ᴀʟʟᴏɴᴛᴀʀꜱɪ

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𝓛𝓾𝓬𝔂

La casa di Robert è stupenda. Chi l'avrebbe mai detto che questo edificio oltre ad essere immenso è così ben arredato all'interno, però io non ho molto tempo per visitarlo o per controllare ogni suo particolare, perché Josh mi trascina con sé, ma non è soltanto corrergli dietro il problema, bensì salire su dei tavoli che sembrano enormi per poi rimanere lì in alto con la gente che ci fissa e che non fa altro che guardarci.
Fin qui dovrebbe essere tutto bene, però quello che fa dopo è peggio. Mi afferra il volto fra le mani e mi bacia, ma non un bacio a stampo, oppure un bacio leggero, ma un bacio appassionato che nessuno non può non notare, infatti rimango di sasso.
Dopo che il mio cervello inizia a capire quello che sta realmente facendo lo allontano e mi stacco da lui. Il mio volto è infuriato e non riesco a decifrare nemmeno il suo sguardo di fronte al mio, perché il suo è sereno e non riesce a trasmettere niente se non tranquillità. Questo mi fa infuriare ulteriormente tanto che gli do una spinta e scappo. Vorrei fare così tante cose, ma in realtà corro lontano e vado in un corridoio stretto, però la voce di Josh la sento dietro di me, tanto che oltre a chiamarmi mi afferra il polso e mi blocca. Vorrei poter correre ancora, ma la sua forza è superiore alla mia e riesce a bloccarmi nel tragitto. «Perché scappi via?», mi chiede come se fossi io quella strana. «Ti è saltato fuori il cervello? Non voglio svolazzare ai quattro venti tutto, ma tu cosa fai? Devi per forza farti notare, perché Josh la nuova recluta della squadra di football del college deve farsi vedere! Perché ama stare al centro dell'attenzione», forse con le parole ho un po' esagerato, poiché lo nota anche da lui, perché mi trafigge con lo sguardo, però non dice nulla per controbattere quello che ho detto, anzi lascia che le parole gli divorino l'animo. Gli ho fatto male, riesco a sentire il dolore che sta provando, però non voglio aggiungere altro. Vado via mi allontano completamente, non solo da lui, ma dall'intero edificio, non so nemmeno dove andare, so solo che voglio starmene da sola e per conto. Mi scontro con persone che nemmeno conosco, persone di cui non mi importa niente, ma devo cercare di raggiungere casa mia e rinchiudermi nella mia stanza e non uscire mai più da lì. Il mio cellulare squilla, ma a chiamarmi non è Josh, ma il suo migliore amico. Rifiuto la chiamata, non ho nulla da dire nemmeno a lui. L'idea di andarmene via era tra i miei piani, però non avevo pensato che la strada per ritornare a casa è molto lontana, perché la villa si trova fuori città e qui non ci sta nessuno se non i miei coetanei completamente ubriachi.
«Ciao bellezza!», a esclamare questo aggettivo è un ragazzo che può avere la mia età o poco di più, ma è anche lui ubriaco, infatti faccio finta di non sentirlo e vado avanti per la mia strada. «Dico a te biondina», continua ad attirare la mia attenzione, ma io continuo a camminare dritto verso di me, per trovare qualcuno che possa magari accompagnarmi a casa, qualcuno che non sia né Josh e né Robert. «Ti serve aiuto?», si piazza davanti di me e non so nemmeno come abbia fatto a superarmi, però  so che comunque le sue caratteristiche mi sono molto comuni quindi può essere che io l'abbia visto in passato a scuola o in giro per la città. «No grazie, sto aspettando il mio ragazzo», gli dico e spero che questa scusa funzioni.
«Tranquilla non sono un tipo geloso», o almeno pensavo che funzionasse, perché oltre ad aver affermato ciò, continua ad avvicinarsi a me, invece io continuo a indietreggiare in modo tale da potermi allontanare.
«Rese lasciala in pace! Lei è di Collins», gli riferisce un altro ragazzo, che esce fuori. Però il modo in cui l'ha chiamato mi suona particola, perché a scuola c'era solo una persona che si chiamava così. Cavolo, non va affatto bene. Era uno di quelli a cui Josh non andava particolarmente a genio e quindi avere la sua sorellina davanti
non credo che sia del tutto indifferente. «Potremmo provare a divertirci un po', come hai detto che ti chiami?», si avvicina sempre di più. Ho capito le sue intenzioni, infatti non mi piacciono per nulla. La prima cosa che mi viene in mente è urlare, infatti urlo come se non ci fosse un domani, perché non ci sarà un domani con qualcuno che mi guarda come se mi volesse far passare le pene dell'inferno solo per punire Josh.
«Sei solo una stupida se pensi che qualcuno ti venga a prendere. Sono tutti ubriachi! Guardali», mi indica dei ragazzi appartati lì vicino e cavolo lo sono sul serio. Quindi l'unica cosa che mi rimane da fare è correre. Avrei sempre dovuto esercitarmi con la corso, perché in questo momento ne avrei bisogno. Non arrivo molto lontano, perché mi tira per i capelli costrigendomi ad avvicinarmi. Gli do uno spintone, ma non serve a molto. Sono bloccata tra un muro e lui. Non posso più correre. Vorrei prendere il cellulare, ma si trova nella borsa, che ho come tracolla. Devo di nuovo cercare di gridare, ma non esce dalla mia bocca un suono prolungato, perché mi blocca mettendomi una mano nella mia bocca, cerco con le mie mano di staccarla, però è inutile.
«Ora ci divertiamo come non mai», il suo sorriso è perfido, il suo alito sa di alcool, quindi è ubriaco, ma dal colore dei suoi occhi non è l'unica cosa, che circola nel suo corpo. Cerco di divincolarmi, ma ho paura che con la sua mano, si avventri altrove. In un secondo la mia mente mi dice cosa devo fare, grazie a tutti quei corsi di difesa che ho fatto in Canada, gli tiro un calcio nei testicoli, questo basta per fargli allentare la presa su di me. Corro via, ma nel mentre estraggo il cellulare dalla tasca. Digito il numero di Josh, ma è inutile, perché non lo risponde.
Solo Robert è l'altra persona che può aiutarmi. Mi nascondo dietro un cespuglio di quelli che si trovano in giardino. Intorno a me ci stanno molte persone, ma sono tutte impegnate a divertirsi. Non mi aiuterà mai nessuno. Appena Robert risponde gli urlo all'orecchio. «Hanno cercato di mettermi le mani addosso. Aiutami ti prego», è in quel preciso istante che metabolizzo tutto, infatti inizio a piangere. «Dove sei? Lucy rispondi!», urla in risposta, credo che abbia capito la situazione.
«Bellezza esci fuori, non farmi arrabbiare», il mio respiro si blocca. Non posso più rispondere a Robert, infatti non fiato nemmeno per paura che possa trovarmi. Nascondo il cellulare, in modo che non noti la luce del display.
«Eccoti trovata finalmente!», mi afferrà di nuovo per i capelli e cerca di avvicinarmi a se.
È in questo preciso momento che capisco, che questa sarà la mia fine, ma la sua presa sui miei capelli non c'è più, però appena mi volto riesco a capire il motivo.

RIVOGLIO IL MIO DISASTRO Where stories live. Discover now