Capitolo 3.

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Merda.

«Ehi stai bene? Adam portale dell'acqua»

Mi guardo intorno incredula poggiando le mani sulle guance.
Le sento andare a fuoco a causa del caldo e dell'enorme vergogna che sto provando in questo istante. Sposto i capelli di lato e asciugo una gocciolina di sudore dalla fronte, voglio uscire.
Avverto la mia amica strattonarmi e urlarmi qualcosa nella orecchie ma non sento nulla. Centinaia di occhi sono puntati su di me e anche i riflettori vengono spostati nella mia direzione.

«Tieni, ti accompagno fuori» dice serio l'omone di fronte a me porgendomi una bottiglietta d'acqua.
Sgrano gli occhi incredula e prima di poter dire qualunque cose vengo allontanata da Giorgia che scalpita per raggiungermi. Le faccio cenno di restare lì e che l'avrei aspettata in hotel. Annuisce con sguardo triste ma so che in realtà è felice di non perdersi il concerto per causa mia.
Ha aspettato per anni questo momento e, seppur non me ne importasse nulla, non volevo essere io a rovinarglielo. Non sono egoista fino a questo punto.

«Si cazzo ma piano, mi fai male» sbraito contro l'omone che, imperterrito, mi trascina verso quella che sembra l'uscita.
Ovviamente mi ignora e continua a tenermi per il braccio fino a raggiungere una porta con su scritto: "vietato l'accesso ai non autorizzati".
Entriamo trovandoci di fronte un immenso corridoio con all'incirca una decina di altrettante porte chiuse.
Mi conduce dentro una di esse e spalanco gli occhi per la sorpresa.
Una stanza a dir poco enorme è agghindata in maniera impeccabile con divani in pelle, tappeti pregiati, tavolo da biliardo, flipper, angolo bar e ben due tavoli colmi di cibarie.

«Cosa cazz...»

«Il signor Styles fa portare qui le fan che si sentono male durante i concerti per farle riposare, mangiare e fare foto insieme dopo lo show» spiega lui rispondendo ai miei dubbi inespressi.

«Foto che? No, assolutamente no, io devo emh, devo andare via. La mia amica mi aspetta in hotel, non posso restare. Ringrazi il signor bamboccione da parte mia, sarà per la prossima» spiego agitata avviandomi verso la porta.
Mi precede mettendosi davanti la porta bloccando così il passaggio. Scuote la testa sorridendo beffardo, come se questa scena l'avesse già vissuta.

«So che sembra incredibile ma il signor Styles vuole concederle queste privilegio, non si preoccupi ci vorrà poco. Lo show è quasi terminato, dopo sarà libera di andarsene»

«Privilegio? Spero lei stia scherzando» dico non riuscendo a trattenere un risolio divertito.
Storce il naso confuso ma prima che possa controbattere mi viene in mente una cosa.

«Deve emh, si deve andare a chiamare la mia amica, è quella con i capelli biondi che si trovava vicino a me. Lei soffre emh di, si di asma e sono certa che abbia bisogno di un po' d'aria» spiego con calma cercando di risultare il più convincente possibile.
Mi guarda torvo ma poco dopo annuisce per poi sparire dietro le porte. Tiro un sospiro di sollievo e sorrido tra me e me. Giorgia dovrà ringraziarmi a vita per quello che da lì a poco sarebbe successo. Non dovrò farle regali di compleanno almeno fino ai novant'anni.
Sono un genio.

Cammino a zonzo per la stanza annoiata a morte. Ho assaggiato tutte le stranezze che questi inglesi tantano di definire cibo, ho giocato a flipper, mi sono stravaccata sul divano e ho persino bevuto uno shot di tequila dal bar ma, il tempo sembra essersi fermato.
Mancano circa dieci minuti alla fine dello show e inizio a sentirmi stranamente nervosa.
Non so neanche io perché.
Non dovrei averne ragione.
Eppure sento i palmi sudare e un formicolio lungo le gambe che mi costringe a battere in modo ripetitivo il piede a terra.
Tiro fuori il cellulare dallo zainetto e scatto qualche foto perché so che Giorgia l'apprezzerebbe. Prendo alcune caramelle e le butto alla rinfusa nello zaino per poi richiuderlo.
Chissà se ci sono le telecamere...

Meet The Sun | HSWhere stories live. Discover now