Capitolo 9.

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Sento le sue labbra muoversi sulle mie e il cuore battere all'impazzata. Sembra come se volesse uscirmi dal petto e posso percepirlo coprire persino il frastuono della stanza affianco. La testa è diventata improvvisamente leggera e tutto il mio buon senso è andato a farsi benedire.

Harry Styles mi sta baciando.
Harry Styles mi sta toccando.
Harry Styles mi sta, probabilmente, ingannando.

Ma non mi importava in questo momento.

Una sua mano è premuta contro la parete alle mie spalle, mentre con l'altra mi tiene stretta per un fianco da sopra il tessuto della tuta.
I pochi centimetri che dividono i nostri petti sembrano bruciare come le fiamme dell'inferno e ad ogni respiro è come inalare benzina. Il suo fiato caldo soffia sul mio volto incendiandomi le viscere e l'animo.
Come un potente getto d'acqua fredda e caldo nello stesso momento. Tanti piccoli brividi prendono a corrermi lungo la schiena e quando un gemito strozzato fuoriesce dalla mia gola, capisco di aver firmato la mia condanna.

Lo sento sorridere sulle mie labbra e, pochi attimi dopo, sospirare affannato con la fronte premuta sulla mia.
Ha ancora gli occhi chiusi e mi beo per un momento della vista idilliaca che mi è concessa.
Le narici dilatate e la fronte imperante di piccole venature sporgenti lo rendono, alla vista, illegale. Diabolico e paradisiaco allo stesso tempo. Bianco e nero.
Freddo e caldo. Un mix contrastante di sensazioni diverse. Avrebbe dovuto spaventarmi tutto questo e, in realtà è così, ma in questo istante mi sento invincibile. Come se nulla potesse scalfirmi anche se sono consapevole che la colpa è dell'effetto dell'adrenalina e non del mio coraggio.

Quando riapro gli occhi resto sorpresa nel notare quanto i suoi sono più scuri del normale. Sono intensi e carichi di un'emozione che non riesco a decifrare. Per la prima volta da quando lo conosco, finalmente, sono riuscita a scorgere una piccola parte che non appartiene alla sua personalità da pop star.
E’ solamente Harry.

«Questa cosa non dovrà mai sapersi, ci siamo capiti?» dice ad un tratto sistemandosi i capelli arruffati e passando le dita sul labbro inferiore. Il suo repentino cambio d'umore non mi sorprende così tanto ma ne rimango ugualmente colpita. Penso che una persona come lui può avere qualsiasi cosa senza preoccuparsi delle conseguenze ma, forse mi sbaglio.

Annuisco ancora frastornata e dopo un'ultima occhiata gelida da parte sua, mi da le spalle ed esce.

Mi poggio con la schiena contro la parete e tiro un sospiro di sollievo. La sua presenza mi agita e non posso ancora credere a quanto successo pochi attimi prima. E’ stato tutto così veloce che il mio cervello fatica ancora adesso a metabolizzare il tutto.
Ma la cosa che più mi sconcerta è la facilità con la quale sono caduta sotto il suo volere. Non ci ho nemmeno riflettuto o quantomeno provato ad allontanarlo. Mi sono lasciata usare esattamente come tutte le altre.
Ma io non voglio questo, non cerco fama, soldi o una botta di vita.

Mi ricompongo e ancora con le ginocchia traballanti mi rigetto tra la folla. Poco lontano intercetto Giorgia che pendeva dal braccio di Mitchell e non posso fare a meno di sorridere.

«Eccoti finalmente, dove cazzo eri finita? Stavo per chiamare la polizia» mi aggredisce saltandomi al collo per stringermi in un abbraccio.
Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa rassegnata. Nonostante si trova circondata da persone alto locate è rimasta la stessa camionista Ucraina di sempre.

«Ero con Liam» mento.

«Ah si? E come mai Liam è lì in mezzo a cercarti?» dice indicandolo in mezzo alla folla.
Aguzzo la vista e, in effetti, sembra realmente alla ricerca di qualcuno e non appena incrocia il mio sguardo si rabbuia.

«Ne parliamo dopo» le sussurro sperando che non inizi una delle sue tragedie greche.
Mi guarda con circospezione e alla fine annuisce. Sa che c’è qualcosa sotto e per fortuna ha compreso che non è né il luogo né il momento giusto per discuterne.

Mi giro trovandomi a pochi passi Liam con la mascella contratta e l'aria stanca. Esattamente l'opposto di come l'avevo lasciato poco prima.

«A quale fottuto gioco stai giocando Sole?» abbaia quando è abbastanza vicino per farsi sentire solamente dal mio orecchio.
Lo guardo con un sopracciglio alzato cercando di studiare le emozioni sul suo volto. Piccole rughe d'espressione gli rigano il contorno occhi e lo vedo respirare pesantemente. Non riesco a capire il motivo del suo stato di allerta e mi faccio piccola nelle spalle.

«Liam ti senti bene?» domando poggiando una mano sulla sua spalla per farmi più vicina.
Il suo sguardo passa dalla frustrazione all'incredulità come se avessi appena commesso chissà quale reato orrendo.

Chiude gli occhi prima di imprecare sottovoce e allontanarsi dalla sala gremita di persone. Non si volta e né si preoccupa delle persone che sta investendo con il suo passaggio.
E’ arrabbiato.

«Aspetta io non capisc-» lo inseguo finché poco distante noto all'angolo bar il sorriso soddisfatto di Harry, e allora capisco. Alza il drink nella mia direzione e senza staccare gli occhi da me butta giù un sorso.

SPAZIO AUTRICE

Ecco qui finalmente il nono capitolo. Sono consapevole sia obbrobrioso ma avevo poco tempo e non sono riuscita a fare di meglio, scusatemi. A che gioco starà giocando Harry secondo voi?

Alla prossima guys ❤️

Ig: redkhloewattpad/ _saradevincentiis

Meet The Sun | HSWhere stories live. Discover now