la scuola, il tutto durante l'evoluzione del suo amore per la musica. Se lo avessi incontrato allora probabilmente gli avrei dato un pacca sulla spalla e gli avrei detto di non mollare.

«Lì ci sono degli asciugamani puliti, accappatoi, phon e qualche altra cianfrusaglia, prendi tutto ciò che ti serve. Intanto vado a trovarti qualcosa di pulito da mettere e ne approfitterò per fare una doccia anch'io. Se hai bisogno chiamami» dice indicandomi tutti i vari sportelli del bellissimo bagno con vista sul giardino posteriore.

Annuisco facendo mente locale su tutte le innumerevoli informazioni che mi sono state fornite e sorrisi.

«Ah Liam...ti ringrazio infinitamente, sei un buon amico» e lo penso veramente.

Mi guarda un paio di secondi prima di chiudersi la porta alle spalle e lasciarmi un po' di intimità. Scruto la mia immagine allo specchio e mi ritrovo a ridere vedendo le condizioni in cui sono conciata. Non proprio un gran bel vedere.

Ripiego i vestiti sporchi in un angolo e senza indugi mi abbandono al tepore del potente getto della vasca e, egoisticamente, mi concedo di riempirla a metà approfittando degli invitanti sali da bagno francesi a mia disposizione. Mi poggio contro lo schienale massaggiante e mi perdo a giocherellare con la schiuma che mi solletica il collo. Forse ho un po' esagerato ma, a questo punto mi sembra il minimo trarne almeno un po' di vantaggio per me.

L'acqua è calda al punto giusto e la vista rilassante che mi si presenta di fronte mette a dura prova il mio autocontrollo. Sono così stanca e sopraffatta dalle mille emozioni che non sono più in grado di concentrarmi su una cosa sola senza essere distratta da qualcos'altro. Ma non mi dispiace, avrò  tempo per rimuginare una volta tornata a casa.
Un attimo dopo avverto quella sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco che quasi mi smorza il fiato tanto che devo sedermi per riprendere aria. L'idea di dover tornare alla realtà ad d'un tratto non mi sembra più così scontata e naturale come dovrebbe essere. Lasciare l'Inghilterra, i paesaggi, gli odori, i meravigliosi ricordi e le tutte le belle persone, o quasi, che ho incontrato mi terrorizzava.

«Bene, bene, bene, a quanto pare sei riuscita ad infinocchiare Payne prima del previsto, sei in gamba bambina. Com'è il bagno? Stai già pensando di cambiare i colori?»

Con uno scatto mi volto verso la porta e con tutto il fiato che ho in gola caccio un urlo che nemmeno io sapevo di poter generare. Istintivamente mi copro il petto con le braccia e non mi curo di tutta l'acqua che è appena caduta sul parquet.

«Cos-, cosa...OH MIO DIO, si può sapere quali cazzo di problemi hai? E come sei entrato? Esci immediatamente da qui brutto idiota» gli grido cercando di mascherare l'imbarazzo con la poca schiuma rimasta. Probabilmente sono in condizioni peggiori di quando non fossi entrata e per di più ero completamente esposta nell'immensa vasca da bagno di Liam mentre Harry se la rideva sotto i baffi appoggiato contro la porta semi aperta.

«Non ci vuole un genio a trovare la chiave di riserva sotto lo zerbino e poi conosco questa casa come le mie tasche. Allora, che programmi avete per oggi? Pensavo di aggregarmi se per voi piccioncini non è un problema» dice con nonchalance incrociando le braccia al petto e, di tanto in tanto, ammirando il suo riflesso nello specchio.

«Ma ti sembra il momento di metterti a fare conversazione? Esci da questo dannato bagno Harry, non scherzo» lo minaccio puntandogli contro una boccetta di shampoo.

«Non sei niente di speciale, puoi star tranquilla» ammette facendomi l'occhiolino.

«Fanculo!» e gli lancio contro il flacone mentre ridendo si chiude la porta alle spalle.

SPAZIO AUTRICE

Secondo voi, com'è che Harry riesce a mettersi sempre in mezzo? Adoro l'indole di questo personaggio, fa sorridere anche me ogni volta che mi ritrovo a scrivere scene come quest'ultima, è inevitabile.

Sole invece si sta addentrando in una sentiero spinoso che purtroppo non la lascerà illesa ma non voglio anticiparvi nulla. Lo scoprirete nei prossimi capitoli visto che la storia non verrà lunghissima, anzi.

Mi scuso come sempre per gli errori e vi invito a commentare che a me fa sempre molto piacere leggervi e rispondere. Per qualsiasi cosa mi trovate sui miei profili instagram. ❤

Ig: redkhloewattpad / _saradevincentiis

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